mercoledì 11 luglio 2012


            Titolo         Data
                    Imperia: Orari estivi per la visita del grandioso "Presepe di Imperia"                 07/07/2012
                    Euro 2012: SuperMario sul presepe, cosi' Napoli festeggia gli Azzurri                29/06/2012
                    Unesco: nativita' Betlemme dichiarata patrimonio umanita'           29/06/2012
                    Roma: Il libro di Mario Mattia sul presepio romano      28/06/2012
                    Capovalle: Concerto per il patrono                28/06/2012
                    Euro 2012: Italia-Germania, duello Monti-Merkel sul presepe napoletano      28/06/2012
                    Presepe Sutera: resi noti i nomi dei 10 finalisti                 20/06/2012
                    Napoli: Ezequiel Lavezzi finisce nel presepe                    03/06/2012
                    Marola di Carpineti: XLIII CONVEGNO NAZIONALE aggiornamento           30/05/2012
                    Atessa: E' morto il padre del nostro Assistente Ecclesiastico            27/05/2012
                    Napoli: Mostra presepiale maggio dei monumenti 2012                   10/05/2012
                    Napoli: Belen e Stefano incerottati finiscono nel presepe                 04/05/2012
                    Selva di Progno: A San Bortolo è nato il «presepe pasquale»           12/04/2012
                    Napoli: Umberto Bossi sul presepe in ginocchio              12/04/2012
                    Imperia: Sabato 14 aprile entrata gratuita al Museo del Presepio   12/04/2012
                    Anzano di Puglia: Il Venerdì Santo vivente  03/04/2012
                    Sant'Agata di Puglia: La passione di Cristo nei Presepi di Pasqua   27/03/2012
                    Parma: Ai "Presepi d'Argento" vince la casa protetta Padre Lino    27/02/2012
                    Ragusa: Consegnati i premi del concorso "Il presepe negli Iblei"     27/02/2012
                    Napoli: Emma e la farfallina di Belen nel presepe napoletano        27/02/2012
                    Napoli: Maestro pastoraio consegna statuetta a Jovanotti              15/02/2012
                    Altamura: Rubato il Bambinello del presepe in Cattedrale              15/02/2012
                    Napoli: Anche Schettino tra i presepi             08/02/2012
                    Roma: Rinvio riunione dirigenti  08/02/2012
                    Milano Marittima: Adotta anche tu le sculture del Presepio Artistico!               31/01/2012
L'Associazione Italiana Amici del Presepio, che riunisce gli appassionati del Presepio di tutta Italia, è stata fondata a Roma nel 1953 e conta alcune migliaia di iscritti.

Scopi dell’Associazione sono:

- mantenere viva la tradizione del Presepio;
- promuovere e diffondere il Presepio, elevandone l’aspetto qualitativo;
- studiarne ed evidenziarne gli aspetti: storico, religioso, artistico, tecnico, culturale ed etnografico;
- promuovere la conservazione e la salvaguardia dei Presepi storici e moderni;
- favorire la conoscenza e l’amicizia tra gli appassionati e la promozione dell’attività degli artigiani del Presepio;
- intrattenere rapporti con analoghe Associazioni estere e con Enti culturali.

Per il raggiungimento delle finalità statutarie, l’Associazione Italiana Amici del Presepio svolge, tra l'altro, le seguenti attività:

- organizza un Convegno annuale a livello nazionale;
- patrocina e promuove mostre, concorsi, pubblicazioni, conferenze ed altre iniziative inerenti il Presepio;
- pubblica la rivista trimestrale “Il Presepio” che, oltre alla relazione sulle attività associative, riporta notizie di tecnica, storia, bibliografia, manifestazioni ecc.;
- pubblica annualmente gli inserti "Girando per i presepi", riportante itinerari presepistici nazionali, e "Dalle sezioni", raccolta delle attività svolte nell'anno sociale dalle Sezioni locali;
- gestisce il sito internet www.presepio.it con informazioni su storia, tecnica, bibliografia e attualità sul Presepio;
- tiene presso la propria sede e in quelle delle sezioni locali corsi gratuiti teorico-pratici di tecnica costruttiva presepistica;
- promuove e coltiva relazioni con Associazioni ed Enti similari, anche esteri, mediante scambi reciproci di notizie e pubblicazioni e con la partecipazione a congressi e convegni internazionali; l’Associazione è sede della Segreteria Internazionale dell’ Universalis Foederatio Praesepistica, che riunisce circa venti Associazioni presepistiche nazionali europee ed extra-europee.;
- cura ed incrementa la raccolta di documentazione iconografica a soggetto presepistico;
- cura ed incrementa una biblioteca internazionale con volumi dedicati al Presepio, consultabile presso la propria sede;
- gestisce presso la propria sede nazionale il Museo Tipologico Internazionale del Presepio, che conserva circa tremila pezzi provenienti da tutto il mondo;
- allestisce mostre e Presepi scenografici ed artistici in Italia ed all’estero;
- organizza manifestazioni ricreative, incontri e gite sociali per favorire l’instaurarsi di vincoli di collaborazione ed amicizia tra i Soci e per far conoscere Presepi antichi.
Associati agli Amici del Presepio!

Iscrizione.

L'iscrizione all'Associazione (il cui anno sociale va dal 1° gennaio al 31 dicembre) è subordinata all'invio della quota annuale ed alla accettazione di quanto indicato nello Statuto. Si ha così diritto a ricevere i quattro numeri annuali della rivista "Il Presepio", la tessera associativa che permetter di avere sconti e agevolazioni presso gli esercenti convenzionati e a partecipare all'attività associativa.

Inoltre per chi si iscrive la prima volta grandi regali! Clicca qui per saperne di più!


La quota deve essere versata tramite c/c postale in base ai seguenti riferimenti:

c/c postale

n. 39163001 intestato a:

Associazione Italiana Amici del Presepio
Via Tor de' Conti 31/A
00184 ROMA RM

bonifico bancario

Associazione Italiana Amici del Presepio
IBAN: IT61O0760103200000039163001

CIN: O (lettera)
ABI: 07601
CAB: 03200
N.Conto: 000039163001
BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX


Indica sulla causale che trattasi di nuovo socio e l'anno per cui si chiede l'iscrizione. In caso di iscrizione per l'anno in corso, unitamente alla tessera associativa, verranno inviate anche le riviste eventualmente già pubblicate nei mesi precedenti dell'anno stesso, finchè disponibili.

Fotocopia dell'avvenuto versamento, unitamente ad una domanda di iscrizione recante nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo e telefono, dovrà essere inviata all'Associazione a mezzo posta (all'indirizzo su indicato) oppure tramite fax al n. 0669789602, o tramite mail a informazione@presepio.it.


Rinnovo iscrizione.

In caso di rinnovo le quote devono pervenire entro il 28 febbraio. Ai soci che rinnoveranno l'iscrizione oltre tale termine, verranno inviate la tessera e le sole riviste in uscita oltre la data di effettuazione del pagamento. Per ricevere le riviste eventualmente già pubblicate nei mesi precedenti dell'anno stesso, finchè disponibili, sarà necessario aggiungere Euro 2,00 per ogni numero della rivista già uscito fino al momento dell'iscrizione.


Quote iscrizione 2012

Ordinaria Euro 33,00 (codice 01)
Sostenitore Euro 50,00 (codice 02)
Albo d'Oro Euro 100,00 (codice 03)
Familiare Euro 13,00 (codice 04)*

* congiunto convivente di socio effettivo, è socio a tutti gli effetti, con diritto al voto, senza ricevere la rivista.



Iscrizione gruppi, enti o associazioni.

Per l'iscrizione di gruppi, enti o associazioni vale quanto scritto precedentemente. Al momento dell'iscrizione è obbligatorio segnalare un nominativo di riferimento per la gestione dell'abbonamento alla rivista.
Rivista "il Presepio"

Una rivista unica nel suo genere! di Antonella Salvatori e Alberto Finizio.



L'Associazione Italiana Amici del Presepio pubblica ininterrottamente dal 1953, per i soci, una rivista trimestrale, "Il Presepio". Definita di elevato livello culturale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la rivista, unica nel suo genere in Italia, raccoglie dati di varia natura, spaziando dalla storia del presepio ai presepi storici, dai profili di artisti ed artigiani, di ieri e di oggi, alle attività presepistiche in Italia ed all'estero, dalla tecnica alla bibliografia presepistica, informando su mostre, convegni, concorsi.
Ampio spazio viene inoltre dato alle realizzazioni presepistiche degli Associati, pubblicandone foto e articoli che ne raccontano la realizzazione e la loro storia.

La rivista "Il Presepio" viene inviata a tutti gli iscritti all'Associazione Italiana Amici del Presepio. Si ricevono quattro numeri l'anno nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Attualmente ogni numero è composto mediamente da 84 pagine, stampate sia in b/n che a colori.

Su come iscriversi clicca qui.

Arretrati
E' possibile ordinare gli arretrati della rivista "Il Presepio" versando € 3,00 per ogni copia richiesta più € 3,00 come spese fisse di spedizione sul c/c postale n. 39163001 intestato a:

Associazione Italiana Amici del Presepio
Via Tor de' Conti 31/A
00184 ROMA RM

Appena ricevuto l'accredito o copia del versamento effettuato verrà effettuata la spedizione presso il domicilio indicato sul c/c postale. Per spedizioni all'estero si prega di contattare la Segreteria.

NB: alcuni numeri della rivista non sono disponibili, mentre altri lo sono solo in fotocopia. Per evitare spiacevoli disguidi, vi preghiamo di contattare via fax o telefonicamente la Segreteria per verificarne l'esistenza e le condizioni.

Esempio:
Se si ordina 1 rivista, bisogna effettuare un versamento pari ad € 6,00 (3,00 + 3,00).
Se si ordinano 2 riviste, bisogna effettuare un versamento pari ad € 9,00 (3,00 x 2 + 3,00) e così via.

Copertine e sommari
Clicca qui per visualizzare le copertine dei numeri usciti e i relativi sommari.
MUSEO TIPOLOGICO INTERNAZIONALE DEL PRESEPIO
“Angelo Stefanucci”


Il Museo, fondato nel 1967, occupa circa trecento mq., suddivisi in tre navate, nei locali sottostanti la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali. A un livello ancora sottostante, è visibile, con accesso dal Museo stesso, la piccola absidiola affrescata della originaria Chiesa protocristiana (VI-VII sec).

Il Museo nacque grazie all’allora Presidente, e fondatore, dell’Associazione Angelo Stefanucci, che donò gran parte della sua raccolta di presepi di tutto il mondo: intorno a quel primo nucleo di opere, col tempo si sono raccolte centinaia di presepi, alcuni acquistati e altri donati dagli autori, o da privati e istituzioni pubbliche e private.

Il Museo raccoglie presepi, anche scenografici, e figure di notevole pregio storico e artistico: più di 3.000 pezzi, provenienti da tutte le regioni italiane e da decine di nazioni, offrono una panoramica ampia ed esaustiva sulle varie interpretazioni ed ambientazioni della Natività, oltre ad una esemplificazione dei materiali che possono essere utilizzati.

Sono esposti presepi, rappresentativi delle migliori firme del settore, in cartapesta leccese, terracotta siciliana, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane, uova, foglie di mais ecc., oltre ad alcune statue napoletane dei secoli XVIII e XIX. Tra i pezzi più antichi, un presepio costruito con piccole conchiglie (Sicilia – Sec. XVII), un S. Bambino in avorio (Sec. XVII), una serie di statue di scuola bolognese (Sec. XVIII).
Tra i presepi scenografici, da citare, oltre ad un grande presepio in stile settecentesco napoletano, diverse opere della scuola catalana del gesso, nonché dei più noti “Maestri” del presepio italiani e stranieri.

Annesse al Museo, consultabili a richiesta, una ampia biblioteca a tema presepistico e una raccolta di videocassette e DVD su mostre, corsi di tecnica, storia del presepio.

Nei locali del Museo vengono organizzate conferenze sul presepio e, ogni anno nel mese di ottobre, Corsi di Tecnica Presepistica, tenuti da qualificati maestri.
SEZIONE/SEDE*       DIRIGENTE/PRESIDENTE*      RECAPITI                   INTERNET
Cavallermaggiore       Olocco Massimo         Via Roma, 144
12030 Cavallermaggiore (CN)

Tel. 0172381674
Fax. 0172062220
Sito:
http://www.presepecavallermaggiore.it/

E-mail:
info@presepecavallermaggiore.it
Cuneo        Zavattero Giovanni    Corso Dante, 7
12100 Cuneo

Tel. 0171690616 - 3333028355
Sito:
http://www.presepiingranda.it

E-mail:
presepicuneo@alice.it
Fara Novarese             Spagnolini Maurilio    Via Dante, 2
28073 Fara Novarese (No)

Tel. 0321829484


E-mail:
info@arredospa.it
Novara      Trovati Pietro               Via Biandrate, 15
28100 Novara

Tel. 0321628216


Torino        Telesa Abramo            Via Sospello, 117/c
10147 Torino

Tel. 0112206333


E-mail:
abratel41@libero.it
SEZIONE/SEDE*       DIRIGENTE/PRESIDENTE*      RECAPITI                   INTERNET
Cosenza * Battaglia Massimiliano *              Piazza Zumbini, 72
87100 Cosenza

Tel. 3284669059


E-mail:
aiap-cosenza@virgilio.it
Palmi         Managò Giuseppe      Via Milano, 10, c.p. 87
89015 Palmi (RC)

Tel. 096623048


Paola         Scrivano Fedele           Via Garibaldi, 96
87027 Paola (CS)

Tel. 0982582471
Fax. 0982585428


E-mail:
studiolegalescrivano@tiscalinet.it
Reggio Calabria          Sorgonà Sapone Maria                 Via Filippini, 46
89125 Reggio Calabria

Tel. 0965817021 - 096522844
Fax. 0965817021
Sito:
http://www.museodelpresepiorc.com/

E-mail:
nfo@museodelpresepiorc.com
SEZIONE/SEDE*       DIRIGENTE/PRESIDENTE*      RECAPITI                   INTERNET
Cicciano    Vitale Carmine            Via Nola, 15
80033 Cicciano (NA)

Tel. 0818263951


Ercolano   Borriello Gianfranco  Via Panoramica, 15
80056 Ercolano (NA)

Tel. 0818827110


E-mail:
bor.gia@alice.it
Isola d'Ischia               Di Massa Pasquale     Via Sogliuzzo, 20
80077 Ischia (NA)

Tel. 081984943
Sito:
https://www.facebook.com/Aiapischia

E-mail:
aiapischia@gmail.com
Napoli *    Perchiazzi Bruno *     Via dei Griffi, 4
80133 Napoli

Tel. 081262484
Fax. 081262484
Sito:
http://www.amicidelpresepionapoli.it/

E-mail:
amicipresepio.napoli@email.it
Padula       Torresi Germano         V. Provinciale - P.co Smeralda, 143
84034 Padula (Sa)

Tel. 0975778329
Fax. 0975778329
Sito:
http://www.presepipadula.it

E-mail:
germano@vipnet.it
Pagani       Tipaldi Gerardo           C.so E. Padovano, 71
84016 Pagani (SA)

Tel. 081916385


Pompei      Totaro Luigi                 V. Bonifica - Vic. di Palma, 27
80054 Scafati (SA)

Tel. 0818639736


E-mail:
totaroluigi@hotmail.it
Salerno *   Santoro Rosario *       Via Aurelio Nicolodi, 33
84126 Salerno

Tel. 089793005


San Giorgio a Cremano                 Avolio Ciro                   Via Guido Rossa, 15
80046 S. Giorgio a Cremano (NA)

Tel. 3387625489
Fax. 0815654294
Sito:
http://presepiare.altervista.org

E-mail:
avoliociro@alice.it
Torre Annunziata *    Giordano Salvatore * Via Dante, 10
80058 Torre Annunziata (NA)

Tel. 0818618645
Sito:
http://www.presepisticampani.it

E-mail:
info@presepisticampani.it
Torre Del Greco           D’Antonio Aniello       c/o Chiesa di S. Maria del Pianto - Via del Purgatorio 13
80059 Torre del Greco (NA)

Tel. 3405591847
Sito:
http://www.amicidelpresepetorredelgreco.it
Avvisi per le sezioni e sedi

Modifiche Sezioni e istituzione Sedi Periferiche A.I.A.P. (30/07/2011)

Facendo seguito alla all'Assemblea Generale dei Soci 2011, il Consiglio Direttivo ha approvato il nuovo Regolamento associativo, che introduce modifiche riguardanti le Sezioni associative e istituendo la nuova Sede Periferica affiliata all’AIAP.

Clicca qui per maggiori dettagli.



Verifica indirizzo mail (14/07/2010)

Si invitano gli Organi Dirigenti a verificare la correttezza dell'indirizzo mail della sezione presente sul nostro sito ( clicca qui) e lo stato attivo della stesso. In caso di errori/mancanza si prega di mandare una mail contenente il nome della sezione, la vecchia mail e la nuova mail a webmaster@presepio.it.
Si ringrazia per la collaborazione.



Unificazione date scadenze sezioni

Si informano gli Organi Dirigenti delle Sezioni che il Consiglio Direttivo ha disposto l’unificazione delle date di scadenza di tutte le Sezioni al mese di aprile di ogni anno, fermo restando l’anno di scadenza già previsto per ogni Sezione. Per gli Organi Dirigenti delle Sezioni in scadenza a settembre 2009, è lasciata libertà di scelta: essi potranno indire le nuove elezioni per lo stesso mese di settembre, come già previsto, oppure rinviare le elezioni stesse al mese di aprile 2010.
Analogamente, le Sezioni in scadenza a settembre 2010, potranno rinnovare le cariche alla loro scadenza naturale, oppure rinviare le elezioni ad aprile 2011, e la stessa opportunità è lasciata alle Sezione con scadenza a settembre 2011, che quindi potranno rinnovare a settembre dello stesso anno oppure ad aprile 2012. In ogni caso, la nuova data di scadenza per i neo eletti sarà fissata al mese di aprile del 2013 (per le Sezioni in scadenza a settembre 2009), ad aprile del 2014 (per le Sezioni in scadenza a settembre 2010) e ad aprile del 2015 (per le Sezioni in scadenza a settembre 2011). Le Sezioni i cui mandati scadono attualmente nel mese di marzo, potranno rinnovare le cariche entro il mese di aprile immediatamente successivo.


Modelli verbali

Il Consiglio Direttivo ha predisposto un modello del verbale dell’Assemblea elettiva, per la nomina e il rinnovo delle cariche di Dirigente e Segretario delle Sezioni, alle loro naturali scadenze. Tale iniziativa è tesa a uniformare le procedure delle diverse Sezioni e permetterà una maggiore chiarezza, anche sui dati da riportare sulla rivista.
Ti invitiamo dunque ad attenerti a questo modello, che potrai anche scaricare, per tua comodità, direttamente da qui, e che andrà redatto, firmato e inviato sia alla nostra sede centrale che al Consigliere Responsabile delle Sezioni.
L'Associazione Italiana Amici del Presepio ha sede in via Tor de' Conti n. 31/A, nei locali sottostanti la Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta.


Indirizzo:
Via Tor de’ Conti, 31/a – Roma - 00184
Ingresso dalla Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta (ViaTor de’ Conti 23, accanto Hotel Forum).

Orari apertura:
Tutto l'anno (chiuso agosto): ogni mercoledì e sabato orario 17,00-20,00;
Dal 25 dicembre al 6 gennaio: Tutti i giorni feriali orario 17,00-20,00, Festivi 10,00-12,30/17,00-20,00Come raggiungerci con i mezzi pubblici:
LO STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO

(Per ogni divergenza fa fede la copia cartacea depositata presso la sede AIAP di Roma)


Art. 1 È costituita in Roma, presso la Chiesa dei SS.mi Quirico e Giulitta in Via Tor dei Conti, n. 31/a, l'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO, aderente alla "Universalis Foederatio Praesepistica".
L'Associazione, promossa da credenti, è apolitica e non ha fini di lucro. La sua durata è illimitata. Essa è posta sotto la protezione di S. Francesco d'Assisi. Organo ufficiale dell'Associazione è la rivista "Il Presepio".

Art. 2 Gli scopi dell'Associazione sono:
a) dare incremento e diffusione al Presepio creando fra i suoi cultori, vincoli di fraternità e di collaborazione;
b) far conoscere l'attività degli artisti e degli artigiani presepisti;
c) elevare tecnicamente ed artisticamente la costruzione del Presepio con l'indire corsi teorico-pratici di tecnica costruttiva presepistica e con il promuovere concorsi, esposizioni, conferenze, riunioni e visite collettive a Presepi;
d) promuovere e coltivare relazioni con Enti similari esteri sia per scambi reciproci di notizie e pubblicazioni concernenti opere presepistiche, sia per l'organizzazione di congressi e convegni internazionali, che per studi ed attività di rilievo particolare;
e) organizzare ed incrementare la raccolta di documentazione iconografica di argomento presepistico;
f) esplicare costante interesse affinché gli antichi Presepi vengano curati, conservati e possano essere visitati particolarmente durante il periodo natalizio;
g) promuovere la costruzione del Presepio nelle famiglie;
h) promuovere mediante gite sociali, manifestazioni varie e ricreative, l'amicizia fra i Soci.

Art. 3 I Soci sono distinti nelle seguenti categorie:
Ordinari
Sostenitori
Benemeriti
Onorari.
I Soci ordinari sono quelli regolarmente iscritti a norma del presente Statuto.
I Soci sostenitori sono coloro che concorrono a potenziare economicamente in maniera sensibile l'Associazione.
I Soci benemeriti sono nominati dal Consiglio Direttivo per particolari meriti acquisiti nel campo Presepistico ed associativo.
I Soci onorari vengono nominati dal Consiglio Direttivo tra coloro che si sono distinti per attività a favore dell'Associazione. Questi sono esentati dal pagamento della quota associativa.
Tutti i Soci ricevono la rivista "Il Presepio" e partecipano alle attività dell'Associazione, ma solo quelli che pagano la quota annua deliberata dall'Assemblea, in quanto Soci effettivi, sono elettori ed eleggibili.
L'ammissione all'Associazione è subordinata alle seguenti norme:
- invio della quota, unitamente ai dati anagrafici completi, cosa che viene considerata domanda di ammissione;
- accettazione della domanda da parte del Consiglio Direttivo.
L'accettazione a Socio comporta l'adesione al presente Statuto ed al Regolamento interno.

Art. 4 La qualità di Socio si perde per dimissioni scritte, per morosità e per radiazione promulgata dal Consiglio Direttivo (in seguito a deliberazione del Collegio dei Probiviri).
Per la soluzione di eventuali controversie tra i Soci e tra i Soci e l'Associazione questi si obbligano a farle dirimere dal Collegio dei Probiviri.

Art. 5 Al fine di una più proficua attività associativa possono istituirsi delle Sezioni che raggruppino un minimo di cinque Soci effettivi. Nell'ambito della Sezione sono previsti un Dirigente ed un Segretario, eletti dai Soci della Sezione stessa, che durano in carica tre anni e possono essere rieletti, nonché un Assistente Ecclesiastico.
La Sezione si intende regolarmente costituita dopo che il Consiglio Direttivo ne abbia deliberato il riconoscimento.
Il Dirigente è responsabile verso il Consiglio Direttivo della conduzione della Sezione di cui ha la rappresentanza legale di fronte a terzi.

Art. 6 Il Consiglio Direttivo al fine di promuovere e facilitare la costituzione dì Sezioni e di incentivare l'attività presepistica può nominare rappresentanti periferici denominati "Coordinatori" con specifico compito di coordinamento a livello locale.

Art. 7 Organi dell'Associazione sono:
Assemblea generale dei Soci;
Consiglio Direttivo;
Presidente;
Vice Presidente;
Collegio dei Revisori;
Collegio dei Probiviri.

Art. 8 L'Assemblea generale, regolarmente costituita, rappresenta la totalità dei Soci e le sue deliberazioni sono obbligatorie anche per i Soci assenti o dissenzienti.
Il diritto di voto non può essere esercitato dal Socio non in regola con il pagamento della quota.
Il Socio può farsi rappresentare in Assemblea mediante delega scritta che potrà essere conferita a qualsiasi altro Socio avente diritto al voto, anche se membro del Collegio dei Revisori dei Conti.
Nessun Socio può avere più di due deleghe.
I Soci onorari, pur non avendo diritto di intervento e di voto in Assemblea, possono però assistervi.
L'Assemblea generale dei Soci viene convocata presso la Sede sociale o presso altro luogo indicato nell'avviso di convocazione, che dovrà contenere l'ordine del giorno, e che verrà diramato mediante pubblicazione sulla rivista o a mezzo posta, nonché esposto presso la Sede sociale e le Sezioni.
Per la validità delle convocazioni, delle delibere e delle votazioni assembleari, sia dell'Assemblea ordinaria che straordinaria, valgono le norme del Codice Civile.

Art. 9 Compiti dell'Assemblea ordinaria sono:
- discutere e deliberare annualmente sui Conti consuntivo e preventivo entro il mese di aprile;
- fissare, su proposta del Consiglio Direttivo, le quote annuali;
- eleggere ogni triennio i componenti del Consiglio Direttivo, il Collegio dei Revisori ed il Collegio dei Probiviri;
- deliberare sugli altri argomenti all'ordine del giorno.
Compiti dell'Assemblea straordinaria sono:
- deliberare sulle proposte di modifica dello Statuto;
- deliberare sullo scioglimento dell'Associazione;
- deliberare su ogni altro argomento all'ordine del giorno.

Art. 10 Il Consiglio Direttivo è composto da 15 (quindici) membri eletti dall'Assemblea, i quali durano in carica tre anni e possono essere rieletti.
Il Consiglio Direttivo elegge nel suo seno il Presidente, il Vice Presidente ed il Tesoriere.
Il Presidente del Consiglio Direttivo è anche Presidente dell'Associazione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo sono prese a maggioranza di voti tra i presenti. In caso di parità è decisivo il voto del Presidente la riunione.
In caso di dimissioni, di decadenza o di morte di uno dei Consiglieri, il Consiglio Direttivo ne nomina il sostituto che resterà in carica fino alla prima Assemblea per la ratifica e fino alla scadenza triennale dell'intero Consiglio.
In caso di mancata ratifica la predetta Assemblea provvederà all'elezione diretta del nuovo Consigliere, il mandato del quale andrà comunque a scadere unitamente all'intero Consiglio Direttivo.

Art. 11 Compiti del Consiglio Direttivo sono:
- l'amministrazione ordinaria e straordinaria dell'Associazione;
- la preparazione dei Conti consuntivo e preventivo;
- emanare ed aggiornare il Regolamento interno dell'Associazione;
- curare il buon andamento dell'Associazione, formulare i programmi delle attività e provvedere al loro regolare svolgimento:
- convocare le Assemblee ordinarie e straordinarie precisandone l'ordine del giorno.

Art. 12 Il Presidente del Consiglio Direttivo è a tutti gli effetti di legge rappresentante legale dell'Associazione.
In caso di assenza o di impedimento egli è sostituito dal Vice Presidente.
In caso di sue dimissioni o di una cessazione per qualsiasi altra causa le sue funzioni saranno assunte dal Vice Presidente fino alla prima Assemblea ordinaria o straordinaria in cui si dovrà procedere all'elezione di un nuovo Consigliere per dar modo al Consiglio Direttivo di eleggere a sua volta un nuovo Presidente.
Il Presidente può scegliersi nell'ambito del Consiglio Direttivo uno o più delegati per coadiuvarlo nei suoi compiti organizzativi di rappresentanza nei rapporti con le Sezioni italiane e le Associazioni estere. Ai delegati spetta il titolo di Vice Presidente incaricato.

Art. 13 Il Vice Presidente sostituisce il Presidente dell'Associazione in caso di sua assenza momentanea o mancanza.
Cura il disbrigo degli affari ordinari, provvede alla firma della corrispondenza corrente, mantiene contatti continuativi con uffici pubblici e privati, enti ed organizzazioni che interessano l'attività dell'Associazione.

Art. 14 Il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di tre membri effettivi e di due supplenti eletti dall'Assemblea per tre anni.
Partecipa senza diritto di voto alle riunioni del Consiglio Direttivo.
Controlla la regolarità della contabilità.
Vigila sulle spese straordinarie e relaziona l'Assemblea sui Conti consuntivo e preventivo.

Art. 15 Il Collegio dei Probiviri si compone di tre membri effettivi e di due supplenti eletti dall'Assemblea per tre anni.
I supplenti subentrano nell'incarico in caso di vacanza di uno o più degli effettivi.
Il Consiglio ha mansioni disciplinari e può erogare sanzioni, ammonizioni, diffide, sospensioni, inibizione a cariche e radiazioni. Le radiazioni vengono promulgate dal Consiglio Direttivo.

Art. 16 Tutte le cariche associative sono a titolo gratuito.

Art. 17 Il patrimonio sociale è costituito dalle quote e dalle volontarie oblazioni dei Soci e da ogni altra liberalità che proviene anche da estranei all'Associazione.

Art. 18 Le norme di funzionamento e di esecuzione del presente Statuto sono disposte per Regolamento interno elaborato a cura del Consiglio Direttivo.

Art. 19 Per tutto quanto non è previsto dal presente Statuto si fa rinvio alle norme di legge.

Art. 20 In caso di scioglimento dell'Associazione il patrimonio sociale, sentito il parere dell'Autorità Ecclesiastica, sarà devoluto in opere assistenziali.
REGOLAMENTO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO

(Per ogni divergenza fa fede la copia cartacea depositata presso la sede AIAP di Roma)


REGOLAMENTO

Art. 1 - Anno Sociale - L’anno sociale va dal 1° gennaio al 31 dicembre.

Art. 2 - Organi associativi - L’attività dell’Associazione viene esercitata a livello nazionale da Assemblea Generale, Consiglio Direttivo, Collegio dei Revisori dei Conti, Collegio dei Probiviri, Assistente Ecclesiastico Nazionale, e a livello locale da Sezioni e Sedi periferiche, ove esistenti, con i rispettivi Organi Dirigenti e Assistenti Ecclesiastici locali, per le parti di competenza.

Art. 3 - Consiglio Direttivo

3.1 - Per ragioni organizzative e logistiche è necessario e vincolante che almeno sette componenti del Consiglio siano domiciliati a Roma, Sede dell’Associazione, o nella sua provincia.
3.2 - Il Consiglio Direttivo si riunisce di norma ogni due mesi ed è convocato dal Presidente o da chi ne fa le veci.
3.3 - Nella convocazione dovrà essere indicato l’ordine del giorno ed allegata la copia del verbale della riunione precedente.
3.4 - Il membro del Consiglio che risulti assente ingiustificato in tre riunioni consecutive decadrà dalla carica.
3.5 - Il verbale verrà trascritto su apposito libro e, delle deliberazioni di comune interesse, verrà data notizia sulla Rivista.
3.6 - Per la gestione corrente e ordinaria dell’attività associativa, nonché per decisioni che rivestano carattere di indifferibilità e urgenza, è istituito il Consiglio Ristretto, costituito da Presidente, Vicepresidente e Tesoriere, con autonomia decisionale nei limiti che verranno indicati dal plenum del Consiglio Direttivo, che sarà chiamato a ratificare le decisioni prese dal Consiglio Ristretto.

Art. 4 - Assistente Ecclesiastico Nazionale

4.1 - Per la formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci aderenti all’Associazione si prevede un Assistente Ecclesiastico Nazionale, scelto tra il Clero Diocesano e/o Religioso di Roma, che viene nominato, su proposta del Consiglio Direttivo, direttamente dal Vicario di Sua Santità in Roma. L’incarico decade alla presentazione al Consiglio Direttivo della sua lettera di dimissioni.
4.2 - Per sua diretta competenza, tiene i contatti ufficiali con le Autorità Ecclesiastiche. Partecipa, senza diritto di voto, ai lavori del Consiglio Direttivo e delle Assemblee dei Soci, interviene nei Convegni e negli Incontri Nazionali, proponendone il tema, collabora sulla Rivista associativa e sul sito web dell’Associazione. Intrattiene rapporti comunicativi con gli altri Assistenti Ecclesiastici locali, anche a scopo consultivo, organizzando insieme a loro, previa consultazione e decisione del Consiglio Direttivo, incontri di studio e formazione, atti a sviluppare la formazione cristiana dei Soci.

Art. 5 - Soci

5.1 - I Soci possono essere soltanto persone fisiche e, solo in casi eccezionali, quali rappresentanti di entità e comunità (parrocchie, associazioni, scuole, ecc.).
5.2 -Tra i Soci ordinari sono previsti i Soci familiari (congiunti facenti parte dello stesso nucleo familiare) che versano una quota ridotta ricevendo la tessera ma non la Rivista. I Soci familiari hanno diritto al voto.
5.3 - Al ricevimento della quota e dei dati anagrafici completi, che costituiscono domanda di ammissione come previsto dallo Statuto, il Consiglio Direttivo, nella prima riunione successiva all’arrivo, delibera, a suo insindacabile giudizio, l’accettazione o meno della richiesta, inviando all’interessato, in caso affermativo, la tessera.
5.4 - Quanto sopra relativamente all’accettazione o meno della richiesta da parte del Consiglio Direttivo è da intendersi valido anche per le domande di reiscrizioni e di rinnovi annuali.
5.5 - Nel caso di non accettazione da parte del Consiglio Direttivo della iscrizione, reiscrizione o rinnovo annuale, l’Associazione provvede alla restituzione della quota eventualmente già versata.
5.6 - Ciascun Socio è tenuto ad inviare tassativamente entro il mese di febbraio la quota annuale deliberata dall’Assemblea ordinaria. Il socio che provvederà al versamento oltre tale termine riceverà solo le riviste in uscita oltre la data di effettuazione del pagamento. L’invio della quota costituisce domanda di rinnovo dell’iscrizione all’Associazione.
5.7 - I Soci morosi, per i quali viene sospeso l’invio della rivista associativa, perdono la qualità di Socio.
5.8 - Il Socio che intende dimettersi deve darne comunicazione scritta al Consiglio Direttivo.
5.9 - L’anzianità associativa è determinata dal numero di anni di iscrizione continuativa.
5.10 - I Soci, maturata un’anzianità associativa di almeno due anni, acquisiscono il diritto al voto sia per il rinnovo del Consiglio Direttivo sia nelle Assemblee Generali, ordinarie e straordinarie.

Art. 6 - Controversie - Per la soluzione di eventuali controversie tra i Soci dell’Associazione, il Collegio dei Probiviri esprimerà un parere in merito entro un periodo di tre mesi dalla data del ricorso.

Art. 7 - Sezioni

7.1 - Le Sezioni sono parte integrante dell’Associazione e la rappresentano nel loro ambito territoriale.
7.2 - Il loro scopo è quello di realizzare a livello locale quanto previsto dall’Art. 2 dello Statuto Associativo.
7.3 - In ogni Sezione è richiesta la presenza dell’Assistente Ecclesiastico Locale (AEL), nominato dal Vescovo della Diocesi di appartenenza.
7.4 - L’istituzione delle Sezioni avviene su autorizzazione del Consiglio Direttivo, a suo insindacabile giudizio, dopo averne valutata l’opportunità ai fini associativi.
7.5 - Possono farne richiesta un gruppo di non meno di cinque Soci effettivi, con anzianità maturata di almeno due anni e residenti nell’ambito territoriale dell’istituenda Sezione, che produrranno personalmente dinanzi al Consiglio Direttivo o ad un suo delegato richiesta scritta corredata della relazione dell’attività presepistica svolta e del programma delle attività che si intendono realizzare.
7.6 - I Soci richiedenti, ottenuta l’autorizzazione per la costituzione della Sezione, dovranno inviare al Consiglio Direttivo il verbale dell’Assemblea dei Soci dal quale risulti la nomina, per elezione, del Dirigente e del Segretario, nonché l’elenco dei Soci invitati e i nominativi di quelli presenti che lo sottoscriveranno per accettazione. Il verbale dovrà altresì recare l’indicazione dell’Assistente Ecclesiastico, che viene nominato dal Vescovo della Diocesi alla quale appartiene la Sezione, a seguito della richiesta scritta recante la presentazione dei nominativi avanzata dal Dirigente in pectore della istituenda Sezione.
7.7 - Dopo aver riscontrato la validità dell’Assemblea locale e l’ottemperanza alle norme vigenti, il Consiglio Direttivo delibererà il riconoscimento della Sezione e dei suoi Organi Dirigenti.
7.8 - Tale riconoscimento avrà valore provvisorio. Decorsi due anni dalla costituzione della Sezione, il Consiglio Direttivo valuterà l’attività svolta nel biennio dalla stessa al fine della sua riconferma. Tale valutazione si baserà sui seguenti criteri:
• qualità delle iniziative svolte e loro attinenza con le finalità associative (realizzazione di Presepi, incontri di carattere culturale e/o spirituale, visite a musei, collezioni pubbliche o private, realizzazione di corsi e concorsi, allestimento di mostre, ecc.);
• prospettive di consolidamento e radicamento nel territorio attraverso una proficua e leale cooperazione tra i Soci singoli e con le varie realtà associative (Sezioni, U.O.R., Consiglio Direttivo Nazionale);
• apertura a nuovi iscritti coinvolgendo in particolar modo i giovani, al fine di ampliare e consolidare la Sezione, dando prospettive di crescita e di durata. Per una più proficua attività associativa locale, la Sezione provvisoria dovrà impegnarsi ad incrementare il proprio numero di Soci iscritti portandoli da cinque a dieci.
7.9 - Successivamente, alla scadenza triennale delle nomine, la procedura di rinnovo, per la quale non è prevista la conferma del Consiglio Direttivo, sarà analoga a quella per la costituzione di una nuova Sezione, a condizione che risultino osservati i criteri sopra esposti e che il rinnovo stesso avvenga entro i termini stabiliti, e con le modalità e nei periodi indicati dal Consiglio Direttivo Nazionale. Il modulo per il rinnovo delle cariche sezionali può essere scaricato dal sito internet dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, oppure richiesto direttamente alla Segreteria Nazionale.
7.10 - Per il rinnovo delle cariche sezionali, l’eleggibilità a Dirigente si acquisisce solo dopo almeno due anni di iscrizione consecutiva alla Sezione.
7.11 - L’Assistente Ecclesiastico locale ha il ruolo di seguire e accompagnare la formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci afferenti alla Sezione. Egli può esserne Socio ma non potrà rivestire altre cariche in seno alla Sezione stessa. Il suo incarico decade alla presentazione della sua lettera di dimissioni.
7.12 - Si può essere Soci di una sola Sezione, pur potendo partecipare alle attività promosse da altre Sezioni.
7.13 - È comunque importante che almeno la metà delle opere esposte durante mostre organizzate dalle singole Sezioni, siano realizzate dai soci afferenti alla Sezione organizzatrice in modo tale da garantire costantemente una proficua attività ed un consolidamento nel territorio di appartenenza.
7.14 - Gli Organi Dirigenti delle Sezioni concorrono all’attività associativa:
a) partecipando all’Assemblea annuale delle Sezioni, la quale ha come obiettivo il promuovere l’incontro ed il confronto sereno tra il Consiglio Direttivo ed i vari Organi Dirigenti sezionali attraverso uno scambio di testimonianze, esperienze e progetti nel rispetto reciproco e condiviso delle regole della nostra Associazione;
b) effettuando proposte di interesse comune ed esprimendo pareri su problemi ed iniziative prospettati dal Consiglio Direttivo;
c) trasmettendo la relazione annuale sull’attività svolta dalla Sezione.
7.15 - Gli Organi dirigenti della Sezione hanno ampia autonomia organizzativa esclusivamente nello svolgimento dell’attività presepistica locale mentre non possono, in alcun caso, operare in nome e per conto dell’Associazione se non espressamente autorizzati dal Consiglio Direttivo.
7.16 - All’atto dello scioglimento, per qualsiasi motivo, della Sezione, l’Organo Dirigente della Sezione sciolta dovrà comunicare per iscritto al Consiglio Direttivo a quale ente o similare verrà devoluto l’eventuale patrimonio della stessa.
7.17 - Ove dovesse verificarsi la mancata osservanza delle finalità associative o di quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento, il Consiglio Direttivo potrà deliberare il disconoscimento della Sezione e convocare l’Assemblea dei Soci locali al fine di verificare la situazione.
7.18 - Fanno parte delle Sezioni solo i Soci regolarmente iscritti all’Associazione.
7.19 - Le Sezioni dovranno avvalersi di un proprio Regolamento interno che in ogni caso non potrà essere in contrasto con lo Statuto ed il Regolamento dell’Associazione e del quale, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Direttivo, verrà depositata copia presso la Sede Centrale.
7.20 - Le Sezioni non possono svolgere attività amministrativa e contabile, né possono avere Codice Fiscale o Partita IVA, né intrattenere rapporti con banche e similari a nome e per conto dell’Associazione.
7.21 - Al termine di ogni anno sociale nel corso dell’assemblea ordinaria gli Organi Dirigenti della Sezione sono tenuti a relazionare sull’andamento strutturale dell’anno trascorso a tutti i soci afferenti.
7.22 - È demandato alle Sezioni il compito di raccogliere le quote associative dei propri Soci e di versarle in unica soluzione alla sede nazionale, accompagnate dall’elenco dei nominativi relativi.
7.23 - In particolari situazioni di estensione del territorio, di elevato numero di Soci e/o diversificazione delle attività associative, le Sezioni potranno costituire delle Sottosezioni locali, che faranno riferimento esclusivamente alla Sezione stessa, di cui seguiranno le indicazioni ed il Regolamento, ed opereranno sotto il diretto controllo del Dirigente, che ne avrà la piena responsabilità, e degli altri Organi Dirigenti sezionali.

Art. 8 - Sedi Periferiche
8.1 - A livello locale possono costituirsi sedi territoriali che verranno affiliate all’AIAP nazionale. Dette strutture, promosse da credenti, rappresentano un gruppo di persone che operano nell’ambito territoriale per il raggiungimento di interessi collettivi degli associati e degli scopi previsti dall’art. 2 dello Statuto nazionale, e testimoniano l’Associazione sul territorio. Il rapporto tra Sede nazionale e Sedi periferiche, in quanto testimoni dell’A.I.A.P. sul territorio, dovrà essere improntato alla più ampia e reciproca collaborazione e trasparenza.
8.2 - In ogni Sede è richiesta la presenza dell’Assistente Ecclesiastico Locale (AEL), nominato dal Vescovo della Diocesi di appartenenza.
8.3 - L’istituzione delle Sedi periferiche avviene su autorizzazione del Consiglio Direttivo, a suo insindacabile giudizio, dopo averne valutata l’opportunità ai fini associativi.
8.4 - Per la costituzione di una Sede periferica, è necessario che la richiesta venga avanzata da un gruppo di persone con un minimo di dieci Soci effettivi, con almeno due anni compiuti di anzianità associativa e residenti nell’ambito territoriale dell’istituenda struttura, che produrranno personalmente dinanzi al Consiglio Direttivo o ad un suo delegato richiesta scritta corredata dalla relazione e dai programmi delle attività che si intendono realizzare.
8.5 - I Soci richiedenti, ottenuta l’autorizzazione per la costituzione della Sede periferica, dovranno costituire una Associazione autonoma con ragione sociale (denominazione) “AIAP - Sede di …….” (nome della località). Lo Statuto dell’istituenda Sede non potrà essere, in alcun punto, in contrasto con lo Statuto ed il Regolamento associativi nazionali, ed in particolare dovrà prevedere in maniera esplicita:
a) che la Sede si costituisce espressamente al fine di aderire all’A.I.A.P. nazionale, per cui la non ottemperanza a quanto previsto da Statuto e Regolamento nazionali provoca lo scioglimento automatico della Sede periferica;
b) che alla Sede potranno iscriversi esclusivamente soci della Associazione Italiana Amici del Presepio;
c) che la nuova associazione verrà sciolta in caso di disconoscimento da parte del Consiglio Direttivo Nazionale;
d) che le cariche sociali hanno durata quinquennale.
e) che l’Assemblea eleggerà il Consiglio Direttivo, composto da un numero minimo di cinque persone. Il Consiglio Direttivo, nella prima seduta, nominerà Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere.
8.6 - Una volta costituitisi in Associazione, i richiedenti dovranno inviare al Consiglio Direttivo Nazionale:
• copia dell’atto costitutivo e dello statuto dell’Associazione neo-costituita (secondo i modelli già predisposti dalla Sede nazionale)
• il regolamento interno (secondo il modello già predisposto dalla Sede nazionale) che non potrà in alcun punto essere in contrasto con lo Statuto ed il Regolamento associativi nazionali
• l’elenco dei Soci invitati e i nominativi di quelli presenti che sottoscriveranno per accettazione l’Atto Costitutivo
• l’atto Costitutivo altresì dovrà recare l’indicazione dell’Assistente Ecclesiastico, che sarà nominato dal Vescovo della Diocesi alla quale appartiene la Sede, a seguito della richiesta scritta recante la presentazione dei nominativi avanzata dal Presidente pro-tempore della istituenda Sede territoriale
• dichiarazione, sottoscritta da tutti i soci, di accettare integralmente lo Statuto ed il Regolamento associativi nazionali, che dovranno impegnarsi a rispettare completamente
• dichiarazione di impegno, sottoscritta da tutti i soci, in caso di scioglimento o disconoscimento da parte del Consiglio Direttivo Nazionale della Struttura periferica, a sciogliere la relativa associazione territoriale appositamente costituita all’atto del riconoscimento.
8.7 - Dopo aver riscontrato la validità delle procedure di costituzione e l’ottemperanza alle norme vigenti, il Consiglio Direttivo Nazionale delibererà il riconoscimento della Sede periferica e dei suoi Organi istituzionali e ne decreterà la sua affiliazione all’AIAP.
8.8 - Il riconoscimento della Sede periferica affiliata all’AIAP avrà valore provvisorio. Decorsi due anni dalla costituzione della Sede periferica, il Consiglio Direttivo Nazionale valuterà l’attività svolta nel biennio dalla stessa al fine della conferma del suo riconoscimento. Tale valutazione si baserà sui seguenti criteri:
• qualità delle iniziative svolte e loro attinenza con le finalità associative (realizzazione di Presepi, incontri di carattere culturale e/o spirituale, visite a musei, collezioni pubbliche o private, realizzazione di corsi e concorsi, allestimento di mostre, ecc.);
• prospettive di consolidamento e radicamento nel territorio attraverso una proficua e leale cooperazione tra i Soci singoli e con le varie realtà associative locali e nazionali;
• apertura a nuovi iscritti coinvolgendo in particolar modo i giovani, al fine di ampliare e consolidare la Struttura periferica, dando prospettive di crescita e di durata. Per una più proficua attività associativa locale, la Struttura periferica provvisoria dovrà impegnarsi ad incrementare il proprio numero di Soci.
8.9 - L’Assistente Ecclesiastico locale ha il ruolo di seguire e accompagnare la formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci aderenti alla Sede periferica. Egli può esserne Socio ma non potrà rivestire altre cariche in seno alla Sede stessa. Il suo incarico decade alla presentazione della sua lettera di dimissioni.
8.10 - Si può essere Soci di una sola Sede periferica, pur potendo partecipare alle attività promosse dalle altre.
8.11 - È importante che almeno la metà delle opere esposte durante mostre organizzate dalle singole Sedi periferiche, siano realizzate dai soci afferenti alla stessa Sede organizzatrice in modo tale da garantire costantemente una proficua attività ed un consolidamento nel territorio di appartenenza.
8.12 - Le Sedi periferiche possono operare in nome e per conto dell’AIAP nazionale esclusivamente previa autorizzazione del Consiglio Direttivo Nazionale.
8.13 - Le Sedi periferiche, affiliate all’AIAP, hanno piena autonomia organizzativa, giuridica, amministrativa, contabile e gestionale. Esse sono riconosciute dall’Associazione in quanto ne perseguono gli scopi, gli obiettivi ed i fini, e sono pertanto tenute all’utilizzo del logo associativo con la grafica e nei modi che saranno indicati dall’A.I.A.P. nazionale.
8.14 - Gli Organi Direttivi delle Sedi periferiche concorrono all’attività associativa:
a) partecipando all’Assemblea annuale delle Sedi, la quale ha come obiettivo il promuovere l’incontro ed il confronto sereno tra il Consiglio Direttivo ed i vari Organi Direttivi locali attraverso uno scambio di testimonianze, esperienze e progetti nel rispetto reciproco e condiviso delle regole della nostra Associazione;
b) effettuando proposte di interesse comune ed esprimendo pareri su problemi ed iniziative prospettati dal Consiglio Direttivo;
c) trasmettendo la relazione annuale sull’attività svolta dalla Sede periferica;
d) rendendosi disponibili a collaborare, nei limiti delle proprie possibilità, a iniziative di interesse associativo generale promosse dal Consiglio Direttivo Nazionale.
8.15 - Coi limiti di cui al presente articolo, l’attività delle Sedi periferiche è ampiamente autonoma, ma nessuna deliberazione potrà essere presa laddove si ponga in contrasto con le finalità o col prestigio dell’Associazione. Da nessun atto o comportamento della singola Sede potrà comunque discendere alcuna forma di responsabilità a carico dell’Associazione nazionale medesima.
8.16 - Ove dovesse verificarsi la mancata osservanza delle finalità associative o di quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento, il Consiglio Direttivo Nazionale potrà deliberare la sospensione della Sede periferica, convocare l’Assemblea dei Soci locali al fine di verificare la situazione, e giungere fino a decretarne il disconoscimento.
8.17 - Le Sedi periferiche si avvarranno di un proprio Regolamento interno, come da modello già predisposto dall’AIAP nazionale e scaricabile dal sito AIAP o fornito direttamente dall’AIAP nazionale; in ogni caso eventuali integrazioni a questo modello non potranno essere in contrasto con lo Statuto ed il Regolamento nazionali dell’AIAP; copia del Regolamento, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Direttivo Nazionale, verrà depositata presso la Sede Centrale.
8.18 - Le Sedi periferiche possono avere conti correnti bancari e/o postali essendo costituiti in forma autonoma e con proprio codice fiscale.
8.19 - Le Sedi periferiche si impegnano a osservare ogni normativa legale e amministrativa derivante dalla propria posizione giuridica.
8.20 - È demandato alle Sedi periferiche il compito di raccogliere le quote associative dei propri Soci e di versarle in unica soluzione alla Sede nazionale, accompagnate dall’elenco dei nominativi relativi.
8.21 - Annualmente, ogni Sede periferica dovrà far pervenire alla Sede nazionale l’elenco completo dei propri soci.
8.22 - Il Consiglio Direttivo Nazionale provvederà ad emanare ed a fornire agli interessati modelli di atto costitutivo, di Statuto e di Regolamento interni a cui le costituende Sedi dovranno attenersi.
8.23 - Le Sezioni attive e in regola con le normative associative al momento di emanazione del presente Regolamento, potranno, qualora ne ravvisassero la necessità e su delibera dell’Assemblea dei Soci, intraprendere automaticamente le procedure di cui al presente articolo per la trasformazione in Sede Periferica, senza necessità di richiedere preventiva autorizzazione al Consiglio Direttivo Nazionale. Ad esse non si applicano quindi i commi 3 e 4 del presente articolo, persistendo la necessità degli altri adempimenti da compiere.
8.24 - Alle ex Sezioni, costituitesi in Sede Periferica, che avessero già ottenuto in precedenza la riconferma dopo il periodo biennale di riconoscimento provvisorio, non si applica il comma 8 di cui al presente articolo.

Art. 9 - Unità Organizzative Regionali
9.1 - A livello regionale o eccezionalmente interregionale, le Sezioni e/o le sedi periferiche, previa autorizzazione del Consiglio Direttivo, possono aggregarsi in un organismo territoriale denominato Unità Organizzativa Regionale (U.O.R.) con il preciso fine di collegare le loro attività per una migliore attuazione di quanto previsto dall’Art. 2 dello Statuto, favorendo una migliore conoscenza e promuovendo l’amicizia tra i soci delle diverse Sezioni e Sedi periferiche anche mediante attività socio-culturali in comune quali: produzione di pubblicazioni, stampati e materiale promozionale, organizzazione di gite, collaborazione per mostre e corsi di tecnica, organizzazione di conferenze, ecc. Le U.O.R. potranno stabilire programmi tendenti a valorizzare, salvaguardare e diffondere gli usi, le tradizioni e la cultura presepistica locale.
9.2 - L’adesione delle singole Sezioni e Sedi alle U.O.R., seppur auspicabile, è facoltativa.
9.3 - Le Sezioni e le Sedi che vi aderiranno potranno nominare, a rotazione massimo triennale, una Sezione o Sede con compiti di segreteria organizzativa; un delegato di ogni U.O.R. potrà relazionare direttamente al Consiglio Direttivo Nazionale sull’attività svolta, avanzando altresì eventuali proposte, in occasione dell’Assemblea annuale delle Sezioni e Sedi.

Art. 10 - Votazioni
10.1 - L’elezione dei quindici membri componenti il Consiglio Direttivo Nazionale avviene per votazione nominativa a scrutinio segreto e vi partecipano tutti i Soci aventi diritto al voto.
10.2 - Sono eleggibili solo i Soci con almeno cinque anni consecutivi di anzianità associativa.
10.3 - Il Consiglio Direttivo Nazionale ogni triennio predispone una scheda di votazione con quindici nominativi di candidati all’elezione.
10.4 - La scheda si compone di una prima parte recante dodici nominativi di candidati, proposti dal Consiglio Direttivo Nazionale, di cui almeno sette domiciliati a Roma e provincia, e di una seconda parte con tre nominativi di candidati indicati dalle Sezioni e dalle Sedi, in base alle seguenti modalità, atte a garantire la rappresentatività territoriale: un candidato scelto dalle Sezioni e Sedi settentrionali ed ivi domiciliato, un candidato scelto dalle Sezioni e Sedi centrali ed ivi domiciliato, un candidato scelto dalle Sezioni e Sedi meridionali ed ivi domiciliato. Verranno presi in considerazione i candidati proposti dalle Sezioni e dalle Sedi che abbiano avuto almeno tre preferenze. Verrà inserito nella scheda il nominativo del candidato con il maggior numero di preferenze per ogni area. In caso di assenza di candidature o qualora più candidati riportassero lo stesso numero di preferenze, la scelta del nominativo avverrà a insindacabile giudizio del Consiglio Direttivo Nazionale. La ripartizione per aree geografiche verrà di volta in volta indicata dal Consiglio Direttivo Nazionale in base al numero delle Sezioni e delle Sedi esistenti al momento. Questi tre candidati, qualora eletti, al fine di garantire un avvicendamento e quindi una rappresentanza a tutte le Sezioni e Sedi, potranno durare in carica per un massimo di due mandati.
10.5 - La scheda deve essere fatta pervenire dai soci alla Sede nazionale dell’Associazione o spedita in busta chiusa o consegnata personalmente prima dell’inizio dell’Assemblea. Non sono ammesse deleghe.
10.6 - Non si ritengono valide quelle schede che presentano qualsiasi forma di segni, simboli, cancellature senza la corrispondente sostituzione del nominativo; non si considerano altresì valide le schede che riportano segni di alcun vario genere all’interno e/o all’esterno della parte della scheda che dovrà essere scrutinata.
10.7 - L’Assemblea avrà luogo presso la Sede Sociale in Roma entro il mese di aprile.
10.8 - Chi intende votare tutti i nominativi proposti deve spedire o consegnare la scheda così come è.
10.9 - Chi intende cambiare uno o più nominativi, deve cancellarlo/i e sostituirlo/i con altro/i nominativo/i.
10.10 - Per quanto disposto all’Art. 3, i candidati al Consiglio Direttivo di Roma e Provincia possono essere sostituiti solo con nominativi di soci ugualmente di Roma e Provincia.
10.11 - Si considerano non valide le schede che presentino nominativi aggiunti senza la corrispondente cancellazione di quelli proposti o una o più cancellature senza le corrispondenti indicazioni di altri nominativi.
10.12 - La scheda dovrà comunque pervenire chiusa con riportato, sulla zona che verrà eliminata prima dello scrutinio, nome ed indirizzo del votante per permettere il preventivo accertamento del diritto al voto, ferma restando la segretezza della votazione stessa.

Art. 11 - Convegni Associativi
11.1 - Annualmente viene organizzato un Convegno Nazionale nella località scelta dal Consiglio Direttivo nazionale, anche tenuto conto di eventuali candidature.
11.2 - Il Convegno, avente carattere nazionale ed essendo il massimo evento ufficiale dell’Associazione, anche come rappresentatività esterna, dovrà essere organizzato secondo il parere vincolante e le precise indicazioni tematiche ed organizzative del Consiglio Direttivo Nazionale e dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale.
11.3 - Il Convegno deve avere il preminente scopo di promuovere lo sviluppo e la cultura Presepistica e quello di rafforzare l’attività associativa tra i Soci.
11.4 - Ad attuazione dell’Art. 2 comma a e b dello Statuto associativo, in un periodo dell’anno diverso da quello in cui ha luogo il Convegno Nazionale, potranno essere organizzati incontri presepistici a livello strettamente locale, in piena autonomia pur nei limiti imposti dalle norme associative.
11.5 - Altre iniziative a carattere interregionale o nazionale, dovranno essere sottoposte alla preventiva approvazione del Consiglio Direttivo.
UnFoePrae - Federazione Mondiale Presepistica

Il rifiorire del presepio e la costituzione di nuove Associazioni nazionali suscitò, all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, l’iniziativa di costituire una grande Federazione a carattere internazionale che riunisse le varie Associazioni di Amici del Presepio del mondo.


I primissimi contatti ebbero luogo a Roma, nell’Anno Santo 1950, fra Don Juan Perez Cuadrato, di San Sebastian (Spagna), Maria José Garrut i Romà, di Barcellona (Spagna), e Angelo Stefanucci per l’Italia.
Le riunioni continuarono l’anno successivo a San Sebastian, e finalmente, nel maggio 1952, in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale svoltosi a Barcellona, venne sottoscritto l’Atto Costitutivo della UNIVERSALIS FOEDERATIO PRAESEPISTICA (Un.Foe.Prae.). Erano presenti gruppi di Amici di Barcellona e di San Sebastian per la Spagna, Don Bruno Weehner per l’Austria, GertrudWeinhold per la Germania e ancora Angelo Stefanucci per l’Italia.

Scopi della Federazione sono: mantenere e promuovere le diversità di tradizione del presepio, favorire e promuovere la comunicazione tra i presepisti nel mondo, incoraggiare la formazione di nuove Associazioni Nazionali fornendo a tale scopo aiuto ed informazione, riconoscere la libera attività delle Associazioni Nazionali e favorire lo scambio di esempi e di esperienze a livello internazionale.

Nella prima bozza di Statuto venne anche stabilito che si sarebbe dovuto tenere un Congresso Internazionale ogni triennio (successivamente la cadenza divenne quadriennale, per la difficoltà di organizzare un evento che ogni volta riunisce centinaia di appassionati da tutto il mondo), in una città e nazione diversa di volta in volta.

Sebbene all’inizio non mancarono difficoltà, incomprensioni, diffidenze, la Federazione andò avanti e si accrebbe con nuove adesioni. Si creò in Roma un Centro di Informazioni presepistiche universali e si intensificarono contatti e amicizie in tutto il mondo: si sono fatti conoscere artisti ed artigiani, si è favorita la costituzione di nuove Associazioni nazionali, si sono allestite mostre e scambi di conoscenze presepistiche.

Nel 1982, anche la nostra Associazione aderisce all’iniziativa di Padre Juan Perez Cuadrado, uno dei fondatori dell’Un.Foe.Prae., e presenta istanza perché S. Francesco venga riconosciuto Patrono universale degli Amici del Presepio. La richiesta viene accolta nel 1985, e il 10 settembre la Congregazione Pro Culto Divino proclama S. Francesco Patrono di tutte le Associazioni degli Amici del Presepio del mondo.

In occasione dei Congressi Internazionali sono stati insigniti di una decorazione al merito Un.Foe.Prae. personalità di spicco nel mondo del presepio a livello internazionale: l’assegnazione delle onorificenze viene decisa dal Consiglio Internazionale della Federazione.

Lo Statuto attuale della Federazione prevede la figura di un Segretario Generale (attualmente l’italiano Ettore Formosa: prima di lui hanno rivestito la carica Angelo Stefanucci e Giorgio Passeggieri) e di un Presidente (che è sempre il Presidente dell’Associazione nazionale organizzatrice del successivo Congresso). Organi della Federazione sono il Consiglio Internazionale (che si riunisce una volta l’anno, di norma a Roma, dove ha sede la Segreteria, presso l’Associazione italiana) e l’Assemblea Generale dei Soci, che si riunisce in occasione dei Congressi Internazionali.
Sono membri di diritto della Federazione, in quanto fondatori, le Associazioni di Barcellona, San Sebastian, Baviera, Renania-Westfalia, Austria e Italia.
La storia dell'AIAP

Vi proponiamo, ovviamente per sommi capi, una breve storia dell’Associazione, anno per anno, dalla sua fondazione ad oggi.
Dai resoconti sono stati esclusi i Convegni nazionali, ricordati a parte; vengono citate solo le Assemblee Generali istitutive dell’Associazione o che portarono alla nascita dello Statuto, e in seguito quelle in cui venne rinnovato il Consiglio Direttivo.
Le Sezioni vengono ricordate nei primi anni dell’Associazione, quando iniziarono a formarsi: il crescere del loro numero, rende in seguito impossibile, in questa sede, la loro citazione.
Delle migliaia di Presepi artistici e Mostre realizzati in cinquant’anni dall’Associazione, si riportano quasi esclusivamente gli allestimenti curati dalla Sede Nazionale, e anche di questi solo i principali, non essendo possibile dare spazio a tutte le innumerevoli iniziative delle nostre Sezioni o di singoli Soci.

A tutti gli Amici che, in qualunque veste, hanno onorato l’Associazione con le loro opere, vada il nostro più sentito ringraziamento. Si è ritenuto giusto e doveroso inserire in queste cronache anche il ricordo di alcuni Amici scomparsi, tutte figure di primo piano nella storia dell’Associazione. L’elenco è sicuramente incompleto, per carenza di spazio, per difetto di informazione o per semplice, involontaria dimenticanza, della quale sin d’ora ci scusiamo.







1953-1962 <> 1963-1972 <> 1973-1982 1983-1992 <> 1993-2002 <> 2003-2012
"Consideriamo un grande dono poter chiamare a raccolta i vecchi e i nuovi Amici per celebrare il nostro Giubileo. E se, in tanti anni, attorno al nostro Sodalizio si è raccolta la simpatia di illustri e autorevoli persone, pensiamo che lo scopo e il significato della celebrazione abbiano già avuto la più alta consacrazione.
E da questa consacrazione abbiamo ragione di trarre gli auspici più preziosi e più sicuri per la nostra attività futura.
Perché il nostro pur festoso ricordo non avrebbe significato né scopo, se dovesse segnare soltanto un ricordo e non anche un proposito; se dovesse esser soltanto l’atto di chiusura di un periodo, pure ricco di attività, e non anche un festoso atto inaugurale di un nuovo periodo di più ampia e feconda attività."
Le Sezioni associative

Un gran numero di Sezioni si è avvicendato nell'arco di oltre mezzo secolo di vita associativa.
Alcune sono state solo un tentativo, esauritosi quasi sul nascere, ormai lontano nel tempo e nel ricordo, altre, sorte quasi contemporaneamente all'Associazione stessa, costituiscono ancora oggi una presenza viva e operante: tutte però sono state l'espressione di un'esigenza di aggregazione e di autoaffermazione locali, anche se, in taluni casi, un'eccessiva spinta individualistica ha portato ad un loro proliferare sproporzionato sul territorio, decretandone nel contempo il fallimento.
A volte una Sezione si è identificata con il suo dirigente, non supportato da sufficienti e validi collaboratori, e quando questo è venuto meno, per un qualsivoglia motivo, si è spenta, fisiologicamente o traumaticamente, in un tempo più o meno breve.
Nella grande maggioranza dei casi, però, le nostre Sezioni hanno costituito, e costituiscono, un fiore all'occhiello dell'Associazione, diffondendone capillarmente lo spirito e gli scopi, e rappresentando, tra questa e il singolo socio, un tramite insostituibile.
La prima Sezione a costituirsi fu quella di Napoli, immediatamente seguita da Campobasso e Roma; la loro attività era già fiorente nel lontano 1954.
Ancora negli anni Cinquanta, a quanto ricordava lo stesso Stefanucci nel volume speciale edito per il Venticinquennale dell'Associazione, sorsero le Sezioni di Biella, Genova, Lecco, Palazzolo sull'Oglio, per citare solo quelle il cui operato è stato più significativo e duraturo nel tempo.
Impossibile, in questa sede, citare quanto fatto, negli anni, da ogni singola Sezione: si rischierebbe, oltre tutto, di dimenticare qualcosa e, ancor peggio, di fare delle graduatorie di merito, cosa che non è certo nelle nostre intenzioni, e, del resto, della loro attività è dato ampio resoconto su ogni numero della rivista associativa.
Ci limiteremo perciò a dire che mostre, corsi di tecnica, Presepi in chiese e luoghi pubblici, conferenze, pubblicazioni, concorsi, si sono moltiplicati nel tempo, e oggi, grazie alle Sezioni, hanno assunto una diffusione capillare. In alcuni casi, le Sezioni sono state promotrici della nascita di musei del Presepio e di esposizioni o Presepi poliscenici permanenti, e spesso le loro iniziative hanno trovato ampio spazio su stampa e televisioni, locali e nazionali.
Questo l’elenco degli Amici che risposero all’appello di Angelo Stefanucci e si ritrovarono per la prima riunione costitutiva, il 28 novembre 1953, in Via Mazzarino, n. 16, in Roma, in una stanza messa a disposizione dai Padri Stimmatini: a loro il merito di aver creduto in un’idea bella e nobile, per loro il nostro pensiero affettuoso e riconoscente.



I “Padri Fondatori”
dell’Associazione Italiana Amici del Presepio


Angelo Stefanucci, Enrico La Noce, Fra Paolino Lirussi, prof. Carlo D’Aloysio da Vasto (direttore del Museo di Roma), Padre Gabriele Da Colli, gen Francesco Consoli, dr. Mario Magi (in rappresentanza delle ACLI), avv. Romolo Trinchieri, Padre Mariano Farinelli (questi primi nove vennero chiamati a costituire un Comitato per la stesura dello Statuto e di un programma di lavoro), dr. Piero Chiminelli (giornalista), ing. prof. Alessandro Koltonski (studioso polacco), Luigi Ghergo e Cittadino Moscucci (poeti romaneschi), Fra Matteo Chita, Padre Innocenzo Dam, Padre Giuseppe Widmann, rag. Riccardo Pesarini, Renato Longari, Francesco Pristerà, Edea Maviglia, Giulia e Giuseppina Conversi, Giovanna Martini, Paolo Di Bella, Pina Cecora, Enzo e Mario Targia, Mario e Renato Mattia, Pietro Pagnanelli, Domenico Moccaldi, Giuseppe Messina, Antonio Anselmo, Federico Infascelli (questi primi tutti di Roma) e ancora Francesco Valente da Manfredonia, Don Cesare Ferretti da Bologna, cav. Antonio Angelotti e prof. Antonio Lebro da Napoli.
I Presidenti dell’Associazione Italiana Amici del Presepio


Sono stati cinque i presidenti che si sono succeduti in questi anni.


Angelo Stefanucci
Presidente dal 1953 al 1990

La famiglia Stefanucci ebbe origine ad Anagni verso il XVI secolo; infatti dall'archivio parrocchiale di Sant'Andrea si rileva nel 1585 la prima registrazione della nascita di uno Stefanucci.
Il ramo di Angelo nel 1850 si trasferì a Roma, dove il nonno paterno fu "giardiniere capo" nel Quirinale, sotto il pontificato di Pio IX.
Angelo nacque a Roma il 7 settembre 1905, fin da ragazzo aderì all'Associazionismo cattolico, a 21 anni, nel 1926, venne eletto presidente del Circolo "Splendor - San Luigi" della Parrocchia di Santa Maria in Via. In quegli stessi anni partecipò al movimento degli Esploratori cattolici, ove ebbe occasione di conoscere il generale Robert Baden Powell, fondatore del movimento internazionale dello Scautismo. Nel 1920 nella stessa Chiesa, insieme al Padre Servita Giovanni Maria Pioppi, costruì il primo presepio esposto al pubblico nella vecchia sala Camaiti. Fece molteplici esperienze teatrali e svolse con successo i ruoli di attore e fondatore di filodrammatiche. Quale storico del presepio, nel 1944, pubblicò il libro "La storia del Presepio", il primo volume del quale volle donare, durante un'udienza privata, al Sommo Pontefice Pio XII. Nel 1952 con don Perez Cuadrado, Frau Gertrud Weinhold, Wechner don Bruno e Josè Maria Garrut fondò la "Universalis Foederatio Praesepistica", mentre un anno dopo, e precisamente il 29 novembre 1953 dette vita all'"Associazione Italiana Amici del Presepio" di cui divenne, fino alla morte, il Presidente per antonomasia. Fondò, e nei primi tempi finanziò, la rivista trimestrale dell'Associazione "Il Presepio" assumendone anche la direzione. Collaborò con il tedesco Rudolf Berliner alla stesura dell'opera sul "Presepio di Natale" pubblicata nel 1955. Nel 1967 fu chiamato negli Usa dal Presidente Johnson per l'allestimento nella Casa Bianca di un "Presepio settecentesco napoletano". Svolse una molteplice attività pubblicistica su giornali, riviste ed emittenti televisive sia italiane che estere. Per i meriti acquisiti fu insignito da Sua Santità Giovanni Paolo II della commenda dell'Ordine di San Silvestro. Il 7 dicembre 1990 lasciava la sua diletta e amata Roma, per dare una mano alla costruzione del Presepio più bello dell'Universo, nella Betlemme Celeste.

Giorgio Passeggieri
Presidente dal 1990 al 1999

Giorgio Passeggieri nacque a Roma il 13 novembre 1928.
Attirato dal Presepio sin dall’infanzia, grazie anche all’esempio paterno, era un appassionato del Presepio popolare, e in particolare di quello in stile romano ottocentesco. Come era nel suo carattere, anche la realizzazione del Presepio trascendeva per lui il mero fatto tecnico: un attento studio della realtà, accurate ricerche di libri e immagini d’epoca saranno sempre alla base di ogni suo lavoro. Non disdegnando nemmeno il Presepio storico palestinese, si era dedicato a raccogliere materiale anche sulla Palestina ai tempi di Gesù, e dalle sue ricerche erano scaturite una serie di interessantissime e preziose schede su usi, costumi, tradizioni della Terra Santa, preparate per i Corsi di Tecnica e pubblicate anche sulla rivista associativa.
Entrò a far parte dell’Associazione nel 1965. Pur molto impegnato dalla sua attività professionale presso l’Associazione Scoutistica Agesci, Passeggieri trovò il tempo non solo per costruire, ogni anno, un grande Presepio nella sua abitazione, ma anche per dedicarsi, anima e corpo, agli impegni associativi. Cresciuto sotto l’ala protettrice di Angelo Stefanucci, che in lui ebbe un ineguagliabile collaboratore, lo troviamo impegnato come maestro e successivamente anche organizzatore dei Corsi di Tecnica, che con lui ricevono nuovo impulso. Ben presto sarà lui a curare anche le “spedizioni” dei soci italiani all’estero, in occasione dei Congressi Internazionali (“studiate sulle carte topografiche e sugli orari ferroviari”, come ebbe a scrivere Stefanucci), a seguire la preparazione e l’allestimento di mostre e Presepi associativi, ad accompagnare il Presidente Stefanucci in molti incontri nazionali ed internazionali.
Entrò a far parte del Consiglio Direttivo nel 1981 e quattro anni dopo ne divenne Vicepresidente: circolari, appunti, verbali di Consiglio, tutto passa per le sue mani. Le sue capacità organizzative e diplomatiche, la conversazione accattivante, il sorriso sornione e bonario, lo fanno apprezzare da tutti, non solo a Roma ma in tutta Italia.
Nel 1988, in occasione del Congresso Internazionale di Rapallo, riceve il Premio Un.Foe.Prae., massima onorificenza presepistica internazionale.
Dal dicembre 1987, su invito di Mons. Carmelo Nicolosi, inizia a costruire un Presepio, sempre diverso, presso la sede dell’Associazione dei Ss. Pietro e Paolo, nella Città del Vaticano, nel Cortile di S. Damaso. Aiutato dal genero Giorgio Berardi, si dedicherà con estremo impegno a queste realizzazioni, che ogni anno riceveranno la visita del Santo Padre. Passeggieri terrà fede a quest’impegno fino al suo ultimo Natale.
Nel 1990, alla scomparsa di Stefanucci, subentra come Presidente: è un momento assai difficile per l’Associazione, che si era sempre identificata con il suo fondatore. Ma Passeggieri riesce a gestire con grande abilità la situazione, in molti casi reinventandosi in ruoli fino allora a lui sconosciuti, come quello di redattore della rivista, da sempre seguita esclusivamente da Stefanucci. Con lui tuttavia l’Associazione registra un deciso incremento di iscrizioni.
Con la presidenza associativa, Passeggieri eredita anche la carica di Segretario Generale dell’Universalis Foederatio Praesepistica, l’organismo internazionale che riunisce le tante associazioni nazionali: anche in questa veste, di grande responsabilità, riesce a gestirsi al meglio e ben presto diviene un imprescindibile punto di riferimento a livello internazionale. Del resto, per anni aveva affiancato Stefanucci anche nei vari incontri internazionali, facendosi conoscere ed apprezzare dagli Amici del Presepio esteri per la sua tranquillità, per la precisione, per la prudenza mai però disgiunta da un forte impulso a migliorarsi, per dare anche all’Organismo internazionale una veste più articolata e moderna (tra le altre cose, otterrà il riconoscimento vaticano e doterà l’Un.Foe.Prae. di uno Statuto nonché di un opuscolo informativo annuale). La sua capacità di mediazione troverà forse la sua migliore applicazione proprio in questo campo, e Giorgio saprà destreggiarsi con abilità tra tante realtà molto diverse tra loro, con in più l’ostacolo non secondario della babele linguistica che caratterizza gli incontri della Federazione.
Nel 1992 riceve dal Santo Padre la Commenda dell’Ordine di S. Silvestro Papa.
Nel 1999 decide irrevocabilmente di lasciare la presidenza associativa. Rimane tuttavia nel Consiglio Direttivo e la sua esperienza ed i suoi consigli risultano preziosi per la nuova dirigenza.
L’insorgere della malattia lo allontana, suo malgrado, dalla partecipazione attiva alla vita associativa. Continua a seguire con attenzione ogni attività, legge scrupolosamente tutte le riviste, mantiene stretti contatti con la dirigenza, Dopo la scomparsa di Stefanucci, Passeggieri rappresentò la memoria storica dell’Associazione, e sentirlo ricordare aneddoti di tutti i tipi, con il suo dire accattivante, era un’autentica gioia.
Malgrado la malattia mantenne la carica di Segretario Generale dell’Un.Foe.Prae., coadiuvato da Ettore Formosa che divenne il suo braccio operativo: la sua disponibilità alle dimissioni non trova concordi i vari rappresentanti internazionali che vedono in lui, sempre e comunque, una garanzia di continuità ed un faro a cui rivolgersi.
“Nato sotto la costellazione zodiacale dello Scorpione, in piena Via Lattea con la stella Antares, la più luminosa – scriveva di lui Stefanucci nel 1983 - . Quindi un astro fulgente, come quello dei Magi, lo ha illuminato fin dall’alba della vita e sospinto verso Betlemme”.
Morì il 6 settembre 2007, a Roma.

Mario Mattia
Presidente dal 1999 al 2005

Socio fondatore e Presidente Emerito della Associazione Italiana Amici del Presepio. Già Dirigente della Sezione di Roma.
Nato a Roma, dove risiede, da una patriarcale famiglia romana di mosaicisti dipendenti, fin dal 1700, della Santa Sede, è stato Segretario di Redazione presso la sede romana del “Giorno”.
Dal 1947, insieme al fratello Renato, inizia la realizzazione del Presepio nella Parrocchia romana di Santa Maria in Via: dal 1950, riprendendo un’antica tradizione romana settecentesca, daranno vita al “presepio romano”, ispirandosi agli acquerelli del pittore Ettore Roesler Franz.
Ha realizza innumerevoli Presepi in diverse Chiese di Roma, e tiene corsi di tecnica, in particolare sulla colorazione dei presepi.
Coature del volume “Il Presepio romano: verità e leggenda di un’antica tradizione romana” – Edizioni ESSEGI.
Nel 2000 riceve dal Santo Padre la Commenda dell’Ordine di S. Silvestro Papa.
Nel 2001/2002 diviene Ministro Straordinario dell’Eucaristia.
Nel 2003 diviene membro del Consiglio Pastorale Diocesano del Centro Storico di Roma.
E’ Segretario della Venerabile Arciconfraternita di S. Anna dei Palafrenieri e degli Addetti ai Sacri Palazzi Apostolici.
Collabora da vari anni nella segreteria della Associazione Biblica Italiana.
Nel 2004, a Hradek Kralove (Repubblica Ceca), è stato insignito del Premio Un.Foe.Prae., massima onorificenza presepistica mondiale.
Dopo una breve e crudele malattia, si spegne a Roma il 12 luglio 2011.

Gaetano Calabrese
Presidente dal 2005 al 2008

Nato a Bari ma residente a Roma, è entrato nell’Associazione nel 1990. E’ stato Dirigente della Sezione di Roma. Dopo aver prestato la sua collaborazione per diversi anni e sotto varie forme, è entrato a far parte del Consiglio Direttivo nel 2002 rivestendo la carica di Tesoriere. Fu successivamente Vice Presidente Incaricato per i Rapporti con l’Interno. Ha collaborato all’organizzazione e all’allestimento di molti presepi ed esposizioni associative, in Italia e in Tunisia, Russia e U.S.A. E’ diventato Presidente nel 2005 e ha retto la carica fino al gennaio 2008, quando ha rassegnato le dimissioni.


Alberto Finizio
Presidente dal 2008 - in carica

E’ nato a Ortona (CH) e risiede a Torvaianica (Roma).
Studioso del presepio e realizzatore sia di statue che di scenografie da presepio.
Ha allestito mostre e presepi sia in Italia – tra le altre a Roma, Milano, Belluno, Oropa (Biella), Perugia, Napoli, San Marino, Nettuno (Roma) – che all’estero – Aquisgrana (Germania), Londra (Inghilterra), Dornbirn (Austria), Varsavia (Polonia), Tunisi (Tunisia), New York e New Haven (U.S.A.), Mosca e S. Pietroburgo (Russia).
Nel 1992 ha partecipato all’Esposizione Universale di Siviglia (Spagna), scolpendo la figura di un Angelo per conto della Regione Lazio.
Suoi Presepi sono stati donati al Santo Padre Giovanni Paolo II e all’allora Presidente sovietico M. Gorbaciov.
Da diversi anni progetta e partecipa alla realizzazione del Presepio ufficiale del Comune di Roma, allestito a Piazza Navona durante la fiera natalizia.
Recentemente è stato: curatore artistico delle mostre “Presepi dal mondo” (2004) e “Il Presepio italiano” (2006) presso la Cattedrale di Tunisi; coordinatore scientifico della mostra “Christmas in miniature – Crèches from around the world”, presso il Museo dei Columbus Knights di New Haven (U.S.A.), mostra per la quale ha anche redatto i testi del catalogo (2005); membro del Comitato Scientifico della mostra “Il Presepe: una tradizione natalizia italiana”, presso la Cattedrale di Cristo Salvatore, sede del Patriarcato ortodosso, a Mosca (2005), e presso il Museo Etnografico di S. Pietroburgo (2006) per i cui cataloghi ha redatto un saggio; autore di diversi saggi per il catalogo della mostra “A Vatican Christmas – Crèches of Pope John Paul II” , presso il Museo dei Columbus Knights di New Haven (U.S.A.) nel 2006; curatore della mostra “A Christmas Journey – Nativities from across Italy”, presso il Museo dei Columbus Knights di New Haven (U.S.A.), mostra per la quale ha anche redatto i testi del catalogo (2007); autore del volume “Compendio di Storia del Presepio – Immagini della Raccolta del Museo del Presepio di Roma” (2007), insieme alla moglie Antonella Salvatori, Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio e Segretaria di redazione della rivista “Il Presepio”, che lo affianca in tutte le sue attività presepistiche.
E’ entrato nell’Associazione nel 1975, prendendo parte attiva a tutte le attività associative. Già membro del Consiglio Direttivo per un breve periodo nel 1983/84, vi rientra definitivamente nel 1999, con la carica di Vice Presidente, che terrà fino al gennaio 2008, quando, con le dimissioni del Presidente Calabrese, diviene Presidente Vicario e quindi Presidente dall’aprile 2008.
Dalla scomparsa del Presidente Stefanucci, nel 1990, cura, con la moglie Antonella Salvatori, la redazione della rivista associativa “Il Presepio”, dapprima in collaborazione con Giorgio Passeggieri, successivamente in maniera autonoma, rivestendo la carica di Direttore Editoriale.
Nel 2000, a Pamplona (Spagna), è stato insignito del Premio Un.Foe.Prae., massima onorificenza presepistica mondiale.
Gli Assistenti Ecclesiastici dell’Associazione


Sono stati quattro i sacerdoti che si sono succeduti, dal 1967, in questo importante e delicato ufficio, tutti nominati dal Cardinal Vicario di Roma. Li ricordiamo brevemente, con affetto e simpatia.



Mons. Daniele Longhi

E’ stato il primo Assistente Ecclesiastico dell’Associazione. Consacrato sacerdote nell’Archidiocesi di Trento nel 1940, ha svolto per molti anni opera pastorale nel mondo operario, prima a Trento e Bolzano, quindi a Roma, dove fu cappellano capo dell’ O.N.A.R.M.O. e primo cerimoniere nella Basilica di S. Maria Maggiore. Fu nominato Consulente Ecclesiastico nel 1967, da S.E. il Card. Luigi Traglia, Vicario di Roma, all’atto della erezione canonica dell’Associazione. Assolse l’incarico fino al 1978, quando prese possesso del nuovo titolo di Delegato Vescovile presso la Parrocchia Arcipretale Maria SS.ma Assunta di Pedemonte (VI).

“Angelo Stefanucci mi portò il Rescritto di nomina a Consulente Ecclesiastico dell’Associazione mentre mi accingevo a celebrare la S. Messa di Natale, alla quale il Presidente assistette. Tornando in sacrestia, Angelo si avvide che avevo posto quel documento sopra il Calice, perché Cristo, che rinasceva misteriosamente nell’Eucarestia, benedicesse la Famiglia presepistica, che era venuta incorporandosi nelle strutture della Chiesa; Angelo restò senza parole e quella, in vita sua, fu la prima volta!”.


Mons. Romualdo Pasquarelli

Nato a Paderno Ponchielli (CR), trascorse a Roma quasi tutta la sua vita. Ordinato sacerdote nel 1962, si occupò, in qualità di vice Parroco, dei gruppi giovanili, per poi passare ad importanti incarichi presso il Vicariato di Roma. Con la nomina da parte di S.E. Card. Ugo Poletti, Vicario di Roma e Presidente Onorario dell’Associazione, avvenuta il 28 dicembre 1978, divenne nostro Assistente Ecclesiastico, assolvendo tale missione fino alla sua scomparsa, avvenuta prematuramente nel 2001, quando, da poco in pensione, prestava servizio pastorale presso un istituto per l’handicap mentale in Liguria.

“Dite a un ragazzino: Tieni, guarda che bello Gesù Bambino! E magari, tra novant’anni, quell’ex ragazzino, anche se avesse fatto la vita di Giuda, si ricorderà di quel tizio buffo che gli fece conoscere il Bambinello Gesù, quel Bambinello Gesù che sarà là, alla fine della vita di quell’uomo, con le braccine aperte e con quelle braccine aperte lo prenderà. E perché lo prenderà? Per “colpa” dell’Amico del Presepio!”.

Padre Antonio Votta, T.O.R.

E’ diventato Assistente Ecclesiastico dell’Associazione il 21 maggio 2001, con nomina di S.E. Card. Camillo Ruini, Vicario di Roma. Nato a Villa Literno (CE), ed entrato ragazzo nel Seminario francescano del Terzo Ordine Regolare di Massa Martana (PG), è stato ordinato sacerdote nel 1975, nella Diocesi di Aversa. Dal 1976 ad oggi ha ricoperto vari uffici nella Provincia Religiosa di S. Francesco. Fino al giugno 2003 è stato Rettore della Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, a Roma, presso cui ha sede la nostra Associazione. Nominato Parroco della Chiesa di S. Achille, sempre a Roma, dovette rassegnare le dimissioni da Assistente Ecclesiastico, nel 2006, per assolvere al meglio l nuovo compito pastorale. Attualmente è nuovamente Rettore della Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta e continua la sua collaborazione con l’Associazione, a cui non ha mai fatto venire meno la sua amicizia.

Lo spirito del fondatore, il Prof. Angelo Stefanucci, dal 1953 non ha cessato di sostenere e animare l’Associazione, che conta tanti Amici.
Punto focale e centro gravitazionale della stessa è uno dei Misteri fondamentali del Cristianesimo: la Natività di Gesù, nelle varie espressioni sceniche presepiali, che suscitano nel cuore del popolo il desiderio di Dio, nella tenerezza e nel calore familiare della Capanna di Betlemme.
L’Associazione è una grande comunità, perché ha una missione da compiere: portare tutti alla Pace e guidare gli uomini alla stessa Luce divina che guidò i Magi a scoprire e adorare il Messia.

Padre Giuseppe Cellucci, O.M.I.

È nato in Atessa (provincia e diocesi di Chieti). E’ entrato nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (O.M.I.), dopo gli studi di Scuola Media e Ginnasiale, svolti sempre presso lo stesso Istituto, emettendo i primi voti il 15 settembre del 1966, al termine del previsto anno di Noviziato.
Ha condotto i suoi studi di Filosofia e Teologia di Baccalaureato presso la Federazione degli Istituti Studi Teologici (F.I.S.T.) nella città di Torino.
E’ stato ordinato sacerdote l’8 aprile del 1972, dall’allora vescovo di Chieti S.E.Vincenzo Fagiolo, di venerata memoria.
I primi anni del suo ministero sacerdotale missionario li ha svolti con i giovani del Centro Giovanile di Marino Laziale (1972-1977).
Dal 1977 si è inserito nell’attività della missione ad gentes: prima svolgendo svariati ruoli nel Segretariato Missionario O.M.I., e poi collaborando con l’Ufficio Missionario della diocesi di Roma (1977-1981).
Nel frattempo, come assistente spirituale, ha svolto ruoli di formazione spirituale per i giovani del volontariato civile, appartenenti al gruppo del COMI.
Nel 1981 ha seguito corsi di Formazione alla Comunicazione Audiovisiva e la Fede presso il Centro Internazionale ed Ecumenico CREC-AVEX, diretto da P. Pierre Babin, nella città di Lione (Francia), conseguendo un Diploma.
Dal settembre 1982 al giugno 1983 ha frequentato lo SPICS, scuola internazionale di formazione per la Comunicazione Sociale organizzata dai Padri Paolini in Roma, conseguendo il Diploma finale.
L’attività principale di ministero missionario oblato, Padre Cellucci l’ha svolta nelle missioni popolari, trovando per questa, quasi ogni anno, tempo per un impegno diretto.
Dal gennaio 1985 al dicembre 2002 ha svolto attività di ruolo specifico presso la Direzione Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (PP.OO.MM.) nel Servizio Audiovisivi. In questa attività ha seguito, e curato personalmente, la pubblicazione e l’edizione di numerosi e svariati sussidi audiovisivi, come posters, quaderni con diapositive e schede di riflessione, audiocassette, videocassette. Tutta produzione messa poi in circolazione e a disposizione degli uffici Missionari Diocesani della Chiesa Italiana, e di cui ha curato direttamente la diffusione.
Nel 1985 ha iniziato una fattiva collaborazione con la Radio Vaticana, e in particolare con il programma italiano Orizzonti Cristiani, rendendosi disponibile a comporre programmi di formazione missionaria per l’ottobre missionario, presentati poi come audiolibri; programmi di meditazione mariana e missionaria. Dal 1990 è nel gruppo dei sacerdoti chiamati a celebrare la Santa Messa, che viene trasmessa in diretta ogni domenica mattina.
Dal gennaio 2004 è impegnato direttamente in una pubblicazione della Congregazione O.M.I., la rivista Missioni OMI, dove svolge compiti di capo-redattore, pubblicista, responsabile reparto foto, composizione fotografica, rapporti con la tipografia, archivista.
Dal settembre 2004 è stato nominato dal Vicario di Roma come Cappellano per la Pastorale Universitaria di Roma nelle Facoltà di Sociologia, Scienza della Comunicazione, Scienze dell’Informazione e Studi Orientali presso l’Università La Sapienza, e si appoggia per questo ministero presso la parrocchia S. Teresa d’Avila in Corso d’Italia.
Il 20 marzo 2006 è stato nominato dal Vicario di Roma, S.E. Card. Camillo Ruini, Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio (AIAP), incarico che ricopre a tutt’oggi, con compiti di formazione e guida spirituale dei Soci.
I Convegni Nazionali


Il Convegno annuale, gestito ogni anno da una Sezione locale diversa, con il suo carattere nazionale permette a tutti gli associati di incontrarsi, confrontarsi e crescere a livello di idee, tecnica e cultura presepistica.
Questo permette l'incremento e la diffusione del presepe e la possibilità di favorire tra i suoi cultori vincoli di fraterna amicizia.
Il Convegno viene gestito da una Sezione A.I.A.P. diversa ogni anno, sulla base di un programma approvato preventivamente dal Consiglio Direttivo.
Questo permette a chi vi partecipa sia di scoprire posti sempre nuovi, sia di vivere giornate con persone accomunate tutti dalla stessa passione.
Esposizioni ed allestimenti artistici

Quanto di seguito esposto illustra solo i principali allestimenti curati direttamente dalla Sede Nazionale di Roma negli oltre 50 anni di attività dell'Associazione, a cui vanno aggiunti i Presepi realizzati, nel corso degli anni, per alcune delle principali Chiese di Roma, per l’Associazione Ss. Pietro e Paolo presso il Vaticano, le opere donate ad importanti personalità (tra gli altri S.S. Paolo VI, S.S. Giovanni Paolo II, Michail Gorbaciov, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone).
Altre Mostre e allestimenti presepiali, sia in Italia che all’estero, sono stati organizzati, nel corso degli anni, da ognuna delle Sezioni dell’Associazione.

Titolo         Data
                    Gli auguri di Natale del presidente AIAP Alberto Finizio                   25/12/2011
                    Roma: Il presepio AIAP di Piazza Navona  23/12/2011
                    Roma: Domani inaugurazione presepe AIAP a Piazza Navona     21/12/2011
                    Saracinesco: Domenica 18 inaugurazione "Natale in Unità"           15/12/2011
                    Roma: La mostra della sezione romana AIAP                14/12/2011
                    Roma: Con l'Avvento torna Padre Giuseppe                   26/11/2011
                    Roma: Da oggi Presepio.it è anche su Google +!             22/11/2011
                    Roma: Corso AIAP di presepismo a novembre               28/10/2011
                    Canosa: “CANOSAPRESEPI“ XIII Edizione                  08/10/2011
                    Roma: Corso di presepismo - Precisazione   06/10/2011
                    Roma: In ricordo di Mario Mattia domenica 11 settembre              30/08/2011
                    Atessa: Ancora qualche posto libero per il Convegno AIAP             30/08/2011
                    Atessa: XLII Convegno Nazionale Variazione programma             23/08/2011
                    Reggio Calabria: La scomparsa di Maria Sorgonà         22/08/2011
                    Importante aggiornamento per le Sezioni     30/07/2011
                    Roma: E' morto Mario Mattia     12/07/2011
                    Città di Castello: XI Mostra arte presepiale - Precisazione               29/05/2011
                    Messina: 10° Anniversario sezione A.I.A.P di Messina  15/05/2011
                    Roma: 14 e 28 maggio corsi di tecnica presepistica       16/04/2011
                    Roma: Eletto il nuovo C.D. AIAP                   12/04/2011
                    IV Corso di arte presepiale a Messina            23/03/2011
                    Aprilia: Aperte iscrizioni per il prossimo corso di presepismo            21/01/2011
                    Roma: Presepio alla Regione Lazio e Mostra in Santa Maria in Via                  26/12/2010
                    Roma: Il presepio AIAP di Piazza Navona  26/12/2010
                    Il presepe della sezione AIAP di Roma
Le meditazioni di Padre Giuseppe Cellucci O.M.I., assistente ecclesiastico A.I.A.P.

Raccogliamo in questa pagina i pensieri e le meditazioni del nostro assistente ecclesiastico Padre Giuseppe dedicate alle maggiori feste cristiane, per riflettere sul significato più profondo del "fare il presepe".


Per chi volesse contattare direttamente Padre Giuseppe questa la sua mail: giuseppecellucci.omi@fastwebnet.it


Pasqua 2012
08-04-2012

Battesimo del Signore
08-01-2012

Epifania del Signore
06-01-2012

Festa della Madre di Dio
01-01-2012

Natale 2011
25-12-2011

IV Domenica d'Avvento 2011
18-12-2011

III Domenica d'Avvento 2011
11-12-2011

Immacolata Concezione 2011
08-12-2011

II Domenica d'Avvento 2011
04-12-2011

I Domenica d'Avvento 2011
27-11-2011
Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo
09-01-2011

Epifania di Nostro Signore
06-01-2011

II Domenica dopo Natale
02-01-2011

Festa della Madre di Dio
01-01-2011

La Santa Famiglia
26-12-2010

Natale 2010
25-12-2010

IV Domenica d'Avvento 2010
19-12-2010

III Domenica d'Avvento 2010
12-12-2010

Immacolata Concezione 2010
08-12-2010

II Domenica d'Avvento 2010
05-12-2010

I Domenica Avvento 2010
28-11-2010
Risorse per Presepi

In queste pagine riportiamo, suddivisi per categorie, spiegazioni link e materiale scaricabile gratuitamente che possono tornare utili per costruire i presepi, creare una atmosfera più natalizia, per passare ore e ore di gioco con i bambini o ... anche per semplice curiosità.


Tecniche e suggerimenti per costruire presepi

In queste pagine troverete suggerimenti, articoli, foto e progetti per realizzare presepi piccoli o grandi, semplici o complessi ma comunque sempre da fare con il cuore!
Musica natalizia

Dalla classica al rock, dalle zampogne all'elettronica, i classici di questo periodo provenienti da tutto il mondo da utilizzare come sottofondo musicale ai vostri presepi.
Suoni per il presepe

Il suono di una campana, il raglio di un asino, il chicchirichì del gallo .. qui potete trovare questi e tanti altri suoni per rendere più realistici vostri presepi.
Tecniche e suggerimenti per costruire presepi


Iniziare a costruire un presepio - Prima parte
Iniziare a costruire un presepio - Seconda parte
Iniziare a costruire un presepio - Terza parte

Costruire il presepio con la tecnica del Das - Prima parte
Costruire il presepio con la tecnica del Das - Seconda parte

Dal riciclo al ... presepio - Prima parte
Dal riciclo al ... presepio - Seconda parte

Presepi di legno e corteccia
Ricomincio da tre - Prima parte - Vai alla parte 2 - Vai alla parte 3

di Alberto Finizio

In parecchi, durante i corsi di tecnica, ci confessano di trovarsi in difficoltà proprio nell’ideare, nel concepire il Presepio: pur espertissimi di camini fumanti, comete sfreccianti, cascate zampillanti e fantasie architettoniche, vengono assaliti dal panico, da una sorta di agorafobia presepistica, nel trovarsi di fronte lo spazio vuoto, il «nulla», che dovrà ospitare il Presepio. «Da dove comincio?» ci sentiamo spesso chiedere. Per questo vogliamo affrontare proprio questo argomento, scusandomi con chi, più esperto, troverà scontato o banale quanto stiamo per esporre.


CONSIGLIO AI PAPÀ

In un articolo apparso su “Il Presepio”, diversi anni fa, il grande maestro presepista spagnolo José Maria Rebé rivolgeva ai lettori, padri di figli ancora piccoli, un invito che condivido pienamente e che voglio, perciò, riproporvi.

Dal momento che fare il Presepio non è solo un esercizio tecnico, ma un importante momento di aggregazione, è importante fare in modo di attirare l’attenzione e l’interesse dei bambini. Per questo Rebé suggeriva di fare (o almeno, aggiungerei, fare anche, in più e appositamente) un Presepio molto semplice, ricco di tutti quegli elementi capaci di incuriosire e coinvolgere un bambino, dalla stella cometa ai laghetti, dalle tante casette alle figurine vivacemente colorate.

E appena possibile, è altresì importante coinvolgere il bambino direttamente nella costruzione del Presepio, anche se farà qualche danno o sporcherà un pò per casa. Come è stato per molti di noi, questi diventeranno ricordi tra i più belli e vivi, per l’adulto di domani, ed il suo amore per il Presepio non morirà mai, perpetuando questa secolare tradizione.


PERCHÉ “RICOMINCIO DA TRE”

Il titolo scherzoso vuole alludere ai tre punti fermi da cui dovremo necessariamente muovere per costruire il nostro Presepio, le tre sole certezze di cui disponiamo in partenza, le tre “esse”: lo spazio a disposizione, le statue in nostro possesso, lo stile del Presepio.

Lo spazio
Per prima cosa, dunque, dovremo conoscerne esattamente le misure: larghezza, profondità ed altezza. Per i Presepi «casalinghi», sceglieremo un posto che sia centrale e vitale nella casa, senza relegare la costruzione in un angolo seminascosto e poco frequentato!

Dalla localizzazione e dall’ambiente circostante, può dipendere la scelta, a volte obbligata, tra Presepio a cielo aperto o diorama (su questa distinzione torneremo in seguito).

Limiteremo dunque lo spazio disponibile, e realizzeremo il piano su cui dovrà posare la costruzione, che sarà posto ad un’altezza tale per cui le figure in primo piano verranno ad avere la testa in corrispondenza dei nostri occhi (calcolando l’altezza umana media, circa 150 cm.). Pertanto, se avremo statue alte 20 cm., il piano sarà a 130 cm. da terra; con statue di 10 cm., il piano sarà a 140 cm. da terra, e così via (fig. 1). Può essere utile realizzare una stretta pedana, posta a terra davanti all’imboccatura del Presepio, per consentire una visione più agevole ai bambini ed ai… meno alti.


Le statue
Possono prospettarsi tre possibilità: 1. possiamo procurarci tutte le statue che ci servono, nei costumi e negli atteggiamenti che vogliamo – 2. dobbiamo accontentarci di quello che troviamo in commercio, accessibile alle nostre tasche – 3. abbiamo già le statue.

Nel primo caso avremo ampia libertà d’azione nel progettare il Presepio, negli altri saremo fortemente condizionati; ma quel che conta, in tutte e tre le eventualità, è che le statue siano davanti a noi prima ancora di iniziare a lavorare. Da esse infatti dipenderanno le proporzioni del Presepio, l’architettura, lo stile.

Tutte le costruzioni dovranno essere proporzionate alla misura delle statue ed al loro numero. Se disponiamo di statue di un’unica misura, progetteremo un interno, o comunque le collocheremo solo nel primo piano, evitando di mostrare, in lontananza, figure «mitologiche» che potrebbero comodamente sedersi sui tetti delle case vicine.
Non occorrono tantissimi pezzi: l’eccessivo affollamento non giova alla rappresentazione (eccettuato, naturalmente, il caso, del tutto particolare, del Presepio napoletano) e non è necessario inserire ad ogni costo tutte le statue che possediamo nella scenografia.

L’ideale sarebbe ovviamente possedere statue di varie misure (fig. 2), così da poterle collocare nei vari piani, badando comunque a non posizionarle mai sul fondo del paesaggio, dove sarebbero comunque irreali (l’occhio umano non potrebbe mai scorgere un uomo sulla vetta di un monte all’orizzonte!).
Badiamo che tutti i pezzi utilizzati siano coerenti per i costumi (evitando improbabili commistioni tra zampognari molisani e pastori palestinesi) e, in base ad essi, decideremo…


… Lo stile
del Presepio. Tutti i Presepi possono, in linea di massima, essere ricondotti a due grandi categorie: «storici» e «popolari». Nel primo caso, intendiamo il Presepio di ambiente palestinese (comunemente ed impropriamente detto «orientale»), che cerca di riprodurre, per quanto possibile, la realtà in cui nacque Gesù. Il Presepio «popolare», invece, si caratterizza per la massima libertà di localizzazione, storica e geografica, dell’Evento. Avremo così, nei vari Paesi, ambientazioni napoletane, romane, catalane, provenzali, e così via, ma anche medioevali, settecentesche o… siderali.

Vale anche per l’ambientazione lo stesso discorso fatto per le statue, cioè un’uniformità di caratteristiche architettoniche nell’ambito dello stesso Presepio, nel quale collocheremo evidentemente le statue con i costumi adatti (unica deroga ammessa è la costanza dell’abbigliamento tradizionale palestinese per la Sacra Famiglia ed i Magi, anche nei Presepi popolari).
Ricomincio da tre - Seconda parte - Vai alla parte 1 - Vai alla parte 3

di Alberto Finizio



A CIELO APERTO O DIORAMA

Altra scelta da operare a priori, optando per l’una o l’altra soluzione, dettata da esigenze sceniche o ambientali.

Per «diorama» si intende una riproduzione tridimensionale, in prospettiva, di una scena reale corrispondente a quanto lo sguardo può abbracciare da un dato punto. È, in piccolo, quanto si realizza in teatro, cioè un apparato scenico chiuso sul fondo e sui lati, e visibile quindi soltanto da un lato. Si presuppone quindi un cassone, che contiene la scenografia visibile solo da una «finestra» posta sul davanti.

È certamente la soluzione che garantisce i migliori effetti di prospettiva, profondità ed illuminazione, ma a volte può essere necessario realizzare il proprio Presepio «a cielo aperto» (fig. 3), cioè chiuso solo sulla parete di fondo, o addirittura visibile sui quattro lati; in una stanza non molto grande, ad esempio, inserire una cassa, magari molto ingombrante, può creare qualche problema e comunque appesantire l’ambiente con un effetto finale non dei più gradevoli. Anche con questa seconda soluzione, tuttavia, e cioè del Presepio a cielo aperto, si possono ottenere risultati pregevoli, avendo magari l’accortezza di non cercare effetti di profondità e prospettiva, ma concependo il Presepio su un unico piano prospettico, con una illuminazione fissa, essenzialmente interna alle costruzioni.


Presepio a diorama
Parliamo di questo tipo di costruzione perché più complessa e difficile da realizzare. Abbiamo detto che in questo caso il Presepio (fig. 4) sarà completamente chiuso in una cassa (o, per lavori di grandi dimensioni, nascosto da opportuni tendaggi), e rimarrà visibile solo da un’apertura, detta boccascena, che, a lavoro finito, guarniremo con una cornice, o della stoffa, o dei rami.

Le dimensioni di questa apertura potranno variare ma saranno comunque molto inferiori a quelle della parete in cui essa è inserita (fig. 5); di norma, la boccascena ha una misura di circa un terzo della larghezza del Presepio. Questo al fine di limitare il campo visivo dell’osservatore e favorire così la realizzazione di effetti prospettici, che presuppongono un unico punto di visuale.

Sempre a questo fine, l’apertura, all’interno del Presepio, sarà ulteriormente ridotta posizionando ai suoi lati pareti in muratura o rocce, come nel disegno.
Per comodità di lavoro, costruiremo la scenografia fuori dalla cassa, inserendola nella sua sede definitiva solo a lavoro ultimato.
È però importante che sin dall’inizio siano indicate le dimensioni e la posizione della boccascena. Ci serviremo per questo di un foglio di cartone ritagliato o di semplici cordicelle che tenderemo a delimitare i bordi dell’apertura (fig. 6). Così potremo iniziare la costruzione avendo ben chiaro e presente quel che vedremo a lavoro ultimato.


IL DISEGNO
Nel momento in cui si accinge a costruire un Presepio, ognuno di noi avrà naturalmente in mente un’idea, più o meno elaborata e dettagliata, che potrà essere originale o ispirata, in misura maggiore o minore, ad un Presepio già esistente o ad un paesaggio reale, visti dal vivo o in fotografia.

Qualunque sia e comunque nata l’idea di partenza, è sempre opportuno, prima di iniziare a lavorare, fissarla sulla carta, trasformarla cioè in un disegno, sia pure di massima, che ci consentirà di evidenziare eventuali problemi e di apportare le opportune modifiche.

Nell’ideare un Presepio, sarà bene mettere in pratica alcuni suggerimenti di base che garantiscano un risultato migliore.
Mi riferisco, ad esempio, ai piani sfalsati (fig. 7), cioè una disposizione dei vari elementi che compongono il Presepio ad altezze diverse, e non su un unico piano, in modo così da conferire movimento e veridicità all’insieme, che altrimenti risulterebbe troppo piatto e amorfo.

Altro accorgimento è quello di «incorniciare» l’apertura (boccascena) del Presepio con degli elementi (alberi, quinte) che hanno il duplice scopo di limitare e restringere il campo visivo, facendo convergere lo sguardo dell’osservatore verso il centro della rappresentazione, nonché di dare un’impressione di maggiore profondità (fig. 8).

Sarà bene inoltre prevedere sin dal primo momento l’ubicazione dell’eventuale vegetazione, specie se si tratta di alberi da collocarsi nel primo piano, che entrano a far parte, a tutti gli effetti, della scenografia come elementi primari e non di complemento. Una volta abbozzato il disegno, è opportuno ricavarne una più o meno sommaria planimetria. Tracceremo quindi la pianta del ripiano a disposizione, riportandovi la curvatura del cielo e l’apertura della boccascena, e su di essa andremo a segnare la posizione e il prevedibile ingombro dei vari elementi scenografici.

Già in questa fase, bisogna prevedere, specie per Presepi di grandi dimensioni, un piano di base opportunamente interrotto, cioè con uno o più «camminamenti» che consentano di «entrare» nel Presepio, sia in fase di costruzione che in seguito, per eventuali interventi di manutenzione e ritocco (fig. 9).

IL BOZZETTO
A questo punto passeremo dal disegno al bozzetto, cioè alla realizzazione pratica in carta o cartoncino dei vari elementi che comporranno il Presepio, così da avere subito l’immagine tridimensionale di quello che sarà il risultato finale del nostro lavoro.

La trasposizione sarà a grandezza reale per i Presepi di piccole dimensioni, ovvero in scala (cioè in dimensioni ridotte, ma naturalmente in proporzione, rispetto al Presepio che sarà) per lavori di grandi dimensioni.
Sarà sufficiente realizzare solo le sagome dei vari elementi, senza curarsi dei dettagli, ma badando esclusivamente alle masse ed ai contorni (fig. 10).

Si dovrebbe, a questo proposito, spostare il discorso sulla prospettiva, ma, ricordata l’importanza in questo senso del piano inclinato, cioè del piano di base del Presepio che va a salire verso il fondo (come ben si evidenzia dal disegno in sezione – fig. 11), mi limito a rimandare, per la trattazione di questo tema di fondamentale importanza, ad altro articolo.
Con il bozzetto avremo la possibilità di notare errori, difetti o carenze nel progetto, e potremo apportare, con estrema facilità e con poco lavoro, le necessarie correzioni.



SCOMPOSIZIONE IN PIANI
Per realizzare il bozzetto, dovremo scomporre il disegno di partenza nei vari piani che lo compongono. Ogni paesaggio infatti è costituito da piani successivi, che vanno gradualmente allontanandosi dall’occhio dell’osservatore (fig. 11).
In linea di massima, per ogni Presepio, potremo «isolare» due o tre piani: il primo piano, più ampio e più dettagliato, con le costruzioni di maggiori dimensioni, il secondo, ed eventuali piani successivi, sempre meno ampi e meno dettagliati, anche se all’osservatore dovranno dare l’impressione di essere più vasti del primo piano.

Nella costruzione del Presepio, inizieremo a lavorare il primo piano, per passare, una volta completatolo, al secondo e così via; questo per non correre il rischio di lavorare parti poi nascoste dai piani precedenti, e per avere l’immediata percezione della giustezza delle proporzioni e, in definitiva, dell’effetto finale.

Le parti più lontane del paesaggio (il profilo dei monti ad esempio) possono essere anche realizzate con semplici sagome dipinte e, in carenza di spazio o di tempo, si può ricorrere, con le dovute accortezze, alle sagome dipinte pure per piani più vicini.

Ricordiamo infine che il bordo anteriore di ogni piano sarà posto più in basso rispetto alla parte posteriore del piano precedente, per evitare «sforature», cioè che l’occhio dello spettatore possa scorgere parti non lavorate.
Adesso siamo finalmente in grado di porre mano alla costruzione, sicuri di affrontarla con le idee chiare e senza correre il rischio di trovarci davanti a spiacevoli sorprese.

Naturalmente nel corso del lavoro potremo decidere, seguendo l’ispirazione del momento, di apportare qualche variazione rispetto al bozzetto, ma staremo bene attenti a non lasciarci prendere troppo la mano, per non vanificare tutto il lavoro precedente, stravolgendo e magari peggiorando il progetto di partenza.
COME COSTRUIRE IL VOSTRO PRESEPIO CON LA TECNICA DEL DAS - Vai alla parte 2

di Giorgio Lombardi

Questa tecnica è consigliata per Presepi di piccole dimensioni (circa cm. 130 x 130). Il DAS sostituisce la scagliola (tecnica del gesso) nella costruzione di case, interni di abitazioni, porte, finestre, stalle, muretti, strade, pavimenti, colonne, etc. Non è consigliato per la realizzazione di valli, monti, pianure e panorami in genere a causa della grande quantità di DAS da impiegare.

Vantaggi: va bene per Presepi da costruire sul tavolo di casa. Non sporca, non causa polvere come la scagliola, e a lavoro ultimato il vostro Presepio risulterà molto solido. Il DAS si trova in tutte le mesticherie e cartolerie ben fornite in pani da 1/2 Kg. e da 1 Kg.

Svantaggi: il costo è più elevato di quello della scagliola.

Attrezzi e materiale necessari:
legno compensato, cutter, seghetto da traforo, colla vinilica, acqua, pennello per spalmare la soluzione di acqua e colla, pistola per colla a caldo e coltellino di quelli che si usavano un tempo per temperare le matite.

Lavorazione
Se ad esempio volete realizzare una casa, procedete in questo modo. Disegnate su legno compensato le pareti della casa, le aperture delle porte e delle finestre, che poi taglierete con il cutter o con il traforo. Assemblate le varie parti della casa con la pistola a caldo; fatto questo potete iniziare a rivestirla con il DAS. Prendete un pezzo non troppo grosso di pasta, manipolatela inumidendo spesso le mani, e poi stendetela facendo pressione su di essa con i polpastrelli delle mani fino a ridurla come una pasta sfoglia, tenendo presente che lo spessore dovrà essere tale da consentire l’incisione abbastanza profonda fra pietra e pietra.

L’ideale per tale operazione è lavorare il DAS su di un pezzo di tessuto plasticato, del tipo di quello lavabile che si usa sul tavolo. Quando sarete pronti ad applicare la pasta, prendete la vostra stuttura in compensato, bagnate con una soluzione di acqua e colla vinilica la parte che dovete rivestire, poi ponetevi sopra il DAS facendo pressione con i polpastrelli delle mani, questo per fare aderire bene la pasta al legno.

Subito dopo, finchè il DAS è fresco, bisogna procedere a incidere pietre, sassi e tutto ciò che volete realizzare per dare alla casa l’aspetto voluto: a questo scopo usate il coltellino descritto in precedenza (questa è l’arma segreta per lavorare il DAS). La stessa procedura vale per realizzare porte, finestre, muretti, colonne, pavimenti, travi etc.

Si raccomanda di procedere sempre a piccoli settori, non permettendo mai che la pasta indurisca perchè se ciò avvenisse non sarebbe più possibile lavorarla.

Alcune raccomandazioni: ricordare di tenere sempre pulita la lama del coltellino, evitando che residui di pasta rimangano su di esso. Allo scopo tenete a disposizione un piccolo barattolo di acqua che servirà per lavare il vostro attrezzo e renderlo scorrevole.
Se dovete realizzare una superficie liscia, dopo avere applicato il DAS, intingete i polpastrelli delle dita nell’acqua e poi passateli sopra. Se invece vorrete creare un muro ruvido, usate un pennello con le setole abbastanza dure picchiettando sulla superficie applicata.

Per quanto riguarda la fase pittorica, la procedura sarà uguale a quella che viene usata con la tecnica del gesso. Potete usare, a vostro piacere, le tempere, le terre o gli acrilici.

Per potere essere ancora più chiari vi proponiamo ora una serie di immagini che hanno lo scopo di togliere eventuali dubbi. Sperando di essere stati abbastanza esaurienti non ci rimane che augurarvi un buon lavoro e vedrete che con un po’ di pazienza avrete molte soddisfazioni.


Foto
1. In questa immagine vediamo gli elementi indispensabili per la lavorazione del DAS: in primo piano il DAS, poi in secondo piano, sopra la struttura di legno che useremo in seguito, vediamo il coltellino, unico strumento per la lavorazione della pasta, quindi la colla vinilica e il barattolo con la soluzione di acqua e colla, con il pennello che servirà per bagnare il legno prima di applicare il DAS.

Sotto a tutto si può notare il tovagliato in plastica sul quale si stenderà il DAS.

Ricordarsi di tenere sempre a portata di mano uno straccio e di lavarsi spesso le mani per rimuovere lo strato di pasta rimasta attaccata alle dita e al palmo delle mani.

Dopo avere tolto il pezzo di DAS necessario al vostro lavoro, abbiate cura di chiudere con la massima attenzione l’involucro contenente il rimanente affinchè non entri aria: ciò infatti provocherebbe l’indurimento del prodotto rendendolo inutilizzabile. Se il DAS sarà ben chiuso dentro un sacchetto di nylon, durerà anche dei mesi.

2. In questa immagine sono visibili alcune strutture: la parte posteriore di un pezzo di casa, la parte posteriore di un arco che potrà essere utile per porte ad arco e per porticati di diverse misure. Una volta preparato l’arco, come si nota nella foto, dovrà essere poi rivestito di DAS per dare la giusta rotondità e fare sparire le imperfezioni.
Il compensato con i due sostegni è la struttura utile per fare delle stradine fra le pareti delle case. Sul piano stradale verrà poi applicato il DAS.

Foto 1

Foto 2
3. In questa immagine prendiamo in esame il pezzo anteriore di casa di cui abbiamo visto la parte posteriore nella foto precedente. Si possono notare diversi tipi di rivestimento. In basso a sinistra vediamo l’applicazione che simula un rivestimento di sassi. Abbiamo preso piccole pallottoline di DAS che abbiamo manipolato con le dita e che poi abbiamo applicato al legno dopo averlo bagnato.

A lato della porta, abbiamo steso un pezzo di pasta dopo averla lavorata sul piano di plastica; dopodichè abbiamo inciso le grosse pietre con il coltellino, smussando gli angoli con la parte piatta. Sempre con la punta del coltellino abbiamo poi creato delle imperfezioni per dare l’idea delle pietre rovinate. La stessa cosa vale per la parte destra della casa dove si nota un muro fatto di piccole pietre, mentre nella parte alta abbiamo simulato una sbrecciatura.

Per la porta abbiamo preparato una sfoglia di DAS che poi abbiamo collocato nello spazio di legno. Con il coltellino abbiamo poi inciso le assi e le abbiamo invecchiate tracciando su di esse dei segni longitudinali (alcuni più sottili, altri più pesanti). Dopodiché abbiamo preparato, come si vede, due striscioline che sono servite per le assi orizzontali, applicandole dopo avere bagnato la parte utile.

Il catenaccio è stato fatto con una piccola pallottolina di DAS manipolata con le dita e poi assottigliata facendola scorrere sul piano di plastica. Ottenuta la misura voluta, sollevandola delicatamente con il coltellino l’abbiamo posata nel punto voluto, come si può notare nell’immagine. Anche la trave sulla porta è stata fatta dando la forma voluta al DAS poi collocato sopra la porta, dopo avere bagnato il punto giusto; anche in questo caso abbiamo fatto delle incisioni per dare il senso del vecchio.

Ancora alcuni suggerimenti:
- bagnare sempre il legno prima di applicare il DAS; se necessario, staccare la pasta dal piano di lavoro usando il coltellino;
- tenere sempre la lama del coltellino pulita e quando occorre bagnarla nell’acqua per renderla più scorrevole;
- oltre al filo del coltellino usare anche il piatto della lama o la punta quando occorre;
- bagnare in modo più ampio il legno che dovete rivestire: così facendo, quando applicherete il DAS sarà possibile stenderlo ulteriormente essendo la parte bagnata molto scorrevole.

Se commettete qualche errore durante l’applicazione, niente paura, perchè finchè il DAS è fresco si può sempre rimuovere o correggere passando sulla parte sbagliata il polpastrello delle dita bagnato nell’acqua, cancellando così l’incisione o ciò che volete modificare.

Foto 3
4. Una scena in corso di lavorazione
Si possono notare pietre e motivi già ultimati: le parti policrome sono state eseguite dopo avere applicato il DAS e averlo lisciato con il dito bagnato nell’acqua; cosi facendo si ottiene una superficie quasi perfetta.
In primo piano si notano il fronte e il retro di due colonne sulle quali è stato applicato il DAS che poi è stato lavorato ed è ormai pronto per essere dipinto.

Per realizzare le colonne, abbiamo recuperato presso rivenditori di stoffe i tubi su cui sono avvolti i tessuti e che una volta utilizzati vengono poi scartati (ne esistono di diverse dimensioni). Vanno benissimo anche i tubi della carta stagnola o della pellicola che serve ad avvolgere gli alimenti.

Nel nostro caso, dopo avere segato i tubi nella giusta misura, abbiamo praticato sul retro un’incisione più larga in basso e più stretta sopra per dare alla colonna un aspetto troncoconico. Nella parte bassa abbiamo poi inserito un pezzetto di legno per mantenerla aperta ed infine abbiamo incollato con colla a caldo. Altri tipi di colonne saranno visibili nelle immagini successive.

Foto 4 - Una scena in corso di lavorazione
5. Esempio di costruzione in legno e DAS
Vediamo come è stata preparata la struttura che poi verrà rivestita con il DAS e che sarà poi il risultato di foto n. 6.
Abbiamo usato pezzetti di compensato recuperati dagli scarti di falegnami da noi visitati allo scopo (costo zero).

Si tagliano con il cutter o traforo i pezzi nelle misure volute, poi si uniscono fra di loro con colla a caldo, e se necessario vanno rinforzati nei punti in cui vanno a collimare con altri pezzetti di legno. Fatto questo, sarete pronti per rivestire le varie parti con il DAS: allo scopo dovete tenere presente quanto suggerito nelle spiegazioni generali.


6, 7 e 8. Presepe palestinese o biblico
In queste immagini si vedono chiaramente come sono state realizzate le costruzioni, i massi squadrati che rivestono la casa più alta oppure i massi irregolari che sostengono il piano su cui appoggiano le case.

Da notare la scala e il muretto.

In profondità si osservano le casette di foggia palestinese (piccoli rettangoli o quadrati di legno poi rivestiti di DAS sui quali sono state scolpite porte e finestre); anche i piccoli cipressi sono fatti interamente di DAS. La realizzazione è molto semplice: un pezzetto di DAS viene affusolato e al suo interno viene inserito uno stuzzicadenti bagnato nella colla; poi con il coltellino si praticano delle piccole incisioni e il gioco è fatto.
Tutto il panorama è stato realizzato in gesso scagliola.
COME COSTRUIRE IL VOSTRO PRESEPIO CON LA TECNICA DEL DAS - Vai alla parte 1

di Giorgio Lombardi


9 e 10. Presepe popolare
Tutte le case sono state rivestite in DAS (come si può notare sono tutte diverse nel loro aspetto). Anche le porte visibili sono state eseguite in modo diverso.

Si osservi anche il muretto e la colonna così come le sbrecciature che mettono in evidenza le pietre sottostanti.
In DAS sono anche i pietroni che arrivano fino alla casetta con l’albero.
Il panorama e le montagne di fondo sono state realizzate in gesso scagliola.


11 e 12. Arrivo dei Magi
In questa scena è da notare la costruzione ricoperta di paglia.

Tutti i sassi che rivestono la casa sono stati realizzati uno per volta, applicando al compensato sottostante piccolissimi pezzetti di DAS manipolati con i polpastrelli delle dita e poi modellati con il coltellino. Così facendo si ottengono sassi sempre diversi fra di loro.

Sono presenti anche alcuni muretti (pezzetti di legno rivestito di DAS) e casette di secondo piano. Il panorama e i monti sono stati realizzati in gesso scagliola.


13 e 14. Presepe popolare innevato
In questo Presepio sono visibili diversi tipi di porte realizzate in modi vari.
Da notare la colonna costruita con un tubo di quelli che fanno da anima per le stoffe.
In diversi punti sono presenti le sbrecciature con in evidenza le pietre sottostanti.
Le travi sono costituite da righelli poi rivestiti.

Interessanti sono i due archi in primo piano e naturalmente le case che formano l’intero Presepio.
La base è stata realizzata con segatura molto fine mescolata a terra d’ombra e bianco, per simulare la terra battuta e per ricoprire lo zoccolo delle statue realizzate da Giuseppe Criscione.


15. Diorama della Messa di mezzanotte
In questa scena, oltre alla realizzazione delle pietre sulle case, è interessante prendere in esame la parte centrale e cioè i muri costruiti in sasso che si elevano dalla base.
Tutti questi sassi sono stati fatti uno per uno con piccoli pezzetti di DAS lavorati a mano e poi applicati al sottostante legno compensato e modellati poi con il coltellino.

La struttura che serve ad elevarsi rispetto alla base è fatta, ovviamente, di legno compensato.
La parte visibile innevata è formata da legno compensato unito, con colla a caldo, alla struttura del muretto e sostenuta con pezzetti di legno incollati alla base, in modo da formare un corpo unico; il tutto verrà ulteriormente rinforzato quando vi applicherete il DAS.

Questa procedura verrà usata anche per fare piccole stradine in salita o discesa fra le case (ricordate di sostenere sempre il piano stradale rinforzandolo con pezzetti di legno incollati alla base).


16 e 17. La Vigilia di Natale
Tutto ciò che si vede in questa scena è stato realizzato preparando prima la struttura in legno compensato, che poi è stato rivestito interamente di DAS.

Non sono da considerare gli arredi preparati con altri materiali.
Il pavimento è stato realizzato applicando alla base piccoli pezzi di DAS manipolati uno alla volta e poi modellati con il coltellino e accostati l’uno all’altro.

Il soffitto è costituito da righelli rivestiti che formano i travetti mentre la trave principale è formata da un righello più grosso rivestito e poi lavorato per dare l’aspetto dell’antico (allo scopo si tracciano con il coltellino dei segni in senso longitudinale più o meno profondi per simulare le spaccature del legno dovute al tempo).

Anche il catenaccio della porta chiusa è stato realizzato con un piccolo pezzo di DAS fatto scorrere su di un piano per dare la rotondità voluta, poi posato nel punto scelto e aggiustato con l’ausilio del coltellino (questa operazione richiede molta calma per non rompere questo particolare che darà alla vostra porta molta realtà; si consiglia di sollevare dal piano il vostro catenaccio andando sotto di esso con il coltellino ed usando molta delicatezza).

Infine sono ben visibili le sbrecciature dei muri che sono stati resi ruvidi picchiettando su di essi un pennello a setole dure (operazione da farsi quando il DAS è ancora fresco).
Le figure sono di Raffaele de Angelis.
Riciclare è utile e divertente - Vai alla seconda parte

di Gian Franco Salza

Come riciclare alcune cose, reperite a costo zero (e che sarebbero state destinate a spazzatura), oppure a costi irrisori?
Nei mercatini di oggetti usati, sparsi un po’ ovunque nelle nostre città, di tanto in tanto si riesce a reperire oggettini che, convenientemente modificati e lavorati, possono arricchire la nostra attrezzatura presepistica.

Fra questi oggetti io ad esempio ho trovato pupazzetti da cui trarre stampi per testine di pastori, pinzette speciali ospedaliere, motorini elettrici a lenti giri, alimentatori e trasformatori, cassette di legno ex contenitori di bottiglie di vini, ed altro.

Recentemente ho trovato due arricciacapelli: uno degli anni passati che si scaldava sul gas e l’altro, più recente, elettrico; più avanti vi dirò come lo uso abitualmente.
Comunque tutto dipende dall’avere sviluppato l’occhio del presepista, ovvero intuire come, e se, può essere utilizzato quell’oggetto che ora è sotto i nostri occhi. Consiglio una visita a quei mercatini: sarà una utile e piacevole sorpresa.



L’arricciacapelli
Intanto che si scalda il ferro sul gas, ritaglio striscioline di creta o DAS dello spessore di 2 mm. circa (secondo il rapporto in scala del tetto da realizzare) e le applico al ferro, ben caldo ma non rovente. Stringo i manici dell’attrezzo e lo rimetto sul gas per alcuni minuti. Dopo questa prima cottura “casereccia”, taglio le striscioline, che hanno preso la caratteristica forma concava, alla misura voluta. Ed ecco che avrò ottenuto delle tegole che andranno benissimo per i nostri tetti, pur non essendo state “cotte” alla perfezione.
La cottura non è necessaria se abbiamo usato il DAS.


Stampelline di filo di ferro
Io ho usato quelle delle lavanderie, le ho tagliate ad una lunghezza di 8, 10, e 15 cm; ne ho appuntita una estremità con la moletta; ho girato ad anello l’altra estremità con una pinzetta ed ho ottenuto degli spiedini con i quali sostituisco gli stuzzicadenti nell’ancoraggio di parti di polistirolo o poliuretano, in attesa che il collante abbia fatto presa.


Cartone ondulato
Con quello non rivestito oppure rivestito da una sola parte, costruisco delle belle colonnine lavorandolo così: arrotolo il cartone con la parte ondulata verso l’esterno; fisso i bordi verticali con colla vinilica e lo tengo bloccato con degli elastici che andrò a rimuovere dopo che la colla sarà asciugata.

Passo un paio di mani di gesso molto liquido con un pennello, in senso verticale alla colonna, ed attendo l’asciugatura. Completo il lavoro con un capitello ed una base e, dopo una sapiente colorazione, ecco fra le mani una bella colonna di notevole affetto scenico.


La tela di juta
Da qualunque tappezziere si possono avere in regalo quei ritagli di juta a maglia larga e quella garza biancastra usata per il rivestimento sottostante di poltrone e divani.

Tagliando la juta in senso sbieco, se ne traggano delle striscioline larghe 4/5 cm. Queste ci serviranno per completare il tronco degli alberi, in particolar modo delle palme.

La garza, una volta tagliata alla misura voluta, affogata nel gesso di colata sullo stampo, dà alla lastra che se ne ottiene una certa robustezza e, in caso di accidente, la lastra non si sbriciola in tanti pezzetti ma si frattura rimanendo unita.
Abbiamo così la possibilità di fare facili riparazioni, senza buttare via il tutto.
Con questa garza si possono anche ottenere tendaggi per porte e finestre.
Riciclare è utile e divertente - Vai alla prima parte

di Gian Franco Salza


Pomelli e fregi
Mi riferisco ai pomelli di metallo intarsiato, applicati ai cassetti e a quei fregi di lamierino d’ottone che ornavano i mobili degli anni del dopoguerra (ricordo benissimo quelli con lo sportello tutto a specchio ed il cassettone sottostante; il comò pure a specchio con il classico marmo rosso e quattro cassettoni. Quanta semplice bellezza!).
Con i pomelli, pigiati sulla lastra di creta precedentemente preparata, si ottengono favolosi stampini in negativo, da cui trarre rosoni ed ornamenti per fontane ed altro.
Lavorando i fregi nella stessa maniera, si traggono ornamenti e festoni per trabeazioni e frontalini.

Motorini elettrici
A volte i motorini elettrici sono indispensabili per dare movimento ad alcuni personaggi del nostro Presepio, oppure per creare una fontana o una cascatella, una volta applicati ad una pompetta girante.
È importantissimo che detti motorini siano quelli funzionanti a 6 o 12 volts, per ragioni di sicurezza. Occorre buona volontà e tempo per reperire tali motorini a lenti giri, alimentati a 6 o 12 volts.

Conservazione del gesso
Nei mercati rionali, ci sono banchi in cui si vendono, prevalentemente, olive e granaglie varie. Le olive sono contenute in fusti di plastica rossa, rotondi ed alti circa mezzo metro; hanno una bocca larga nella quale entra facilmente una mano. Fatevene regalare uno (tanto dovrebbe essere gettato), lavatelo bene e fatelo asciugare altrettanto bene. Una volta riposto lì dentro, il gesso si manterrà “fresco” per lungo tempo, avendo l’accortezza di richiudere il contenitore dopo ogni prelievo.


A questo punto potreste fare delle osservazioni quali, ad esempio, “ma non è più comodo comperare una fontanella già fatta anziché perdere tempo a costruirsene una?”. Giusta osservazione, come giuste potrebbero essere tante altre.
Ma allora, se dovessimo comperare tutti i particolari già fatti (rocce, mulini, cascatelle, fontane, fuochi di bivacco ecc.) noi avremmo soltanto “assemblato” un Presepio già da altri costruito e non ci potremmo chiamare presepisti. Non proveremmo piacere alcuno. Credetemi! È tanto gratificante vedere una fontana fatta interamente da noi, pezzo per pezzo, che funziona bene, come quella comperata.

Costruiamo il nostro Presepio da noi stessi, se siamo in grado di farlo; a lavoro ultimato saremo più contenti per aver realizzato con le nostre mani, il nostro intuito e la nostra fede, la rappresentazione scenica del Sacro Evento.
Musiche di Natale

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> Adeste Fideles; > Astro del ciel; > Bianco Natale; > Jingle Bells; > Oh Happy Day; > Silent Night; > Tu scendi dalle stelle; > We wish you a merry Christmas.


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In queste pagine riportiamo, suddivisi per categorie, link e materiale scaricabile gratuitamente che possono tornare utili per costruire i presepi, creare una atmosfera più natalizia, per passare ore e ore di gioco con i bambini o ... anche per semplice curiosità.


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Giocare a Natale

Insieme ai giochi tradizionali, ormai inseparabile compagno delle festività natalizie è il pc. Qui vi proponiamo una serie di giochi ispirati al Natale.
Presepe
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 Disambiguazione – Se stai cercando l'ammasso aperto, vedi Presepe (astronomia).


Il presepe di Greccio, Storie di San Francesco nella Basilica superiore di Assisi, attribuite a Giotto, 230x270 cm, 1290-1295 circa
(LA)
«  Maria peperit filium suum primogenitum, et pannis eum involvit, et reclinavit eum in praesepio: quia non erat eis locus in diversorio. »
(IT)
«  Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. »
(Vangelo di Luca, II, 7)
Il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, derivata da tradizioni medievali.
Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.


Il presepio di Piazza di Spagna a Roma
Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica.
Indice  [nascondi]
1 Origine ed evoluzione
2 Simbologia e origine delle ambientazioni
3 Il presepe nel mondo
3.1 Il presepe catalano
3.2 Il presepe provenzale
3.3 Il presepio nei paesi di lingua tedesca
3.4 Il presepio nei paesi dell'est europeo
3.5 Il presepe nel resto del mondo
4 Il presepe in Italia
4.1 Il presepe vivente
5 Concorsi
6 Aspetti commerciali e turistici
7 La tradizione dei larii
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Origine ed evoluzione [modifica]



Ritratto di San Francesco custodito nel convento di Greccio.
La tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale.
Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale.
Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento poiché ammirava la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare.
Ma il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento, quando si formarono le grandi tradizioni presepistiche: quella del presepe napoletano, quella del presepe genovese e quella del presepe bolognese. In questo secolo, da un lato, si diffusero i presepi nelle case. Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli.
Ma, soprattutto, il Settecento è il secolo in cui si diffusero i presepi nelle chiese. Alcuni di essi sono sopravvissuti, nonostante i molti furti subiti, e vengono tuttora esposti nel periodo natalizio. Fra i più famosi scultori di presepi di quest'epoca si segnala il genovese Anton Maria Maragliano.
Solo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe arriverà anche negli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.


Presepe allestito in un vecchio apparecchio radiofonico
Attualmente, si vanno diffondendo anche i presepi meccanici, con movimento sincronizzato dei personaggi.
Simbologia e origine delle ambientazioni [modifica]

Il presepe è una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo.
Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell'arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l'umiltà.
Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni.Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo, oppure da un'antica profezia di Isaia che scrive "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella che è indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche quest'informazione si trova nei Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinità persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato da una pietra.
I Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell'infanzia. In particolare, quest'ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani (Melkon, Gaspar e Balthasar), anche se non manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante la mirra).
Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa. Anche il numero dei Magi fu piuttosto controverso. Fu definitivamente stabilito in tre, come i doni da loro offerti, da un decreto papale di Leone I Magno[senza fonte], mentre prima di allora oscillava fra due e dodici.
Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Questa è comunque una caratteristica di tutta l'arte sacra, che, almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di Cristo con costumi ed ambientazioni contemporanee all'epoca di realizzazione dell'opera. Anche questi personaggi sono spesso funzionali alla simbologia. Ad esempio il male è rappresentato nell'osteria e nei suoi avventori, mentre il personaggio di Ciccibacco, che porta il vino in un carretto con le botti, impersona il Diavolo.
Nel presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia, il Dormiglione e, di recente, la Curiosa.
Il presepio Trentino infine è imparentato con le sculture lignee del Tirolo e trova una tipica ambientazione in alcune produzioni caratteristiche e originali, soprattutto nelle valli laterali dell'Adige come testimoniano tra gli altri i presepi di Tesero, in valle di Fiemme.


Presepe genovese. Questa scena - ricavata a nicchia da un più vasto presepe di ambientazione genovese fra Seicento e Settecento - ha in sé una singolare autocitazione: raffigura, infatti, un gruppo di popolane intente a vendere materiali per realizzare presepi.
Il presepe nel mondo [modifica]



Presepe barocco in Germania (1704).
Essendo un prodotto culturale, il presepe si diffonde nelle diverse culture con significative varianti. Anche se l'idea di base, quella cioè di ricreare la fatidica scena della nascita del Cristo, resta invariata; lo stesso non si può dire per i materiali usati e gli stili di costruzione dei diversi presepi. Per quanto concerne la diffusione del presepe nel mondo, possiamo suddividere tutte le varianti presepiali in due grandi macroaree: quella europea e quella comprendente il resto del mondo. Più in specifico appartengono all'area europea, con diverse varianti: il presepe spagnolo, quello provenzale, il presepe nei paesi di lingua tedesca e i presepi nei paesi dell'est europeo. Fanno parte, invece, della macroarea del resto del mondo maggiormente i presepi dei paesi dell'America Latina e quelli di origine orientale ed etnica.
Il presepe catalano [modifica]
Le origini del presepe in Spagna sono da rintracciare all'epoca della dominazione borbonica a Napoli. Infatti, gli scambi e i traffici che si attuarono tra Napoli e la Spagna, influenzarono quest'ultima sulla tradizione della costruzione del presepe durante il periodo natalizio. In Spagna, il presepe si diffuse maggiormente nella regione della Catalogna, grazie anche alla passione di Ramon Amadeu (1745-1821) il più famoso scultore dell'epoca che si dilettava nella costruzione dei pastori in creta. È da ricordare che la prima associazione di appassionati del presepe nacque proprio in Spagna intorno al 1860, anche se quest'ultima ebbe vita assai breve. Si diffuse allora la più importante "Asociaçion de Pesebristas", che dal 1921 influenzò anche le successive scuole. Tra i vari appassionati del presepe, si distaccarono alcuni abili artigiani che diedero vita alla "scuola del gesso catalana", che stravolsero l'idea del presepe allora in voga. Essi diedero vita al cosiddetto presepe "storico", ossia quello che più riproduce fedelmente paesaggi, costumi e costruzioni della Palestina ai tempi della nascita di Gesù.
Il presepe provenzale [modifica]
La tradizione provenzale vuole che la nascita del presepe sia da attribuirsi alla Madre Pica che già nel 1200 costruiva rappresentazioni di scene di vita religiosa in Provenza e in Linguadoca. Alcuni studiosi infatti, ritengono che la tradizione del presepe nacque proprio in Francia e che S. Francesco d'Assisi (a cui, per molti, si fa risalire le origini della tradizione del presepe) non fece altro che replicare questa tradizione con alcune significative varianti. Il presepe provenzale è comunque influenzato dai tratti del barocco italiano e non si sviluppò prima del settecento. Per ricreare i pastori si utilizzavano manichini lignei con mani, teste e piedi in terracotta o cera: segno evidente di una influenza dell'artigianato italiano. A livello storico la Rivoluzione Francese spezzò la tradizione del presepe. Tradizione che riaffiorò prepotentemente ai tempi del concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte. Il presepe entrò nelle case più umili anche grazie all'azione del figurinaio Jean Louis Lagnel, che produceva pastori di argilla, prodotti in stampi, a basso costo. Oggi queste statuine d'argilla, dette santons si trovano numerose in vendita, in tutti i mesi dell'anno nei negozi di souvenir per turisti.
Il presepio nei paesi di lingua tedesca [modifica]
La tradizione del presepe nei paesi di lingua tedesca è molto sentita, anche perché leggenda vuole che nel Duomo di Colonia, in Germania, si trovino le spoglie dei Re Magi, qui trasportate da Costantinopoli all'epoca della IV crociata (1204). In molte città come Monaco, Augusta, Norimberga si allestiscono nelle piazze dei veri e propri mercati di Gesù Bambino (letteralmente Christkindlemarket). In questo rustico e caratteristico mercatino si vendono molti pastori e presepi veri e propri, oltre a dolciumi e decorazioni tipicamente natalizie.
Il presepio nei paesi dell'est europeo [modifica]
Ai paesi dell'est europeo sono riconducibili quattro tradizioni diverse, rappresentate da quattro nazioni diverse: Ungheria, Russia, Polonia e Slovacchia. La tradizione ungherese vuole che il presepe, o Betlemme, si costruisca in un cassa a forma di chiesa o stalla e che sia trasportabile a mano. I personaggi che animano il presepe invece sono fatti di legno o carta o tutt'al più di ovatta e davanti a questa rappresentazione arde costantemente una candela votiva. Il presepe russo è costruito su due piani. Sul lato superiore vengono riprodotti i classici episodi della nascita del Cristo in una grotta; sul lato inferiore, invece, vengono riprodotte scene umoristiche di vita quotidiana e popolare. In Polonia, invece, tradizione vuole che il presepe abbia forma di una cattedrale ricoperta di carta stagnola colorata. Si compone di tre parti: una superiore dove angeli annunciano il tanto atteso evento della nascita del bambino Gesù, in quella centrale viene raffigurata la grotta con il bue e l'asinello, e infine la parte inferiore è costituita da rappresentazioni di contadini polacchi insieme ai Re Magi. Per quanto riguarda la Slovenia, infine, in ogni casa contadina si costruisce un presepio che adornerà un lato della casa definito per questo "sacro".
Il presepe nel resto del mondo [modifica]
Il presepio nei paesi dell'America Latina può essere definito un presepe folkloristico a cui si da risalto il sole splendente e l'azzurro dei cieli, in quanto in questi Paesi il Natale ricade in piena estate. In questi luoghi il presepe si diffuse a causa dell'evangelizzazione degli "indigeni" da parte di gesuiti e sacerdoti portoghesi, spagnoli e francesi. In Africa invece, i primi presepi che si costruirono erano fatti di gesso e furono portati dai missionari. Fu difficile riuscire a convincere le popolazioni locali che Dio, avesse sembianze di un neonato bianco. Col passare del tempo il presepe africano si è arricchito di scenografie e materiali maggiormente di origine africana. Nei lontani paesi d'oriente il presepe si affermò soprattutto nelle varie oasi cristiane. Si narra che l'imperatore delle Indie Akbar (1556-1605), nonostante non si convertì al Cristianesimo, provò sempre grande simpatia per questa arte che lasciò diffondere nel suo vasto impero.
Il presepe in Italia [modifica]



Presepe a Maiori (NA)


Presepe vivente di Faggiano (TA)
Anche in Italia il presepe si differenzia, nelle varie regioni, per ovvi motivi culturali. Per lo più, quando si parla dei presepi italiani non si effettua una vera e propria distinzione dal punto di vista culturale: in Italia i diversi presepi si differenziano piuttosto per i diversi prodotti e materiali utilizzati per ricreare la scena della nascita del bambino Gesù. Possiamo ricordare a tal proposito il presepe genovese che si realizza con pastori in legno, il presepe pugliese che utilizza la carta pesta per realizzare il prodotto finito, il presepe siciliano realizzato con l'aggiunta di prodotti tipici siciliani come rami d'arancio e di mandarino e sul quale si utilizzano diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro, tutti prodotti tipici della Sicilia.
Il presepe napoletano, o partenopeo, si caratterizza per la costruzione di pastori in terracotta. L'uso della terracotta quasi scomparve a seguito del travolgente successo del pastore in plastica che garantiva produzioni in larga scala e prezzi più bassi. Intorno al 1969 quando sembrava esser scomparso, il pastore in terracotta fu riproposto con enorme successo da un "pastoraro", Nicola De Francesco, che seppe recuperare le tecniche d'esecuzione e riconsegnare al popolo napoletano una tradizione che rischiava altrimenti di sparire.
Per le figure in legno è inoltre da ricordare il presepe di Villar Focchiardo in Valle di Susa, costituito da 270 figure in legno a grandezza naturale, esposte nei cortili e nelle vie del paese dall'8 dicembre al 5 gennaio.
Il presepe vivente [modifica]
                    Per approfondire, vedi la voce Presepe vivente.
La tradizione del presepe vivente, sulla scia della prima rievocazione francescana, è diffusa in tutta la penisola. Nel presepe vivente viene proposta una breve rappresentazione teatrale che rappresenta, in una scenografia dedicata, la nascita di Gesù.
Un esempio è costituito dal Presepe Vivente Missionario realizzato presso la sede romana della Comunità missionaria di Villaregia[1], o dal presepe vivente di Faggiano (Taranto).
Concorsi [modifica]

Ogni anno, dal 2004, si svolge a Colle di Val d'Elsa, città che ha dato i natali ad Arnolfo di Cambio, autore della prima rappresentazione del presepe, il Concorso Nazionale denominato Primo Presepe di Arnolfo di Cambio,[2] a cui possono partecipare singoli, associazioni, scuole, enti, artigiani, aziende, fondazioni e parrocchie con rappresentazioni e materiali a scelta dei partecipanti. Anche a Taranto da cinque anni Pierpaolo Manigrasso, presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione "Tamburi - Lido Azzurro" ha istituito un concorso gratuito denominato: “Il Presepe più bello” al quale possono partecipare le famiglie o i singoli cittadini residenti nel contesto territoriale che in occasione delle festività natalizie approntano un presepe nelle proprie abitazioni.L’iniziativa puntualmente ogni anno coinvolge un numero esponenziale di cittadini. La modalità di espressione è libera, basta compilare un modulo di adesione disponibile presso gli uffici di segreteria della circoscrizione siti in piazza Tebano si ha cura di concordare con i partecipanti un appuntamento per stimare le opere che saranno fotografate e in alcun caso trasferite. La valutazione si basa sostanzialmente sull’originalità del progetto e sulla qualità artistica. Sono premiati i lavori classificati ai primi cinque posti e si assegnano ulteriori premi in base a particolari aspetti: il Premio Stile, il Premio Maestria, il Premio Prestigio e il Premio Spirito Natalizio. Inoltre dal 2011 un pensiero và a quei cittadini scomparsi che nel corso della loro esistenza hanno dimostrato l’attaccamento alle tradizioni natalizie locali per questo sano stati istituiti cinque trofei per ricordare il Prof. Michele Sgobio, la Prof.ssa Lucia Fischetti, il Sig. Vito Conserva, il Sig. Alfredo D’Andria e il Sig. Pino Salinaro. La cerimonia di premiazione del concorso si svolge solitamente presso il Centro Polivalente di via Lisippo e l’occasione risulta essere un momento di aggregazione per gustare insieme una fetta di panettone e brindare ad un prospero Natale.
Aspetti commerciali e turistici [modifica]



Alcuni personaggi tipici del presepe
Da anni, ormai, vengono costruite ogni sorta di statuette per la rappresentazione della nascita di Gesù: angeli, pastori, Re Magi ed altri personaggi, creando così un vero e proprio business, un mercato a livello mondiale. Di statuette se ne possono trovare di diversi tipi, per dimensione, artista, materiale e prezzo.
Particolarmente celebre dal punto di vista turistico per le botteghe artigiane di presepi è via San Gregorio Armeno, un'antica strada nel centro storico di Napoli.
Nella Provincia di Crotone vengono messi in mostra presepi provenienti da tutta Italia nello scenario dei castelli medievali [3].
Di presepi viventi, invece, se ne possono trovare rappresentazioni in tutta Italia. Tra i più noti e visitati, quello di Massa Lubrense (NA), quello di Assisi, quello di Custonaci in (TP) quello di Crispiano (TA) e quello di Pezze di Greco (BR).
A Jesolo (Provincia di Venezia) dal 2002 ogni anno si svolge la manifestazione "Jesolo Sand Nativity", in cui artisti famosi scolpiscono presepi di sabbia.
In Val Gardena ad Ortisei ogni anno in casette di legno sono esposte diversi presepi di laboratori locali.
La tradizione dei larii [modifica]

Per comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, può essere utile ricordare la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.
I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).
Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstizio d'inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno.
In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni[senza fonte].
Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), i cristiani tramutarono alcune feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone parte dei riti e delle date, ma mutando i nomi e i significati religiosi. Essendo una tradizione molto antica e particolarmente sentita (perché rivolta al ricordo dei familiari defunti), la rappresentazione dei larii sopravvisse nella cultura rurale con parte del significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni italiane, anche oltre.
Note [modifica]

^ Presepe Vivente Della Comunita' Missionaria Di Villaregia, Roma, Lazio
^ http://www.comune.colle-di-val-d-elsa.si.it/presepe/presepe.htm
^ «A Natale i presepi di tutta Italia nei castelli del crotonese». CN24.
Bibliografia [modifica]

Gerhard Bogner: Das neue Krippenlexikon. Wissen - Symbolik - Glaube. Ein Handbuch für den Krippenfreund. Fink, Lindenberg 2003 ISBN 3-89870-053-4
Erich Egg, Herlinde Menardi: Das Tiroler Krippenbuch. Die Krippe von den Anfängen bis zur Gegenwart. 2. Aufl. Tyrolia, Innsbruck 2004 ISBN 3-7022-2604-4
Ursula Pfistermeister: Barockkrippen in Bayern. Theiss, Stuttgart 1984 ISBN 3-8062-0398-9
Alfons Rudolph, Josef Anselm Adelmann von Adelmannsfelden: Schwäbische Barockkrippen. Theiss, Stuttgart 1989 ISBN 3-8062-0815-8
Voci correlate [modifica]

Personaggi tipici del presepe
Presepe bolognese
Presepe di sabbia
Presepe genovese
Presepe napoletano
Presepe vivente
Universalis Foederatio Praesepistica
Museo tipologico internazionale del presepio Angelo Stefanucci
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La tradizione tipicamente italiana del presepe si realizza in forme stilistiche e con l'uso di materiali diversi che risentono della provenienza geografica e dei diversi periodi storici nei quali operano gli artigiani. In questa sezione, oltre una schematica storia del presepe, sono riassunte queste diversità almeno per quelle regioni dove la tradizione presepiale ha messo più profonde radici presentando caratteristiche di originalità e di personalizzazione. Tali: il presepe napoletano, il cui secolo d'oro sarà il '700, legato alla figura di Carlo
Il presepe attraverso i secoli

Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7); dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell'infante. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri. Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.
Storia e tradizioni del presepe

La tradizione tipicamente italiana del presepe si realizza in forme stilistiche e con l'uso di materiali diversi che risentono della provenienza geografica e dei diversi periodi storici nei quali operano gli artigiani. In questa sezione, oltre una schematica storia del presepe, sono riassunte queste diversità almeno per quelle regioni dove la tradizione presepiale ha messo più profonde radici presentando caratteristiche di originalità e di personalizzazione. Tali: il presepe napoletano, il cui secolo d'oro sarà il '700, legato alla figura di Carlo III di Borbone, sovrano mecenate che farà conoscere a Napoli una meravigliosa fioritura culturale ed artistica, della quale l'arte presepiale costituirà una delle espressioni più splendide; il presepe siciliano, con l'innovativa tecnica della ceroplastica o l'utilizzo di materiali particolari come il corallo, l'avorio, l'osso, la madreperla, l'alabastro, le conchiglie ed altri materiali marini propri dell'arte presepiale di Trapani; il presepe romano, modellato su quello partenopeo del quale ne rifiuta lo sfarzo e lo spirito laico, riconducendo al centro della composizione la Sacra Famiglia attorniata da figure modeste con scenografie sobrie ed essenziali costituite in genere da una grotta in sughero che inquadra un fondale riproducente il tipico paesaggio della campagna romana con i pini, gli olivi e i resti degli antichi acquedotti; il presepe pugliese, caratterizzato a Lecce dall'uso della cartapesta e dalla tecnica della focheggiatura; il presepe ligure, specialmente quello povero del '800, realizzato nelle fornaci di Savona e Albisola con l'argilla compressa negli stampi riproducenti le figure presepiali più tipiche, successivamente colorate a mano. Una parte della sezione è anche dedicata alla diffusione del presepe nel mondo (di prossima realizzazione).
Il Presepe Napoletano

A Napoli si ha notizia del presepe già nel 1025, in un documento che menziona la Chiesa di S. Maria del presepe, e nel 1324 quando viene citata ad Amalfi una "cappella del presepe di casa d'Alagni". Nel secolo XV compaiono i primi "figurarum sculptores" che realizzano sacre rappresentazioni in chiese e cappelle napoletane - le più importanti sono quelle dei presepi di San Giovanni a Carbonara dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno, San Domenico Maggiore, Sant'Eligio e Santa Chiara. Sono statue lignee policrome a grandezza naturale colte in atteggiamenti ieratici di intensa religiosità, poste davanti ad un fondale dipinto. Verso la metà del 1500, con l'abbandono del simbolismo medioevale, nasce il presepe moderno per merito, secondo la tradizione, di San Gaetano da Thiene che nel 1530 realizza nell'oratorio di Santa Maria della Stelletta, presso l'Ospedale degli Incurabili, un presepe con figure in legno abbigliate secondo la foggia del tempo. Nel corso del secolo iniziano anche a comparire i primi accenni al paesaggio in rilievo che sostituisce quello del fondale dipinto; al bue e all'asinello - unici animali presenti nella rappresentazione - si aggiungono via via cani, pecore, capre. Durante il '500 si intensifica anche la costruzione dei presepi con figure di dimensioni sempre più ridotte fino a giungere alla realizzazione del primo presepe mobile a figure articolabili, allestito dai padri Scolopi nel 1627. Il secolo d'oro del presepio a Napoli è il '700 e coincide con il Regno di Carlo III di Borbone, sovrano mecenate che riporta la città partenopea al livello delle più ferventi capitali europee, alimentando una meravigliosa fioritura culturale e artistica, testimoniata anche dalla magnifica produzione presepiale. Cambiano le tecniche di realizzazione del "pastore" - termine con il quale s'individua qualsiasi personaggio presepiale - sostituendo la statua scolpita, la cui realizzazione richiedeva troppo tempo, con manichini con un'anima di fil di ferro, arti in legno e teste di terracotta ricavate da piccoli stampi, che avevano anche il pregio di poter essere articolati come richiedeva il personaggio, rappresentato nell'atto in cui veniva colto, dando l'impressione del movimento. Il "figurinaio" diviene una vera e propria professione, che coinvolge anche le donne di casa adibite al taglio e cucito delle vesti, con specializzazioni diverse, nella realizzazione di pastori, di animali di strumenti di lavoro e musicali, di prodotto dell'orto e minuterie varie tutti riprodotti in scala. Tra questi eccelle Giuseppe Sammartino e per gli animali Saverio Vassallo. Nasce lo "scoglio", una sorta di sperone roccioso che, a seconda delle dimensioni può ospitare la scena del "Mistero" (Maria, Giuseppe, Gesù, Angeli, bue e asinello) o costituire la base per tutto il paesaggio presepiale. La grotta, con una miriade di Angeli che scendono dall'alto viene sempre più spesso sostituita con le rovine di un tempio pagano; la scena della Natività è sempre più defilata e quasi soffocata nello scenario circostante sovrabbondante di personaggi e paesaggi, nei quali spicca il corteo dei magi reso più esotico dal seguito dei "mori" abbigliati con vesti orientali dai colori sgargianti. Aumenta il numero dei personaggi che diventano folla di contadini, pastori, pescatori, artigiani, mendicanti, popolo minuto e notabili, tutti colti nelle loro attività quotidiane o in momenti di svago, nei mercati, nelle botteghe, taverne, vie e piazze in scorci di vita cittadina o paesana. Il presepe diventa una vera e propria moda. Lo stesso re, abile nei lavori manuali e nella realizzazione di congegni, si circonda di scenografi, artisti e architetti. Tra questi G. B. Nauclerio che, attraverso tecniche di illuminazione, simulava il passaggio dal giorno alla notte e viceversa e ancora Cappello e De Fazio nonché il dilettante Mosca impiegato e geniale presepista. La regina e le dame di corte confezionano minuscoli abiti per i manichini con le stoffe tessute negli opifici reali di San Leucio. Il presepio immenso, viene allestito in alcuni saloni del Palazzo Reale di Napoli, con centinaia di personaggi e una gran cura per i dettagli. I nobili naturalmente imitano il sovrano rivaleggiando tra loro per sontuosità e ricchezza dei materiali utilizzati: gemme preziose, magnifiche stoffe catturano l'attenzione del "popolino" - ammesso nelle case patrizie per ammirare il presepio - forse più della scena stessa. Famosi i presepi allestiti per il principe di Ischitella, con i Magi abbigliati con vesti dove brillavano innumerevoli gioielli. Il presepio si diffonde anche presso il popolo partenopeo, anche se in forma naturalmente meno sontuosa; ogni casa ha comunque il suo presepio seppure con pochi "pastori" raggruppati su un minuscolo "scoglio", dentro la "scarabattola", una teca da appendere al muro o tenere sul comò. E' tale la frenesia del presepe di Napoli da suscitare le pur bonarie critiche dell'architetto Luigi Vanvitelli che nel 1752 scrivendo al fratello Urbano a Roma, definisce il presepe una "ragazzata" pur rilevando "l'abilità" e la "efficace applicazione" dei napoletani così "goffi nel resto". E' chiaro che il presepe settecentesco, non a caso definito cortese, di sacro conserva ben poco. Si rivela più una esperienza mondana dei nobili e ricchi borghesi: l'avvenimento e il passatempo principale delle festività natalizie, quando il re e la corte visitavano i presepi più rinomati della capitale del regno che talvolta riuscivano a stupire anche la regina come accadde a Carolina nel 1768, alla visita del presepe allestito nella chiesa di Gesù Nuovo. Tuttavia l'universalità e la spettacolarità che si accompagnano all'evento presepio del '700 e le critiche che ne conseguirono, nulla tolgono alla valutazione del fenomeno come concreta espressione d'arte barocca naturalistica, né ai suoi caratteri di tangibile documento storico, descrittivo dei costumi, delle usanze e delle tradizioni del popolo napoletano in un'epoca che vide Napoli splendida capitale di cultura e d'arte e meta irrinunciabile di colti viaggiatori italiani e stranieri. Dopo il regno di Ferdinando IV il presepe cominciò a decadere. La maggior parte dei presepi furono definitivamente smontati, i pastori venduti o dispersi. Di questi fantastici presepi non è giunto fino a noi quasi nulla. Tra i pochi salvati, va ricordato il magnifico allestimento Cuciniello, donato dallo scrittore Michele Cuciniello alla città di Napoli e conservato nel Museo della Certosa di San Martino.
Il presepe siciliano

In Sicilia l'arte presepiale pur risentendo degli influssi della scuola napoletana, specialmente per quanto riguarda l'ambientazione - riproduzione di scene di vita quotidiana in paesi e con personaggi isolani - e talvolta la tecnica - manichini in legno e fil di ferro con vesti di stoffa - presenta tuttavia diversi caratteri originali variabili a seconda delle provenienze geografiche. Quattro sono le aree dove in particolare si sviluppa un artigianato presepiale fortemente caratterizzato: i territori di Palermo, Siracusa, Trapani e Caltagirone. A Palermo e nel siracusano, dove l'apicultura è molto diffusa, fin dal '600 si usa la cera per plasmare statuine di Gesù Bambino e poi interi presepi. In quest'arte si distinguono i cosiddetti "Bambinai" che operavano a Palermo nella zona della chiesa di San Domenico tra il '600 e il '700; tra loro un caposcuola fu Giulio Gaetano Zumbo del quale si può ammirare un presepe al Victoria and Albert Museum di Londra e Giovanni Rosselli ricordato da una sua opera al Museo Regionale di Messina nonché Anna Fortino, Giacomo Serpotta e Anna La Farina. I Bambinelli sono di fattura raffinata, impreziositi da accessori d'oro e d'argento, ieratici nell'espressione e rappresentati con una croce in mano. Nel '800 sono rinomati i "cerari" siracusani che producono presepi interi o Bambinelli dall'espressione gioiosa o dormienti, recanti nelle mani un agnellino, un fiore o un frutto e immersi in un tripudio di fiori di carta e lustrini colorati dentro teche di vetro (scarabattole). Tra loro eccellono Fra' Ignazio Macca, del quale si conservano alcuni presepi nell'eremo di San Corrado a Noto e nel Museo Bellomo di Siracusa e Mariano Cormaci ricordato dal presepe in cera a grandezza naturale sito nella grotta di Acireale. Notevole anche il presepe conservato nel palazzo Vescovile di Noto, che rappresenta uno spaccato di vita contadina, composto da 38 figure inserite nel paesaggio dei monti iblei. A Trapani per la fattura dei presepi si utilizzano materiali nobili e soprattutto il corallo, da solo, come in epoca rinascimentale, o insieme all'avorio, alla madreperla, all'osso, all'alabastro e alle conchiglie, nel periodo barocco e rococò, quando alla composizione centrale della Natività fanno corona architetture in stile d'epoca dove si rappresentano scene fantasiose e simboliche. Splendidi esemplari quelli esposti ai musei Pepoli di Trapani e Cordici di Erice. A Caltagirone, città produttrice di ceramiche fin dal '500, i presepi sono realizzati in terracotta e rappresentano come cornice alla Natività, scene di vita contadina e pastorale animate da personaggi tipici di quella civiltà come il pastore che dorme, lo zampognaro, il venditore di ricotta o il cacciatore. La migliore produzione qualitativa di presepi in terracotta policroma si ebbe tra la fine del '700 e la prima metà dell'800 con la bottega dei fratelli Bongiovanni, Giuseppe e Giacomo e con il nipote Giuseppe Vaccaro eccellente artista. Tuttavia già agli inizi del '700 operavano artigiani rinomati come i "santari" Branciforti e Margioglio che contribuirono ad imporre Caltagirone anche come "Città del presepe". Più in genere nell'intero territorio isolano ebbe grande diffusione a partire dal '600, il presepe costruito con la tecnica usata nella produzione di statue d'altare: statuine in legno rivestite di stoffe immerse in un bagno di colla per renderle rigide e dai colori brillanti. Tra i più noti presepisti del genere il caposcuola Salvatore Matera, il Nolfo, il Ciotta, i Pisciotta e i Tipa.

Approfondimenti: Presepi di Caltagirone
Il presepe romano

La prima testimonianza in assoluto dell'arte presepiale a Roma, si ha con le statue di legno scolpite nel 1289 da Arnolfo Di Cambio e conservate nella cripta della Cappella Sistina della Basilica di Santa Maria Maggiore. Successivamente sono le cronache del frate francescano Juan Francisco Nuno ad informare, nel 1581, sull'uso ormai da tempo diffuso a Roma, di allestire presepi in monasteri e luoghi di culto ed in particolare nella Chiesa dell'Aracoeli dove era specialmente venerata la statua del Bambinello che si dice opera di un frate francescano che l'aveva intagliata in un tronco di ulivo del Getsemani, trafugata il 1° febbraio del 1994 e non più ritrovata. Nel '600 la nobiltà romana inizia ad esporre presepi nei propri palazzi, opere sontuose in linea con lo stile barocco dell'epoca, commissionate ad artisti famosi come il Bernini del quale si ricorda un presepe realizzato per il Principe Barberini. Anche il '700 mantiene viva la tradizione dei presepi nelle case patrizie ma chiese e monasteri non sono da meno come attestano le grandi statue della natività in San Lorenzo, i presepi di Santa Maria in Trastevere e Santa Cecilia. Ma è nel '800 che la realizzazione di presepi si diffonde a livello popolare grazie alla produzione a basso costo, con gli stampi di innumerevoli serie di statuine in terracotta modellate da artigiani figurinai tra i quali anche il ragazzo Bartolomeo Pinelli famoso in seguito come pittore della Roma del suo tempo. Sono tuttavia le famiglie più importanti per censo e ceto sociale a realizzare in gara tra loro i presepi più imponenti, ricostruzioni di paesaggi biblici o di scorci della campagna romana caratterizzata da alberature di pini e olivi, costruzioni rustiche e rovine dell'antichità, da mostrare non solo a parenti e amici ma anche a concittadini e turisti, richiamati da fronde di rami appesi ai portoni a somiglianza d'insegne. Sono rimasti famosi quello della famiglia Forti, posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in Via De' Genovesi, riproducente il paese di Greccio e la scena del presepe vivente voluto da San Francesco o quello di padre Bonelli nel portico della chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del Lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Nel presepe romano più usuale, il paesaggio agreste fa da sfondo alla grotta in sughero, sovrastata da un tripudio di angeli in volo sulle nuvole, disposti in nove cerchi concentrici che pongono la Natività al centro della scena, una scena povera sia nella rappresentazione dei personaggi, pastori con le greggi e contadini al lavoro con i loro animali, sia nelle architetture, case modeste e locande di campagna tra resti di archi e acquedotti antichi, tipici dei luoghi rappresentati. A partire dalla seconda metà del novecento, l'ambientazione cambia e vengono proposte zone caratteristiche della Roma sparita, demolite per far posto all'urbanizzazione di Roma capitale, ma conservate al ricordo dagli acquerelli dell'artista tedesco E. Roessler Franz, che fotografano la Roma papalina e le sue irripetibili atmosfere.
Il presepe pugliese

La straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, sin dal XIV secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe. Questo passaggio può essere colto proprio in una chiesa francescana, quella di Santa Caterina a Galatina. In una arcata ribassata nella controfacciata della navata sinistra, un grande affresco, con la rappresentazione della Natività, fa da sfondo ad un più plastico presepe in pietra attribuito allo scultore Nuzzo Barba, sullo scorcio del XV secolo. E' unanimemente ritenuto il più antico presepio di Puglia di cui sopravvivono però solo gli elementi centrali: la Vergine, il Bambino, San Giuseppe e il Bue e l'Asino. E' nel corso del XVI secolo tuttavia che la rappresentazione presepiale con scultura in pietra, trova la sua massima affermazione, cominciando poi un lento declino nel XVII secolo per ricomparire in seguito, sul finire del Settecento, in forme differenti, influenzate dalla voga napoletana dei presepi vestiti che in Puglia si trasforma in presepe in cartapesta o terracotta. E' Stefano Putignano nel corso del XVI secolo lo scultore più fortemente plastico che impagina vasti ed antichi presepi a Grottaglie, Polignano a Mare, Martina Franca. Ma altri artisti come Paolo da Cassano, a Cassano Murge e Bitritto; Altobello Persio ad Altamura, Tursi e Gallipoli, arricchiscono il panorama del secolo, nel corso del quale è forse Gabriele Riccardi ad inscenare, per la Cattedrale di Lecce, il più raffinato presepe che occupa tutto un altare, dove, nel fastigio, sono collocati la Cavalcata dei Magi e i Pastori adoranti e, sulla mensa, il gruppo della Natività. Attribuito un tempo al Riccardi, ma oggi ritenuto di uno scultore ancora anonimo, è un bel presepio a rilievo a Torre S. Susanna, come anonime sono le tre figure in pietra, dipinte, della Natività di Manduria. Nel corso del Seicento e del Settecento, altari dedicati al presepe, come nella Chiesa del Rosario a Lecce, ruotano spesso attorno al dipinto centrale. La religiosità popolare riprende vigore nell'Ottocento, quando, con alterna qualità i cartapestai del Salento e diLecce  iniziano una tradizione viva ancora oggi. Primo protagonista ne fu Mesciu Pietru de li Cristi, soprannome del primo cartapestaio documentato con una statua di San Lorenzo in Lizzanello del 1782. Il suo nome era Pietro Surgente (1742-1827) e fu il maestro (mesciu) di una schiera di grandissimi scultori della cartapesta nell'Ottocento, quasi tutti ricordati col loro soprannome: segno questo di una dimensione tutta paesana, quasi familiare e umile della loro attività. Nel secolo scorso si passa dalle grandi statue per altari, alle piccole statue per i presepi. Cominciò un certo Mesciu Chiccu Pierdifumu a modellare pupi da presepe in creta, che poi, aiutato da sua moglie Assunta Rizzo, "vestiva" con pezzi di stoffa alla napoletana per le misure più piccole e con fogli di drappeggiati di carta imbevuta di colla per le misure più grandi (fino a 30 cm.) in cui il corpo veniva ridotto a uno scheletro di fil di ferro e stoppa. Così, impercettibilmente, si passò dal classico pupo napoletano al classico pupo leccese. Accanto all'attività degli artisti professionisti si assiste ad una vera e propria germinazione spontanea di artisti popolari, tra i quali spicca la classe dei barbieri di Lecce, che intorno al 1840 cominciarono ad imitare i cartapestai e, nelle lunghe ore libere del loro lavoro con pettine e forbici, si dettero a modellare sia la carta pestata che la creta con le mani, i bulini e gli stampi. Tra gli esempi più belli vanno annoverati certamente quello dell'Istituto Marcelline di Lecce del 1890, realizzato da Manzo e De Pascalis ed Agesilao Flora; quello frammentato del Guacci, oggi al Comune di Lecce e quello di Michele Massari, poliedrico artista novecentista, anche presso il Comune di Lecce.
Il presepe Ligure
 L'arte presepiale in Liguria nasce e si sviluppa in età barocca specialmente a Genova dove più numerosa è la committenza delle famiglie dominanti per blasone e censo nella repubblica da poco costituita. Le prime produzioni consistono in statuine intagliate nel legno, dorate e dipinte che prendono a modello sculture in marmo, paliotti d'altare, trittici, quadri riproducenti Natività e Adorazioni dei Magi, che si trovano nelle chiese della città e del circondario, opere di artisti come il Gagini, l'Orsolino, il Foppa, il Brea, il Bergamasco, il Semino, i fratelli Calvi. Il fenomeno procede di pari passo con il costume devozionale delle processioni durante le quali era usanza trasportare a spalla grandi statue di legno dipinte (che già agli inizi del XVII sec. erano rivestite con abiti d'epoca), commissionate dalle varie Confraternite come quelle del "Presepio" e dei "Re Magi". Da qui la creazione di figure lignee di più modeste proporzioni a formare presepi simili a quello riportato dalle cronache, costruito da padre Alberto Oneto nella chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto a Multedo di Pegli. La miniaturizzazione dei personaggi presepiali, eseguite anche con materiali preziosi o di pregio come l'oro, l'argento, l'avorio, l'alabastro, avviene negli stessi laboratori e scuole di scultura e pittura ad opera degli stessi artisti che si affermeranno successivamente come orafi, pittori, scultori tra i più richiesti. Tra questi i "Pippi" figli di Filippo Santacroce, della cui scuola era allievo l'altrettanto famoso Gerolamo del Canto e ancora Giovanni Battista Castello che tra i materiali usati privilegiò la tartaruga e il laboratorio di Domenico Bissoni e del figlio Giovanni Battista Gaggini da Bissone, il Piola, Francesco Costa e numerosi altri. Nel corso del '600 e soprattutto nel '700 si moltiplicano i personaggi che compongono la scena presepiale ligure, ai pastori si aggiungono contadini, artigiani, nobili e popolani, paggi, mendicanti e animali da pascolo e da cortile. La dilatazione della produzione determina nuove scelte tecniche e impone una rivoluzione del gusto: non più statuette lignee dipinte ma manichini di legno abbigliati con vesti ora povere ora sontuose a seconda del personaggio rappresentato. L'abilità dell'artista si concentra sulle teste, sui volti dagli occhi di vetro, sulle mani, in quelle parti cioè che sole rimangono scoperte; di questo nuovo stile è caposcuola Anton Maria Maragliano con un linguaggio figurativo di maniera ma raffinato che si fece più realistico negli atteggiamenti e nelle espressioni delle immagini, solo molto più tardi ad opera di artigiani liberi ormai dalla sua influenza. A questo punto sono le vicissitudini storiche a determinare la seconda e più duratura svolta dell'arte presepiale ligure causata dal nuovo ordinamento democratico e libertario frutto della Rivoluzione Francese, importato in Liguria dall'esercito napoleonico. Sotto i colpi francesi tramonta il vecchio ceto dominante e con esso si estingue praticamente la committenza nobiliare e borghese e tuttavia le tendenze gianseniste tese a eliminare le pratiche religiose folcloriche non attecchiscono tra la popolazione urbana e nel contado dove la gente rimane fedele alle proprie tradizioni devozionali. Così all'inizio del '800 proseguono nelle chiese liguri le sacre rappresentazioni su testi in vernacolo e in lingua, famoso "il Gelindo", interpretate dai fedeli come testimonia in una sua relazione il diplomatico conte Nigra che vi partecipò da bambino. In ugual modo si mantiene viva la tradizione del presepe che ora, dovendo soddisfare le esigenze di ceti meno abbienti, perde le sue preziosità scenografiche e la sontuosità delle vesti e degli accessori per ridimensionarsi in una produzione di serie, riferita a pochi modelli raffiguranti popolani e popolane con i loro modesti indumenti e le loro povere offerte, ordinati in piccole composizioni da esporre in famiglia nelle case durante il periodo natalizio. Ma il costo del legno e del lavoro artigiano, per questione di tempi inadatto a produzioni massive, rendono il prezzo del presepe fuori della portata della maggior parte della gente. Sono maturi i tempi per l'avvicendamento della terracotta al legno e della formatura a stampo. Il passaggio dal lavoro artigianale a quello industriale avviene quasi naturalmente, favorito dalle fornaci esistenti a Savona e nella contigua Albisola, che da epoca immemorabile, forse già nei secoli del tardo Impero Romano, producono oggetti in ceramica. L'idea è data dai calchi di figure plastiche usate già nella seconda metà del '700 dall'officina di Giacomo Boselli e alla cessazione delle attività di questa, ereditate dalle officine del Savonese che insieme a molte altre utilizzazioni, se ne servono per ricavarne anche figure presepiali di terracotta. L'argilla compressa negli stampi creati appositamente su modelli tradizionali dai "figurinai", sottoposta a monocottura, viene stampata in statuette che successivamente venivano dipinte a freddo con vivaci colori. Questo procedimento comportava prodotti di rozza fattura, pur se ingentilita dal retaggio settecentesco, come lamentano studiosi della materia di inizio secolo, ma permetteva prezzi alla portata di tutte le borse. Si moltiplicano così i "figurinai" dei quali il più celebre, lo scultore di Savona Antonio Brilla, ancora bambino, preparava le statuine caratterizzandole ognuna come portatrici di un dono diverso per il Bambinello: canestri di frutta, verdura e pane, zucche, cavoli, pollame, capretti, piccioni, pesci che daranno l'impronta rivelatrice della tipologia presepiale ligure del '800. Alla produzione industriale si affiancò ben presto ad Albisola quella casalinga quando le officine che producevano stoviglie in terracotta verniciata, cominciarono a sfornare anche statuine modellate e dipinte dalle madri, mogli e figlie delle maestranze di quelle fabbriche, esempio di lavoro in nero ante litteram. Le statuine, riproduzioni di personaggi popolari, denominate spregiativamente "macacchi" ossia balorde perché malamente abbozzate e dipinte in maniera naif, venivano smerciate nell'annuale mercato di Santa Lucia che si svolgeva il 13 dicembre a Savona. Le figurinaie domestiche avevano tutte un soprannome che le individuava quasi a costituire il marchio di fabbrica: "Campanàa", "Circia", "Fata Geìnìn", "Nanìn a Cioa", "Tere a Russa", "Mominìn" fino all'ultima depositaria di questa ingenua ma poetica forma di artigianato, Beatrice Schiappapietra che ha operato ad Albisola fino al 1970. Ultimi epigoni dell'arte presepiale ligure, gli scultori Arturo Martini e Tullio Mazzotti che negli anni '20 progettarono presepi fissi in ceramica, nello stile improntato ai canoni estetici proposti dal movimento futurista.
Il presepe vivente di Greccio
Nel Natale 1223 San Francesco realizza in Greccio con l’aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velìta, signore dei luoghi, un presepe vivente con l’intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove nacque Gesù.
Tutto fu approntato e, con l’autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizzò il primo presepio vivente nel mondo.
I personaggi che nella notte del 1223 animarono il “Presepio di San Francesco” sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche, gli scritti di Tommaso da Celano e San Bonaventura:
    - San Francesco: che nel suo peregrinare giunge sul monte di Greccio nel 1208, dove incontra Messer Giovanni Velìta e la popolazione locale per farli partecipi della sua idea e chiedere la collaborazione necessaria alla realizzazione del progetto;
    - Giovanni Velìta: Signore di Greccio, discendente dai conti di Celano e della famiglia Berardi, che divenne grande amico del Santo e con lui collabora al progetto. Nonostante la sua avanzata età, non esitò a raggiungere San Francesco sui monti di Greccio per convincerlo a trasferirsi nel borgo e la, nei pressi di Fonte Colombo, il Santo di Assisi gli espresse il desiderio di rivivere a Greccio il mistero del Natale di Betlemme;
    - Alticama: figlia di Guido Castelli, Signore di Stroncone, sposa di Giovanni Velìta, che partecipa attivamente all’evento costruendo con le sue mani il simulacro del Bambino Gesù;
    - gli Araldi: guardie e servi fedeli del nobile Velìta che lo assistono in ogni sua attività e si recano in tutta la valle a convocare le genti per il Natale di Greccio;
    - i Nobili: cortigiani testimoni degli avvenimenti di quella mistica notte, vissuta al seguito del loro signore;
    - i Frati: compagni di Francesco, che lo seguivano fedelmente dovunque come Frà Leone, Rugino, Angelo, tre seguaci che in futuro, da Greccio, diedero testimonianza scritta della vita di San Francesco nella “Leggenda dei tre Compagni”;
    - il Popolo infine che accorre in massa al richiamo degli araldi portando ceri e fiaccole per rischiarare quella notte speciale, risalendo la selva con canti e preghiere animato da una fede profonda risvegliata in loro dal poverello di Assisi.
In questi luoghi nacque e si sviluppò il santuario del Presepe di Greccio, ove dal 1973 ogni anno, come da tradizione, viene rievocato fedelmente l’Evento.
L’idea di rappresentare il primo presepe vivente è stata di P. Valerio Casponi e oggi alla sua realizzazione partecipano circa cento persone tra figuranti e struttura tecnica, impegnati nella rappresentazione che si svolge a Greccio il 24 e 26 dicembre e il 6 gennaio.
L’azione scenica si compie in quattro quadri:
    - nel primo “San Francesco alla Cappelletta” si narra dell’arrivo del Santo sui monti di Greccio dove si costruirà un rifugio, quello appunto chiamato “Cappelletta”;
    - nel secondo, detto del “Lancio del Tizzo”, si può vedere il Santo che giunto nell’abitato di Greccio, sollecitato dalla popolazione locale, decide di stabilire la sua dimora nel luogo dove andrà a cadere un tizzo ardente lanciato da un fanciullo dalla piazza di Greccio. Per un prodigio, secondo la tradizione, il tizzo andò a cadere nel luogo dove sorge l’attuale Santuario Francescano;
    - nel terzo “Giovanni Velìta a Fonte Colombo”, si assiste all’incontro del Signore di Greccio e di San Francesco, che si trovava a Fonte Colombo per la stesura della Regola dei Frati Minori, durante il quale il Santo esprime il desiderio di rivivere a Greccio la scena della Natività e ne sollecita l’aiuto;
    - nel quarto e conclusivo, si rivive l’atmosfera di quella notte santa del 1223 con la nascita del Bambinello mostrato al popolo da San Francesco. La leggenda vuole che il simulacro del S. Bambino si animasse tra le mani del Santo, benedicendo la folla riunita.



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