Titolo Data
Imperia: Orari estivi per la
visita del grandioso "Presepe di Imperia" 07/07/2012
Euro 2012: SuperMario sul
presepe, cosi' Napoli festeggia gli Azzurri 29/06/2012
Unesco: nativita' Betlemme
dichiarata patrimonio umanita' 29/06/2012
Roma: Il libro di Mario
Mattia sul presepio romano 28/06/2012
Capovalle: Concerto per il
patrono 28/06/2012
Euro 2012: Italia-Germania,
duello Monti-Merkel sul presepe napoletano 28/06/2012
Presepe Sutera: resi noti i
nomi dei 10 finalisti 20/06/2012
Napoli: Ezequiel Lavezzi
finisce nel presepe 03/06/2012
Marola di Carpineti: XLIII
CONVEGNO NAZIONALE aggiornamento 30/05/2012
Atessa: E' morto il padre
del nostro Assistente Ecclesiastico 27/05/2012
Napoli: Mostra presepiale
maggio dei monumenti 2012 10/05/2012
Napoli: Belen e Stefano
incerottati finiscono nel presepe 04/05/2012
Selva di Progno: A San
Bortolo è nato il «presepe pasquale» 12/04/2012
Napoli: Umberto Bossi sul
presepe in ginocchio 12/04/2012
Imperia: Sabato 14 aprile
entrata gratuita al Museo del Presepio 12/04/2012
Anzano di Puglia: Il Venerdì
Santo vivente 03/04/2012
Sant'Agata di Puglia: La
passione di Cristo nei Presepi di Pasqua 27/03/2012
Parma: Ai "Presepi
d'Argento" vince la casa protetta Padre Lino 27/02/2012
Ragusa: Consegnati i premi
del concorso "Il presepe negli Iblei" 27/02/2012
Napoli: Emma e la farfallina
di Belen nel presepe napoletano 27/02/2012
Napoli: Maestro pastoraio
consegna statuetta a Jovanotti 15/02/2012
Altamura: Rubato il
Bambinello del presepe in Cattedrale 15/02/2012
Napoli: Anche Schettino tra
i presepi 08/02/2012
Roma: Rinvio riunione
dirigenti 08/02/2012
Milano Marittima: Adotta
anche tu le sculture del Presepio Artistico! 31/01/2012
L'Associazione
Italiana Amici del Presepio, che riunisce gli appassionati del Presepio di
tutta Italia, è stata fondata a Roma nel 1953 e conta alcune migliaia di
iscritti.
Scopi
dell’Associazione sono:
-
mantenere viva la tradizione del Presepio;
-
promuovere e diffondere il Presepio, elevandone l’aspetto qualitativo;
-
studiarne ed evidenziarne gli aspetti: storico, religioso, artistico, tecnico,
culturale ed etnografico;
-
promuovere la conservazione e la salvaguardia dei Presepi storici e moderni;
-
favorire la conoscenza e l’amicizia tra gli appassionati e la promozione
dell’attività degli artigiani del Presepio;
-
intrattenere rapporti con analoghe Associazioni estere e con Enti culturali.
Per
il raggiungimento delle finalità statutarie, l’Associazione Italiana Amici del
Presepio svolge, tra l'altro, le seguenti attività:
-
organizza un Convegno annuale a livello nazionale;
-
patrocina e promuove mostre, concorsi, pubblicazioni, conferenze ed altre
iniziative inerenti il Presepio;
-
pubblica la rivista trimestrale “Il Presepio” che, oltre alla relazione sulle
attività associative, riporta notizie di tecnica, storia, bibliografia,
manifestazioni ecc.;
-
pubblica annualmente gli inserti "Girando per i presepi", riportante
itinerari presepistici nazionali, e "Dalle sezioni", raccolta delle
attività svolte nell'anno sociale dalle Sezioni locali;
-
gestisce il sito internet www.presepio.it con informazioni su storia, tecnica,
bibliografia e attualità sul Presepio;
-
tiene presso la propria sede e in quelle delle sezioni locali corsi gratuiti
teorico-pratici di tecnica costruttiva presepistica;
-
promuove e coltiva relazioni con Associazioni ed Enti similari, anche esteri,
mediante scambi reciproci di notizie e pubblicazioni e con la partecipazione a
congressi e convegni internazionali; l’Associazione è sede della Segreteria
Internazionale dell’ Universalis Foederatio Praesepistica, che riunisce circa
venti Associazioni presepistiche nazionali europee ed extra-europee.;
-
cura ed incrementa la raccolta di documentazione iconografica a soggetto
presepistico;
-
cura ed incrementa una biblioteca internazionale con volumi dedicati al
Presepio, consultabile presso la propria sede;
-
gestisce presso la propria sede nazionale il Museo Tipologico Internazionale del
Presepio, che conserva circa tremila pezzi provenienti da tutto il mondo;
-
allestisce mostre e Presepi scenografici ed artistici in Italia ed all’estero;
-
organizza manifestazioni ricreative, incontri e gite sociali per favorire
l’instaurarsi di vincoli di collaborazione ed amicizia tra i Soci e per far
conoscere Presepi antichi.
Associati
agli Amici del Presepio!
Iscrizione.
L'iscrizione
all'Associazione (il cui anno sociale va dal 1° gennaio al 31 dicembre) è
subordinata all'invio della quota annuale ed alla accettazione di quanto
indicato nello Statuto. Si ha così diritto a ricevere i quattro numeri annuali
della rivista "Il Presepio", la tessera associativa che permetter di
avere sconti e agevolazioni presso gli esercenti convenzionati e a partecipare
all'attività associativa.
Inoltre
per chi si iscrive la prima volta grandi regali! Clicca qui per saperne di più!
La
quota deve essere versata tramite c/c postale in base ai seguenti riferimenti:
c/c
postale
n.
39163001 intestato a:
Associazione
Italiana Amici del Presepio
Via
Tor de' Conti 31/A
00184
ROMA RM
bonifico
bancario
Associazione
Italiana Amici del Presepio
IBAN:
IT61O0760103200000039163001
CIN:
O (lettera)
ABI:
07601
CAB:
03200
N.Conto:
000039163001
BIC/SWIFT:
BPPIITRRXXX
Indica
sulla causale che trattasi di nuovo socio e l'anno per cui si chiede
l'iscrizione. In caso di iscrizione per l'anno in corso, unitamente alla
tessera associativa, verranno inviate anche le riviste eventualmente già
pubblicate nei mesi precedenti dell'anno stesso, finchè disponibili.
Fotocopia
dell'avvenuto versamento, unitamente ad una domanda di iscrizione recante nome,
cognome, data e luogo di nascita, indirizzo e telefono, dovrà essere inviata
all'Associazione a mezzo posta (all'indirizzo su indicato) oppure tramite fax
al n. 0669789602, o tramite mail a informazione@presepio.it.
Rinnovo
iscrizione.
In
caso di rinnovo le quote devono pervenire entro il 28 febbraio. Ai soci che
rinnoveranno l'iscrizione oltre tale termine, verranno inviate la tessera e le
sole riviste in uscita oltre la data di effettuazione del pagamento. Per
ricevere le riviste eventualmente già pubblicate nei mesi precedenti dell'anno
stesso, finchè disponibili, sarà necessario aggiungere Euro 2,00 per ogni
numero della rivista già uscito fino al momento dell'iscrizione.
Quote
iscrizione 2012
Ordinaria
Euro 33,00 (codice 01)
Sostenitore
Euro 50,00 (codice 02)
Albo
d'Oro Euro 100,00 (codice 03)
Familiare
Euro 13,00 (codice 04)*
*
congiunto convivente di socio effettivo, è socio a tutti gli effetti, con
diritto al voto, senza ricevere la rivista.
Iscrizione
gruppi, enti o associazioni.
Per
l'iscrizione di gruppi, enti o associazioni vale quanto scritto
precedentemente. Al momento dell'iscrizione è obbligatorio segnalare un
nominativo di riferimento per la gestione dell'abbonamento alla rivista.
Rivista
"il Presepio"
Una
rivista unica nel suo genere! di Antonella Salvatori e Alberto Finizio.
L'Associazione
Italiana Amici del Presepio pubblica ininterrottamente dal 1953, per i soci,
una rivista trimestrale, "Il Presepio". Definita di elevato livello
culturale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la rivista, unica nel
suo genere in Italia, raccoglie dati di varia natura, spaziando dalla storia
del presepio ai presepi storici, dai profili di artisti ed artigiani, di ieri e
di oggi, alle attività presepistiche in Italia ed all'estero, dalla tecnica
alla bibliografia presepistica, informando su mostre, convegni, concorsi.
Ampio
spazio viene inoltre dato alle realizzazioni presepistiche degli Associati,
pubblicandone foto e articoli che ne raccontano la realizzazione e la loro
storia.
La
rivista "Il Presepio" viene inviata a tutti gli iscritti
all'Associazione Italiana Amici del Presepio. Si ricevono quattro numeri l'anno
nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Attualmente ogni numero è
composto mediamente da 84 pagine, stampate sia in b/n che a colori.
Su
come iscriversi clicca qui.
Arretrati
E'
possibile ordinare gli arretrati della rivista "Il Presepio" versando
€ 3,00 per ogni copia richiesta più € 3,00 come spese fisse di spedizione sul
c/c postale n. 39163001 intestato a:
Associazione
Italiana Amici del Presepio
Via
Tor de' Conti 31/A
00184
ROMA RM
Appena
ricevuto l'accredito o copia del versamento effettuato verrà effettuata la
spedizione presso il domicilio indicato sul c/c postale. Per spedizioni
all'estero si prega di contattare la Segreteria.
NB:
alcuni numeri della rivista non sono disponibili, mentre altri lo sono solo in
fotocopia. Per evitare spiacevoli disguidi, vi preghiamo di contattare via fax
o telefonicamente la
Segreteria per verificarne l'esistenza e le condizioni.
Esempio:
Se
si ordina 1 rivista, bisogna effettuare un versamento pari ad € 6,00 (3,00 +
3,00).
Se
si ordinano 2 riviste, bisogna effettuare un versamento pari ad € 9,00 (3,00 x
2 + 3,00) e così via.
Copertine
e sommari
Clicca
qui per visualizzare le copertine dei numeri usciti e i relativi sommari.
MUSEO
TIPOLOGICO INTERNAZIONALE DEL PRESEPIO
“Angelo
Stefanucci”
Il
Museo, fondato nel 1967, occupa circa trecento mq., suddivisi in tre navate,
nei locali sottostanti la
Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali. A un
livello ancora sottostante, è visibile, con accesso dal Museo stesso, la
piccola absidiola affrescata della originaria Chiesa protocristiana (VI-VII
sec).
Il
Museo nacque grazie all’allora Presidente, e fondatore, dell’Associazione
Angelo Stefanucci, che donò gran parte della sua raccolta di presepi di tutto
il mondo: intorno a quel primo nucleo di opere, col tempo si sono raccolte
centinaia di presepi, alcuni acquistati e altri donati dagli autori, o da
privati e istituzioni pubbliche e private.
Il
Museo raccoglie presepi, anche scenografici, e figure di notevole pregio
storico e artistico: più di 3.000 pezzi, provenienti da tutte le regioni
italiane e da decine di nazioni, offrono una panoramica ampia ed esaustiva
sulle varie interpretazioni ed ambientazioni della Natività, oltre ad una
esemplificazione dei materiali che possono essere utilizzati.
Sono
esposti presepi, rappresentativi delle migliori firme del settore, in
cartapesta leccese, terracotta siciliana, legno, ceramica, vetro, madreperla,
pietra, carbone, panno, marzapane, uova, foglie di mais ecc., oltre ad alcune
statue napoletane dei secoli XVIII e XIX. Tra i pezzi più antichi, un presepio
costruito con piccole conchiglie (Sicilia – Sec. XVII), un S. Bambino in avorio
(Sec. XVII), una serie di statue di scuola bolognese (Sec. XVIII).
Tra
i presepi scenografici, da citare, oltre ad un grande presepio in stile
settecentesco napoletano, diverse opere della scuola catalana del gesso, nonché
dei più noti “Maestri” del presepio italiani e stranieri.
Annesse
al Museo, consultabili a richiesta, una ampia biblioteca a tema presepistico e
una raccolta di videocassette e DVD su mostre, corsi di tecnica, storia del
presepio.
Nei
locali del Museo vengono organizzate conferenze sul presepio e, ogni anno nel
mese di ottobre, Corsi di Tecnica Presepistica, tenuti da qualificati maestri.
SEZIONE/SEDE* DIRIGENTE/PRESIDENTE* RECAPITI INTERNET
Cavallermaggiore Olocco Massimo Via Roma, 144
12030
Cavallermaggiore (CN)
Tel.
0172381674
Fax.
0172062220
Sito:
http://www.presepecavallermaggiore.it/
E-mail:
info@presepecavallermaggiore.it
Cuneo Zavattero Giovanni Corso Dante, 7
12100
Cuneo
Tel.
0171690616 - 3333028355
Sito:
http://www.presepiingranda.it
E-mail:
presepicuneo@alice.it
Fara
Novarese Spagnolini Maurilio Via Dante, 2
28073
Fara Novarese (No)
Tel.
0321829484
E-mail:
info@arredospa.it
Novara Trovati Pietro Via Biandrate, 15
28100
Novara
Tel.
0321628216
Torino Telesa Abramo Via Sospello, 117/c
10147
Torino
Tel.
0112206333
E-mail:
abratel41@libero.it
SEZIONE/SEDE* DIRIGENTE/PRESIDENTE* RECAPITI INTERNET
Cosenza
* Battaglia Massimiliano * Piazza Zumbini, 72
87100
Cosenza
Tel.
3284669059
E-mail:
aiap-cosenza@virgilio.it
Palmi Managò Giuseppe Via Milano, 10, c.p. 87
89015
Palmi (RC)
Tel.
096623048
Paola Scrivano Fedele Via Garibaldi, 96
87027
Paola (CS)
Tel.
0982582471
Fax.
0982585428
E-mail:
studiolegalescrivano@tiscalinet.it
Reggio
Calabria Sorgonà Sapone Maria Via Filippini, 46
89125
Reggio Calabria
Tel.
0965817021 - 096522844
Fax.
0965817021
Sito:
http://www.museodelpresepiorc.com/
E-mail:
nfo@museodelpresepiorc.com
SEZIONE/SEDE* DIRIGENTE/PRESIDENTE* RECAPITI INTERNET
Cicciano Vitale Carmine Via Nola, 15
80033
Cicciano (NA)
Tel.
0818263951
Ercolano Borriello Gianfranco Via Panoramica, 15
80056
Ercolano (NA)
Tel.
0818827110
E-mail:
bor.gia@alice.it
Isola
d'Ischia Di Massa Pasquale Via Sogliuzzo, 20
80077
Ischia (NA)
Tel.
081984943
Sito:
https://www.facebook.com/Aiapischia
E-mail:
aiapischia@gmail.com
Napoli
* Perchiazzi Bruno * Via dei Griffi, 4
80133
Napoli
Tel.
081262484
Fax.
081262484
Sito:
http://www.amicidelpresepionapoli.it/
E-mail:
amicipresepio.napoli@email.it
Padula Torresi Germano V. Provinciale - P.co Smeralda, 143
84034
Padula (Sa)
Tel.
0975778329
Fax.
0975778329
Sito:
http://www.presepipadula.it
E-mail:
germano@vipnet.it
Pagani Tipaldi Gerardo C.so E. Padovano, 71
84016
Pagani (SA)
Tel.
081916385
Pompei Totaro Luigi V. Bonifica - Vic. di Palma, 27
80054
Scafati (SA)
Tel.
0818639736
E-mail:
totaroluigi@hotmail.it
Salerno
* Santoro Rosario * Via Aurelio Nicolodi, 33
84126
Salerno
Tel.
089793005
San
Giorgio a Cremano Avolio
Ciro Via Guido Rossa, 15
80046
S. Giorgio a Cremano (NA)
Tel. 3387625489
Fax. 0815654294
Sito:
http://presepiare.altervista.org
E-mail:
avoliociro@alice.it
Torre
Annunziata * Giordano Salvatore * Via Dante, 10
80058
Torre Annunziata (NA)
Tel.
0818618645
Sito:
http://www.presepisticampani.it
E-mail:
info@presepisticampani.it
Torre
Del Greco D’Antonio Aniello c/o Chiesa di S. Maria del Pianto - Via
del Purgatorio 13
80059
Torre del Greco (NA)
Tel.
3405591847
Sito:
http://www.amicidelpresepetorredelgreco.it
Avvisi
per le sezioni e sedi
Modifiche
Sezioni e istituzione Sedi Periferiche A.I.A.P. (30/07/2011)
Facendo
seguito alla all'Assemblea Generale dei Soci 2011, il Consiglio Direttivo ha
approvato il nuovo Regolamento associativo, che introduce modifiche riguardanti
le Sezioni associative e istituendo la nuova Sede Periferica affiliata
all’AIAP.
Clicca
qui per maggiori dettagli.
Verifica
indirizzo mail (14/07/2010)
Si
invitano gli Organi Dirigenti a verificare la correttezza dell'indirizzo mail
della sezione presente sul nostro sito ( clicca qui) e lo stato attivo della
stesso. In caso di errori/mancanza si prega di mandare una mail contenente il
nome della sezione, la vecchia mail e la nuova mail a webmaster@presepio.it.
Si
ringrazia per la collaborazione.
Unificazione
date scadenze sezioni
Si
informano gli Organi Dirigenti delle Sezioni che il Consiglio Direttivo ha
disposto l’unificazione delle date di scadenza di tutte le Sezioni al mese di
aprile di ogni anno, fermo restando l’anno di scadenza già previsto per ogni
Sezione. Per gli Organi Dirigenti delle Sezioni in scadenza a settembre 2009, è
lasciata libertà di scelta: essi potranno indire le nuove elezioni per lo
stesso mese di settembre, come già previsto, oppure rinviare le elezioni stesse
al mese di aprile 2010.
Analogamente,
le Sezioni in scadenza a settembre 2010, potranno rinnovare le cariche alla
loro scadenza naturale, oppure rinviare le elezioni ad aprile 2011, e la stessa
opportunità è lasciata alle Sezione con scadenza a settembre 2011, che quindi
potranno rinnovare a settembre dello stesso anno oppure ad aprile 2012. In ogni caso, la
nuova data di scadenza per i neo eletti sarà fissata al mese di aprile del 2013
(per le Sezioni in scadenza a settembre 2009), ad aprile del 2014 (per le
Sezioni in scadenza a settembre 2010) e ad aprile del 2015 (per le Sezioni in
scadenza a settembre 2011). Le Sezioni i cui mandati scadono attualmente nel
mese di marzo, potranno rinnovare le cariche entro il mese di aprile
immediatamente successivo.
Modelli
verbali
Il
Consiglio Direttivo ha predisposto un modello del verbale dell’Assemblea elettiva,
per la nomina e il rinnovo delle cariche di Dirigente e Segretario delle
Sezioni, alle loro naturali scadenze. Tale iniziativa è tesa a uniformare le
procedure delle diverse Sezioni e permetterà una maggiore chiarezza, anche sui
dati da riportare sulla rivista.
Ti
invitiamo dunque ad attenerti a questo modello, che potrai anche scaricare, per
tua comodità, direttamente da qui, e che andrà redatto, firmato e inviato sia
alla nostra sede centrale che al Consigliere Responsabile delle Sezioni.
L'Associazione
Italiana Amici del Presepio ha sede in via Tor de' Conti n. 31/A, nei locali
sottostanti la Chiesa
dei SS. Quirico e Giulitta.
Indirizzo:
Via
Tor de’ Conti, 31/a – Roma - 00184
Ingresso
dalla Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta (ViaTor de’ Conti 23, accanto Hotel
Forum).
Orari
apertura:
Tutto
l'anno (chiuso agosto): ogni mercoledì e sabato orario 17,00-20,00;
Dal
25 dicembre al 6 gennaio: Tutti i giorni feriali orario 17,00-20,00, Festivi
10,00-12,30/17,00-20,00Come raggiungerci con i mezzi pubblici:
LO
STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO
(Per
ogni divergenza fa fede la copia cartacea depositata presso la sede AIAP di
Roma)
Art.
1 È costituita in Roma, presso la
Chiesa dei SS.mi Quirico e Giulitta in Via Tor dei Conti, n.
31/a, l'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO, aderente alla
"Universalis Foederatio Praesepistica".
L'Associazione,
promossa da credenti, è apolitica e non ha fini di lucro. La sua durata è
illimitata. Essa è posta sotto la protezione di S. Francesco d'Assisi. Organo
ufficiale dell'Associazione è la rivista "Il Presepio".
Art.
2 Gli scopi dell'Associazione sono:
a)
dare incremento e diffusione al Presepio creando fra i suoi cultori, vincoli di
fraternità e di collaborazione;
b)
far conoscere l'attività degli artisti e degli artigiani presepisti;
c)
elevare tecnicamente ed artisticamente la costruzione del Presepio con l'indire
corsi teorico-pratici di tecnica costruttiva presepistica e con il promuovere
concorsi, esposizioni, conferenze, riunioni e visite collettive a Presepi;
d)
promuovere e coltivare relazioni con Enti similari esteri sia per scambi
reciproci di notizie e pubblicazioni concernenti opere presepistiche, sia per
l'organizzazione di congressi e convegni internazionali, che per studi ed
attività di rilievo particolare;
e)
organizzare ed incrementare la raccolta di documentazione iconografica di
argomento presepistico;
f)
esplicare costante interesse affinché gli antichi Presepi vengano curati,
conservati e possano essere visitati particolarmente durante il periodo
natalizio;
g)
promuovere la costruzione del Presepio nelle famiglie;
h)
promuovere mediante gite sociali, manifestazioni varie e ricreative, l'amicizia
fra i Soci.
Art.
3 I Soci sono distinti nelle seguenti categorie:
Ordinari
Sostenitori
Benemeriti
Onorari.
I
Soci ordinari sono quelli regolarmente iscritti a norma del presente Statuto.
I
Soci sostenitori sono coloro che concorrono a potenziare economicamente in
maniera sensibile l'Associazione.
I
Soci benemeriti sono nominati dal Consiglio Direttivo per particolari meriti
acquisiti nel campo Presepistico ed associativo.
I
Soci onorari vengono nominati dal Consiglio Direttivo tra coloro che si sono
distinti per attività a favore dell'Associazione. Questi sono esentati dal
pagamento della quota associativa.
Tutti
i Soci ricevono la rivista "Il Presepio" e partecipano alle attività
dell'Associazione, ma solo quelli che pagano la quota annua deliberata
dall'Assemblea, in quanto Soci effettivi, sono elettori ed eleggibili.
L'ammissione
all'Associazione è subordinata alle seguenti norme:
-
invio della quota, unitamente ai dati anagrafici completi, cosa che viene
considerata domanda di ammissione;
-
accettazione della domanda da parte del Consiglio Direttivo.
L'accettazione
a Socio comporta l'adesione al presente Statuto ed al Regolamento interno.
Art.
4 La qualità di Socio si perde per dimissioni scritte, per morosità e per
radiazione promulgata dal Consiglio Direttivo (in seguito a deliberazione del
Collegio dei Probiviri).
Per
la soluzione di eventuali controversie tra i Soci e tra i Soci e l'Associazione
questi si obbligano a farle dirimere dal Collegio dei Probiviri.
Art.
5 Al fine di una più proficua attività associativa possono istituirsi delle
Sezioni che raggruppino un minimo di cinque Soci effettivi. Nell'ambito della
Sezione sono previsti un Dirigente ed un Segretario, eletti dai Soci della
Sezione stessa, che durano in carica tre anni e possono essere rieletti, nonché
un Assistente Ecclesiastico.
Il
Dirigente è responsabile verso il Consiglio Direttivo della conduzione della
Sezione di cui ha la rappresentanza legale di fronte a terzi.
Art.
6 Il Consiglio Direttivo al fine di promuovere e facilitare la costituzione dì
Sezioni e di incentivare l'attività presepistica può nominare rappresentanti
periferici denominati "Coordinatori" con specifico compito di
coordinamento a livello locale.
Art.
7 Organi dell'Associazione sono:
Assemblea
generale dei Soci;
Consiglio
Direttivo;
Presidente;
Vice
Presidente;
Collegio
dei Revisori;
Collegio
dei Probiviri.
Art.
8 L 'Assemblea
generale, regolarmente costituita, rappresenta la totalità dei Soci e le sue
deliberazioni sono obbligatorie anche per i Soci assenti o dissenzienti.
Il
diritto di voto non può essere esercitato dal Socio non in regola con il
pagamento della quota.
Il
Socio può farsi rappresentare in Assemblea mediante delega scritta che potrà
essere conferita a qualsiasi altro Socio avente diritto al voto, anche se
membro del Collegio dei Revisori dei Conti.
Nessun
Socio può avere più di due deleghe.
I
Soci onorari, pur non avendo diritto di intervento e di voto in Assemblea,
possono però assistervi.
L'Assemblea
generale dei Soci viene convocata presso la Sede sociale o presso altro luogo indicato
nell'avviso di convocazione, che dovrà contenere l'ordine del giorno, e che
verrà diramato mediante pubblicazione sulla rivista o a mezzo posta, nonché
esposto presso la Sede
sociale e le Sezioni.
Per
la validità delle convocazioni, delle delibere e delle votazioni assembleari,
sia dell'Assemblea ordinaria che straordinaria, valgono le norme del Codice
Civile.
Art.
9 Compiti dell'Assemblea ordinaria sono:
-
discutere e deliberare annualmente sui Conti consuntivo e preventivo entro il
mese di aprile;
-
fissare, su proposta del Consiglio Direttivo, le quote annuali;
-
eleggere ogni triennio i componenti del Consiglio Direttivo, il Collegio dei
Revisori ed il Collegio dei Probiviri;
-
deliberare sugli altri argomenti all'ordine del giorno.
Compiti
dell'Assemblea straordinaria sono:
-
deliberare sulle proposte di modifica dello Statuto;
-
deliberare sullo scioglimento dell'Associazione;
-
deliberare su ogni altro argomento all'ordine del giorno.
Art.
10 Il Consiglio Direttivo è composto da 15 (quindici) membri eletti dall'Assemblea,
i quali durano in carica tre anni e possono essere rieletti.
Il
Consiglio Direttivo elegge nel suo seno il Presidente, il Vice Presidente ed il
Tesoriere.
Il
Presidente del Consiglio Direttivo è anche Presidente dell'Associazione.
Le
deliberazioni del Consiglio Direttivo sono prese a maggioranza di voti tra i
presenti. In caso di parità è decisivo il voto del Presidente la riunione.
In
caso di dimissioni, di decadenza o di morte di uno dei Consiglieri, il
Consiglio Direttivo ne nomina il sostituto che resterà in carica fino alla
prima Assemblea per la ratifica e fino alla scadenza triennale dell'intero
Consiglio.
In
caso di mancata ratifica la predetta Assemblea provvederà all'elezione diretta
del nuovo Consigliere, il mandato del quale andrà comunque a scadere unitamente
all'intero Consiglio Direttivo.
Art.
11 Compiti del Consiglio Direttivo sono:
-
l'amministrazione ordinaria e straordinaria dell'Associazione;
-
la preparazione dei Conti consuntivo e preventivo;
-
emanare ed aggiornare il Regolamento interno dell'Associazione;
-
curare il buon andamento dell'Associazione, formulare i programmi delle
attività e provvedere al loro regolare svolgimento:
-
convocare le Assemblee ordinarie e straordinarie precisandone l'ordine del
giorno.
Art.
12 Il Presidente del Consiglio Direttivo è a tutti gli effetti di legge
rappresentante legale dell'Associazione.
In
caso di assenza o di impedimento egli è sostituito dal Vice Presidente.
In
caso di sue dimissioni o di una cessazione per qualsiasi altra causa le sue
funzioni saranno assunte dal Vice Presidente fino alla prima Assemblea
ordinaria o straordinaria in cui si dovrà procedere all'elezione di un nuovo
Consigliere per dar modo al Consiglio Direttivo di eleggere a sua volta un
nuovo Presidente.
Il
Presidente può scegliersi nell'ambito del Consiglio Direttivo uno o più
delegati per coadiuvarlo nei suoi compiti organizzativi di rappresentanza nei
rapporti con le Sezioni italiane e le Associazioni estere. Ai delegati spetta
il titolo di Vice Presidente incaricato.
Art.
13 Il Vice Presidente sostituisce il Presidente dell'Associazione in caso di
sua assenza momentanea o mancanza.
Cura
il disbrigo degli affari ordinari, provvede alla firma della corrispondenza
corrente, mantiene contatti continuativi con uffici pubblici e privati, enti ed
organizzazioni che interessano l'attività dell'Associazione.
Art.
14 Il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di tre membri effettivi e di
due supplenti eletti dall'Assemblea per tre anni.
Partecipa
senza diritto di voto alle riunioni del Consiglio Direttivo.
Controlla
la regolarità della contabilità.
Vigila
sulle spese straordinarie e relaziona l'Assemblea sui Conti consuntivo e
preventivo.
Art.
15 Il Collegio dei Probiviri si compone di tre membri effettivi e di due
supplenti eletti dall'Assemblea per tre anni.
I
supplenti subentrano nell'incarico in caso di vacanza di uno o più degli
effettivi.
Il
Consiglio ha mansioni disciplinari e può erogare sanzioni, ammonizioni,
diffide, sospensioni, inibizione a cariche e radiazioni. Le radiazioni vengono
promulgate dal Consiglio Direttivo.
Art.
16 Tutte le cariche associative sono a titolo gratuito.
Art.
17 Il patrimonio sociale è costituito dalle quote e dalle volontarie oblazioni
dei Soci e da ogni altra liberalità che proviene anche da estranei
all'Associazione.
Art.
18 Le norme di funzionamento e di esecuzione del presente Statuto sono disposte
per Regolamento interno elaborato a cura del Consiglio Direttivo.
Art.
19 Per tutto quanto non è previsto dal presente Statuto si fa rinvio alle norme
di legge.
Art.
20 In
caso di scioglimento dell'Associazione il patrimonio sociale, sentito il parere
dell'Autorità Ecclesiastica, sarà devoluto in opere assistenziali.
REGOLAMENTO
DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DEL PRESEPIO
(Per
ogni divergenza fa fede la copia cartacea depositata presso la sede AIAP di
Roma)
REGOLAMENTO
Art.
1 - Anno Sociale - L’anno sociale va dal 1° gennaio al 31 dicembre.
Art.
2 - Organi associativi - L’attività dell’Associazione viene esercitata a
livello nazionale da Assemblea Generale, Consiglio Direttivo, Collegio dei
Revisori dei Conti, Collegio dei Probiviri, Assistente Ecclesiastico Nazionale,
e a livello locale da Sezioni e Sedi periferiche, ove esistenti, con i
rispettivi Organi Dirigenti e Assistenti Ecclesiastici locali, per le parti di
competenza.
Art.
3 - Consiglio Direttivo
3.1
- Per ragioni organizzative e logistiche è necessario e vincolante che almeno
sette componenti del Consiglio siano domiciliati a Roma, Sede
dell’Associazione, o nella sua provincia.
3.2
- Il Consiglio Direttivo si riunisce di norma ogni due mesi ed è convocato dal
Presidente o da chi ne fa le veci.
3.3
- Nella convocazione dovrà essere indicato l’ordine del giorno ed allegata la
copia del verbale della riunione precedente.
3.4
- Il membro del Consiglio che risulti assente ingiustificato in tre riunioni
consecutive decadrà dalla carica.
3.5
- Il verbale verrà trascritto su apposito libro e, delle deliberazioni di
comune interesse, verrà data notizia sulla Rivista.
3.6
- Per la gestione corrente e ordinaria dell’attività associativa, nonché per
decisioni che rivestano carattere di indifferibilità e urgenza, è istituito il
Consiglio Ristretto, costituito da Presidente, Vicepresidente e Tesoriere, con
autonomia decisionale nei limiti che verranno indicati dal plenum del Consiglio
Direttivo, che sarà chiamato a ratificare le decisioni prese dal Consiglio
Ristretto.
Art.
4 - Assistente Ecclesiastico Nazionale
4.1
- Per la formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci aderenti
all’Associazione si prevede un Assistente Ecclesiastico Nazionale, scelto tra
il Clero Diocesano e/o Religioso di Roma, che viene nominato, su proposta del
Consiglio Direttivo, direttamente dal Vicario di Sua Santità in Roma.
L’incarico decade alla presentazione al Consiglio Direttivo della sua lettera
di dimissioni.
4.2
- Per sua diretta competenza, tiene i contatti ufficiali con le Autorità
Ecclesiastiche. Partecipa, senza diritto di voto, ai lavori del Consiglio
Direttivo e delle Assemblee dei Soci, interviene nei Convegni e negli Incontri
Nazionali, proponendone il tema, collabora sulla Rivista associativa e sul sito
web dell’Associazione. Intrattiene rapporti comunicativi con gli altri
Assistenti Ecclesiastici locali, anche a scopo consultivo, organizzando insieme
a loro, previa consultazione e decisione del Consiglio Direttivo, incontri di
studio e formazione, atti a sviluppare la formazione cristiana dei Soci.
Art.
5 - Soci
5.1
- I Soci possono essere soltanto persone fisiche e, solo in casi eccezionali,
quali rappresentanti di entità e comunità (parrocchie, associazioni, scuole,
ecc.).
5.2
-Tra i Soci ordinari sono previsti i Soci familiari (congiunti facenti parte
dello stesso nucleo familiare) che versano una quota ridotta ricevendo la
tessera ma non la Rivista.
I Soci familiari hanno diritto al voto.
5.3
- Al ricevimento della quota e dei dati anagrafici completi, che costituiscono
domanda di ammissione come previsto dallo Statuto, il Consiglio Direttivo,
nella prima riunione successiva all’arrivo, delibera, a suo insindacabile
giudizio, l’accettazione o meno della richiesta, inviando all’interessato, in
caso affermativo, la tessera.
5.4
- Quanto sopra relativamente all’accettazione o meno della richiesta da parte
del Consiglio Direttivo è da intendersi valido anche per le domande di
reiscrizioni e di rinnovi annuali.
5.5
- Nel caso di non accettazione da parte del Consiglio Direttivo della
iscrizione, reiscrizione o rinnovo annuale, l’Associazione provvede alla
restituzione della quota eventualmente già versata.
5.6
- Ciascun Socio è tenuto ad inviare tassativamente entro il mese di febbraio la
quota annuale deliberata dall’Assemblea ordinaria. Il socio che provvederà al
versamento oltre tale termine riceverà solo le riviste in uscita oltre la data
di effettuazione del pagamento. L’invio della quota costituisce domanda di
rinnovo dell’iscrizione all’Associazione.
5.7
- I Soci morosi, per i quali viene sospeso l’invio della rivista associativa,
perdono la qualità di Socio.
5.8
- Il Socio che intende dimettersi deve darne comunicazione scritta al Consiglio
Direttivo.
5.9
- L’anzianità associativa è determinata dal numero di anni di iscrizione
continuativa.
5.10
- I Soci, maturata un’anzianità associativa di almeno due anni, acquisiscono il
diritto al voto sia per il rinnovo del Consiglio Direttivo sia nelle Assemblee
Generali, ordinarie e straordinarie.
Art.
6 - Controversie - Per la soluzione di eventuali controversie tra i Soci
dell’Associazione, il Collegio dei Probiviri esprimerà un parere in merito
entro un periodo di tre mesi dalla data del ricorso.
Art.
7 - Sezioni
7.1
- Le Sezioni sono parte integrante dell’Associazione e la rappresentano nel
loro ambito territoriale.
7.2
- Il loro scopo è quello di realizzare a livello locale quanto previsto
dall’Art. 2 dello Statuto Associativo.
7.3
- In ogni Sezione è richiesta la presenza dell’Assistente Ecclesiastico Locale
(AEL), nominato dal Vescovo della Diocesi di appartenenza.
7.4
- L’istituzione delle Sezioni avviene su autorizzazione del Consiglio
Direttivo, a suo insindacabile giudizio, dopo averne valutata l’opportunità ai
fini associativi.
7.5
- Possono farne richiesta un gruppo di non meno di cinque Soci effettivi, con
anzianità maturata di almeno due anni e residenti nell’ambito territoriale
dell’istituenda Sezione, che produrranno personalmente dinanzi al Consiglio
Direttivo o ad un suo delegato richiesta scritta corredata della relazione
dell’attività presepistica svolta e del programma delle attività che si
intendono realizzare.
7.6
- I Soci richiedenti, ottenuta l’autorizzazione per la costituzione della
Sezione, dovranno inviare al Consiglio Direttivo il verbale dell’Assemblea dei
Soci dal quale risulti la nomina, per elezione, del Dirigente e del Segretario,
nonché l’elenco dei Soci invitati e i nominativi di quelli presenti che lo
sottoscriveranno per accettazione. Il verbale dovrà altresì recare
l’indicazione dell’Assistente Ecclesiastico, che viene nominato dal Vescovo
della Diocesi alla quale appartiene la Sezione , a seguito della richiesta scritta recante
la presentazione dei nominativi avanzata dal Dirigente in pectore della
istituenda Sezione.
7.7
- Dopo aver riscontrato la validità dell’Assemblea locale e l’ottemperanza alle
norme vigenti, il Consiglio Direttivo delibererà il riconoscimento della Sezione
e dei suoi Organi Dirigenti.
7.8
- Tale riconoscimento avrà valore provvisorio. Decorsi due anni dalla
costituzione della Sezione, il Consiglio Direttivo valuterà l’attività svolta
nel biennio dalla stessa al fine della sua riconferma. Tale valutazione si
baserà sui seguenti criteri:
•
qualità delle iniziative svolte e loro attinenza con le finalità associative
(realizzazione di Presepi, incontri di carattere culturale e/o spirituale,
visite a musei, collezioni pubbliche o private, realizzazione di corsi e
concorsi, allestimento di mostre, ecc.);
•
prospettive di consolidamento e radicamento nel territorio attraverso una
proficua e leale cooperazione tra i Soci singoli e con le varie realtà
associative (Sezioni, U.O.R., Consiglio Direttivo Nazionale);
•
apertura a nuovi iscritti coinvolgendo in particolar modo i giovani, al fine di
ampliare e consolidare la
Sezione , dando prospettive di crescita e di durata. Per una
più proficua attività associativa locale, la Sezione provvisoria dovrà impegnarsi ad incrementare
il proprio numero di Soci iscritti portandoli da cinque a dieci.
7.9
- Successivamente, alla scadenza triennale delle nomine, la procedura di
rinnovo, per la quale non è prevista la conferma del Consiglio Direttivo, sarà
analoga a quella per la costituzione di una nuova Sezione, a condizione che
risultino osservati i criteri sopra esposti e che il rinnovo stesso avvenga
entro i termini stabiliti, e con le modalità e nei periodi indicati dal
Consiglio Direttivo Nazionale. Il modulo per il rinnovo delle cariche sezionali
può essere scaricato dal sito internet dell’Associazione Italiana Amici del
Presepio, oppure richiesto direttamente alla Segreteria Nazionale.
7.10
- Per il rinnovo delle cariche sezionali, l’eleggibilità a Dirigente si
acquisisce solo dopo almeno due anni di iscrizione consecutiva alla Sezione.
7.11
- L’Assistente Ecclesiastico locale ha il ruolo di seguire e accompagnare la
formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci afferenti alla Sezione. Egli
può esserne Socio ma non potrà rivestire altre cariche in seno alla Sezione
stessa. Il suo incarico decade alla presentazione della sua lettera di
dimissioni.
7.12
- Si può essere Soci di una sola Sezione, pur potendo partecipare alle attività
promosse da altre Sezioni.
7.13
- È comunque importante che almeno la metà delle opere esposte durante mostre
organizzate dalle singole Sezioni, siano realizzate dai soci afferenti alla
Sezione organizzatrice in modo tale da garantire costantemente una proficua
attività ed un consolidamento nel territorio di appartenenza.
7.14
- Gli Organi Dirigenti delle Sezioni concorrono all’attività associativa:
a)
partecipando all’Assemblea annuale delle Sezioni, la quale ha come obiettivo il
promuovere l’incontro ed il confronto sereno tra il Consiglio Direttivo ed i
vari Organi Dirigenti sezionali attraverso uno scambio di testimonianze,
esperienze e progetti nel rispetto reciproco e condiviso delle regole della
nostra Associazione;
b)
effettuando proposte di interesse comune ed esprimendo pareri su problemi ed
iniziative prospettati dal Consiglio Direttivo;
c)
trasmettendo la relazione annuale sull’attività svolta dalla Sezione.
7.15
- Gli Organi dirigenti della Sezione hanno ampia autonomia organizzativa
esclusivamente nello svolgimento dell’attività presepistica locale mentre non
possono, in alcun caso, operare in nome e per conto dell’Associazione se non
espressamente autorizzati dal Consiglio Direttivo.
7.16
- All’atto dello scioglimento, per qualsiasi motivo, della Sezione, l’Organo
Dirigente della Sezione sciolta dovrà comunicare per iscritto al Consiglio
Direttivo a quale ente o similare verrà devoluto l’eventuale patrimonio della
stessa.
7.17
- Ove dovesse verificarsi la mancata osservanza delle finalità associative o di
quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento, il Consiglio Direttivo potrà
deliberare il disconoscimento della Sezione e convocare l’Assemblea dei Soci locali
al fine di verificare la situazione.
7.18
- Fanno parte delle Sezioni solo i Soci regolarmente iscritti all’Associazione.
7.19
- Le Sezioni dovranno avvalersi di un proprio Regolamento interno che in ogni
caso non potrà essere in contrasto con lo Statuto ed il Regolamento
dell’Associazione e del quale, dopo l’approvazione da parte del Consiglio
Direttivo, verrà depositata copia presso la Sede Centrale.
7.20
- Le Sezioni non possono svolgere attività amministrativa e contabile, né
possono avere Codice Fiscale o Partita IVA, né intrattenere rapporti con banche
e similari a nome e per conto dell’Associazione.
7.21
- Al termine di ogni anno sociale nel corso dell’assemblea ordinaria gli Organi
Dirigenti della Sezione sono tenuti a relazionare sull’andamento strutturale
dell’anno trascorso a tutti i soci afferenti.
7.22
- È demandato alle Sezioni il compito di raccogliere le quote associative dei
propri Soci e di versarle in unica soluzione alla sede nazionale, accompagnate
dall’elenco dei nominativi relativi.
7.23
- In particolari situazioni di estensione del territorio, di elevato numero di
Soci e/o diversificazione delle attività associative, le Sezioni potranno
costituire delle Sottosezioni locali, che faranno riferimento esclusivamente
alla Sezione stessa, di cui seguiranno le indicazioni ed il Regolamento, ed
opereranno sotto il diretto controllo del Dirigente, che ne avrà la piena
responsabilità, e degli altri Organi Dirigenti sezionali.
Art.
8 - Sedi Periferiche
8.1
- A livello locale possono costituirsi sedi territoriali che verranno affiliate
all’AIAP nazionale. Dette strutture, promosse da credenti, rappresentano un
gruppo di persone che operano nell’ambito territoriale per il raggiungimento di
interessi collettivi degli associati e degli scopi previsti dall’art. 2 dello
Statuto nazionale, e testimoniano l’Associazione sul territorio. Il rapporto
tra Sede nazionale e Sedi periferiche, in quanto testimoni dell’A.I.A.P. sul
territorio, dovrà essere improntato alla più ampia e reciproca collaborazione e
trasparenza.
8.2
- In ogni Sede è richiesta la presenza dell’Assistente Ecclesiastico Locale
(AEL), nominato dal Vescovo della Diocesi di appartenenza.
8.3
- L’istituzione delle Sedi periferiche avviene su autorizzazione del Consiglio
Direttivo, a suo insindacabile giudizio, dopo averne valutata l’opportunità ai
fini associativi.
8.4
- Per la costituzione di una Sede periferica, è necessario che la richiesta
venga avanzata da un gruppo di persone con un minimo di dieci Soci effettivi,
con almeno due anni compiuti di anzianità associativa e residenti nell’ambito
territoriale dell’istituenda struttura, che produrranno personalmente dinanzi
al Consiglio Direttivo o ad un suo delegato richiesta scritta corredata dalla
relazione e dai programmi delle attività che si intendono realizzare.
8.5
- I Soci richiedenti, ottenuta l’autorizzazione per la costituzione della Sede
periferica, dovranno costituire una Associazione autonoma con ragione sociale
(denominazione) “AIAP - Sede di …….” (nome della località). Lo Statuto
dell’istituenda Sede non potrà essere, in alcun punto, in contrasto con lo
Statuto ed il Regolamento associativi nazionali, ed in particolare dovrà
prevedere in maniera esplicita:
a)
che la Sede si
costituisce espressamente al fine di aderire all’A.I.A.P. nazionale, per cui la
non ottemperanza a quanto previsto da Statuto e Regolamento nazionali provoca
lo scioglimento automatico della Sede periferica;
b)
che alla Sede potranno iscriversi esclusivamente soci della Associazione
Italiana Amici del Presepio;
c)
che la nuova associazione verrà sciolta in caso di disconoscimento da parte del
Consiglio Direttivo Nazionale;
d)
che le cariche sociali hanno durata quinquennale.
e)
che l’Assemblea eleggerà il Consiglio Direttivo, composto da un numero minimo
di cinque persone. Il Consiglio Direttivo, nella prima seduta, nominerà
Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere.
8.6
- Una volta costituitisi in Associazione, i richiedenti dovranno inviare al
Consiglio Direttivo Nazionale:
•
copia dell’atto costitutivo e dello statuto dell’Associazione neo-costituita
(secondo i modelli già predisposti dalla Sede nazionale)
•
il regolamento interno (secondo il modello già predisposto dalla Sede
nazionale) che non potrà in alcun punto essere in contrasto con lo Statuto ed
il Regolamento associativi nazionali
•
l’elenco dei Soci invitati e i nominativi di quelli presenti che
sottoscriveranno per accettazione l’Atto Costitutivo
•
l’atto Costitutivo altresì dovrà recare l’indicazione dell’Assistente
Ecclesiastico, che sarà nominato dal Vescovo della Diocesi alla quale
appartiene la Sede ,
a seguito della richiesta scritta recante la presentazione dei nominativi
avanzata dal Presidente pro-tempore della istituenda Sede territoriale
•
dichiarazione, sottoscritta da tutti i soci, di accettare integralmente lo
Statuto ed il Regolamento associativi nazionali, che dovranno impegnarsi a
rispettare completamente
•
dichiarazione di impegno, sottoscritta da tutti i soci, in caso di scioglimento
o disconoscimento da parte del Consiglio Direttivo Nazionale della Struttura
periferica, a sciogliere la relativa associazione territoriale appositamente
costituita all’atto del riconoscimento.
8.7
- Dopo aver riscontrato la validità delle procedure di costituzione e
l’ottemperanza alle norme vigenti, il Consiglio Direttivo Nazionale delibererà
il riconoscimento della Sede periferica e dei suoi Organi istituzionali e ne
decreterà la sua affiliazione all’AIAP.
8.8
- Il riconoscimento della Sede periferica affiliata all’AIAP avrà valore
provvisorio. Decorsi due anni dalla costituzione della Sede periferica, il
Consiglio Direttivo Nazionale valuterà l’attività svolta nel biennio dalla
stessa al fine della conferma del suo riconoscimento. Tale valutazione si
baserà sui seguenti criteri:
•
qualità delle iniziative svolte e loro attinenza con le finalità associative
(realizzazione di Presepi, incontri di carattere culturale e/o spirituale,
visite a musei, collezioni pubbliche o private, realizzazione di corsi e
concorsi, allestimento di mostre, ecc.);
•
prospettive di consolidamento e radicamento nel territorio attraverso una
proficua e leale cooperazione tra i Soci singoli e con le varie realtà
associative locali e nazionali;
•
apertura a nuovi iscritti coinvolgendo in particolar modo i giovani, al fine di
ampliare e consolidare la
Struttura periferica, dando prospettive di crescita e di
durata. Per una più proficua attività associativa locale, la Struttura periferica
provvisoria dovrà impegnarsi ad incrementare il proprio numero di Soci.
8.9
- L’Assistente Ecclesiastico locale ha il ruolo di seguire e accompagnare la
formazione spirituale e cristiana di tutti i Soci aderenti alla Sede
periferica. Egli può esserne Socio ma non potrà rivestire altre cariche in seno
alla Sede stessa. Il suo incarico decade alla presentazione della sua lettera
di dimissioni.
8.10
- Si può essere Soci di una sola Sede periferica, pur potendo partecipare alle
attività promosse dalle altre.
8.11
- È importante che almeno la metà delle opere esposte durante mostre
organizzate dalle singole Sedi periferiche, siano realizzate dai soci afferenti
alla stessa Sede organizzatrice in modo tale da garantire costantemente una
proficua attività ed un consolidamento nel territorio di appartenenza.
8.12
- Le Sedi periferiche possono operare in nome e per conto dell’AIAP nazionale
esclusivamente previa autorizzazione del Consiglio Direttivo Nazionale.
8.13
- Le Sedi periferiche, affiliate all’AIAP, hanno piena autonomia organizzativa,
giuridica, amministrativa, contabile e gestionale. Esse sono riconosciute
dall’Associazione in quanto ne perseguono gli scopi, gli obiettivi ed i fini, e
sono pertanto tenute all’utilizzo del logo associativo con la grafica e nei
modi che saranno indicati dall’A.I.A.P. nazionale.
8.14
- Gli Organi Direttivi delle Sedi periferiche concorrono all’attività
associativa:
a)
partecipando all’Assemblea annuale delle Sedi, la quale ha come obiettivo il
promuovere l’incontro ed il confronto sereno tra il Consiglio Direttivo ed i
vari Organi Direttivi locali attraverso uno scambio di testimonianze,
esperienze e progetti nel rispetto reciproco e condiviso delle regole della
nostra Associazione;
b)
effettuando proposte di interesse comune ed esprimendo pareri su problemi ed
iniziative prospettati dal Consiglio Direttivo;
c)
trasmettendo la relazione annuale sull’attività svolta dalla Sede periferica;
d)
rendendosi disponibili a collaborare, nei limiti delle proprie possibilità, a iniziative
di interesse associativo generale promosse dal Consiglio Direttivo Nazionale.
8.15
- Coi limiti di cui al presente articolo, l’attività delle Sedi periferiche è
ampiamente autonoma, ma nessuna deliberazione potrà essere presa laddove si
ponga in contrasto con le finalità o col prestigio dell’Associazione. Da nessun
atto o comportamento della singola Sede potrà comunque discendere alcuna forma
di responsabilità a carico dell’Associazione nazionale medesima.
8.16
- Ove dovesse verificarsi la mancata osservanza delle finalità associative o di
quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento, il Consiglio Direttivo
Nazionale potrà deliberare la sospensione della Sede periferica, convocare
l’Assemblea dei Soci locali al fine di verificare la situazione, e giungere
fino a decretarne il disconoscimento.
8.17
- Le Sedi periferiche si avvarranno di un proprio Regolamento interno, come da
modello già predisposto dall’AIAP nazionale e scaricabile dal sito AIAP o
fornito direttamente dall’AIAP nazionale; in ogni caso eventuali integrazioni a
questo modello non potranno essere in contrasto con lo Statuto ed il
Regolamento nazionali dell’AIAP; copia del Regolamento, dopo l’approvazione da
parte del Consiglio Direttivo Nazionale, verrà depositata presso la Sede Centrale.
8.18
- Le Sedi periferiche possono avere conti correnti bancari e/o postali essendo
costituiti in forma autonoma e con proprio codice fiscale.
8.19
- Le Sedi periferiche si impegnano a osservare ogni normativa legale e
amministrativa derivante dalla propria posizione giuridica.
8.20
- È demandato alle Sedi periferiche il compito di raccogliere le quote
associative dei propri Soci e di versarle in unica soluzione alla Sede
nazionale, accompagnate dall’elenco dei nominativi relativi.
8.21
- Annualmente, ogni Sede periferica dovrà far pervenire alla Sede nazionale
l’elenco completo dei propri soci.
8.22
- Il Consiglio Direttivo Nazionale provvederà ad emanare ed a fornire agli
interessati modelli di atto costitutivo, di Statuto e di Regolamento interni a
cui le costituende Sedi dovranno attenersi.
8.23
- Le Sezioni attive e in regola con le normative associative al momento di
emanazione del presente Regolamento, potranno, qualora ne ravvisassero la
necessità e su delibera dell’Assemblea dei Soci, intraprendere automaticamente
le procedure di cui al presente articolo per la trasformazione in Sede
Periferica, senza necessità di richiedere preventiva autorizzazione al
Consiglio Direttivo Nazionale. Ad esse non si applicano quindi i commi 3 e 4
del presente articolo, persistendo la necessità degli altri adempimenti da
compiere.
8.24
- Alle ex Sezioni, costituitesi in Sede Periferica, che avessero già ottenuto
in precedenza la riconferma dopo il periodo biennale di riconoscimento
provvisorio, non si applica il comma 8 di cui al presente articolo.
Art.
9 - Unità Organizzative Regionali
9.1
- A livello regionale o eccezionalmente interregionale, le Sezioni e/o le sedi
periferiche, previa autorizzazione del Consiglio Direttivo, possono aggregarsi
in un organismo territoriale denominato Unità Organizzativa Regionale (U.O.R.)
con il preciso fine di collegare le loro attività per una migliore attuazione
di quanto previsto dall’Art. 2 dello Statuto, favorendo una migliore conoscenza
e promuovendo l’amicizia tra i soci delle diverse Sezioni e Sedi periferiche
anche mediante attività socio-culturali in comune quali: produzione di
pubblicazioni, stampati e materiale promozionale, organizzazione di gite,
collaborazione per mostre e corsi di tecnica, organizzazione di conferenze,
ecc. Le U.O.R. potranno stabilire programmi tendenti a valorizzare,
salvaguardare e diffondere gli usi, le tradizioni e la cultura presepistica
locale.
9.2
- L’adesione delle singole Sezioni e Sedi alle U.O.R., seppur auspicabile, è
facoltativa.
9.3
- Le Sezioni e le Sedi che vi aderiranno potranno nominare, a rotazione massimo
triennale, una Sezione o Sede con compiti di segreteria organizzativa; un
delegato di ogni U.O.R. potrà relazionare direttamente al Consiglio Direttivo
Nazionale sull’attività svolta, avanzando altresì eventuali proposte, in
occasione dell’Assemblea annuale delle Sezioni e Sedi.
Art.
10 - Votazioni
10.1
- L’elezione dei quindici membri componenti il Consiglio Direttivo Nazionale
avviene per votazione nominativa a scrutinio segreto e vi partecipano tutti i
Soci aventi diritto al voto.
10.2
- Sono eleggibili solo i Soci con almeno cinque anni consecutivi di anzianità
associativa.
10.3
- Il Consiglio Direttivo Nazionale ogni triennio predispone una scheda di
votazione con quindici nominativi di candidati all’elezione.
10.4
- La scheda si compone di una prima parte recante dodici nominativi di
candidati, proposti dal Consiglio Direttivo Nazionale, di cui almeno sette
domiciliati a Roma e provincia, e di una seconda parte con tre nominativi di
candidati indicati dalle Sezioni e dalle Sedi, in base alle seguenti modalità,
atte a garantire la rappresentatività territoriale: un candidato scelto dalle
Sezioni e Sedi settentrionali ed ivi domiciliato, un candidato scelto dalle
Sezioni e Sedi centrali ed ivi domiciliato, un candidato scelto dalle Sezioni e
Sedi meridionali ed ivi domiciliato. Verranno presi in considerazione i
candidati proposti dalle Sezioni e dalle Sedi che abbiano avuto almeno tre
preferenze. Verrà inserito nella scheda il nominativo del candidato con il
maggior numero di preferenze per ogni area. In caso di assenza di candidature o
qualora più candidati riportassero lo stesso numero di preferenze, la scelta
del nominativo avverrà a insindacabile giudizio del Consiglio Direttivo
Nazionale. La ripartizione per aree geografiche verrà di volta in volta
indicata dal Consiglio Direttivo Nazionale in base al numero delle Sezioni e
delle Sedi esistenti al momento. Questi tre candidati, qualora eletti, al fine
di garantire un avvicendamento e quindi una rappresentanza a tutte le Sezioni e
Sedi, potranno durare in carica per un massimo di due mandati.
10.5
- La scheda deve essere fatta pervenire dai soci alla Sede nazionale
dell’Associazione o spedita in busta chiusa o consegnata personalmente prima
dell’inizio dell’Assemblea. Non sono ammesse deleghe.
10.6
- Non si ritengono valide quelle schede che presentano qualsiasi forma di
segni, simboli, cancellature senza la corrispondente sostituzione del
nominativo; non si considerano altresì valide le schede che riportano segni di
alcun vario genere all’interno e/o all’esterno della parte della scheda che
dovrà essere scrutinata.
10.7
- L’Assemblea avrà luogo presso la Sede Sociale in Roma entro il mese di aprile.
10.8
- Chi intende votare tutti i nominativi proposti deve spedire o consegnare la
scheda così come è.
10.9
- Chi intende cambiare uno o più nominativi, deve cancellarlo/i e sostituirlo/i
con altro/i nominativo/i.
10.10
- Per quanto disposto all’Art. 3, i candidati al Consiglio Direttivo di Roma e
Provincia possono essere sostituiti solo con nominativi di soci ugualmente di
Roma e Provincia.
10.11
- Si considerano non valide le schede che presentino nominativi aggiunti senza
la corrispondente cancellazione di quelli proposti o una o più cancellature
senza le corrispondenti indicazioni di altri nominativi.
10.12
- La scheda dovrà comunque pervenire chiusa con riportato, sulla zona che verrà
eliminata prima dello scrutinio, nome ed indirizzo del votante per permettere
il preventivo accertamento del diritto al voto, ferma restando la segretezza
della votazione stessa.
Art.
11 - Convegni Associativi
11.1
- Annualmente viene organizzato un Convegno Nazionale nella località scelta dal
Consiglio Direttivo nazionale, anche tenuto conto di eventuali candidature.
11.2
- Il Convegno, avente carattere nazionale ed essendo il massimo evento
ufficiale dell’Associazione, anche come rappresentatività esterna, dovrà essere
organizzato secondo il parere vincolante e le precise indicazioni tematiche ed
organizzative del Consiglio Direttivo Nazionale e dell’Assistente Ecclesiastico
Nazionale.
11.3
- Il Convegno deve avere il preminente scopo di promuovere lo sviluppo e la
cultura Presepistica e quello di rafforzare l’attività associativa tra i Soci.
11.4
- Ad attuazione dell’Art. 2 comma a e b dello Statuto associativo, in un
periodo dell’anno diverso da quello in cui ha luogo il Convegno Nazionale,
potranno essere organizzati incontri presepistici a livello strettamente
locale, in piena autonomia pur nei limiti imposti dalle norme associative.
11.5
- Altre iniziative a carattere interregionale o nazionale, dovranno essere
sottoposte alla preventiva approvazione del Consiglio Direttivo.
UnFoePrae
- Federazione Mondiale Presepistica
Il
rifiorire del presepio e la costituzione di nuove Associazioni nazionali
suscitò, all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, l’iniziativa di
costituire una grande Federazione a carattere internazionale che riunisse le
varie Associazioni di Amici del Presepio del mondo.
I
primissimi contatti ebbero luogo a Roma, nell’Anno Santo 1950, fra Don Juan
Perez Cuadrato, di San Sebastian (Spagna), Maria José Garrut i Romà, di
Barcellona (Spagna), e Angelo Stefanucci per l’Italia.
Le
riunioni continuarono l’anno successivo a San Sebastian, e finalmente, nel
maggio 1952, in
occasione del Congresso Eucaristico Internazionale svoltosi a Barcellona, venne
sottoscritto l’Atto Costitutivo della UNIVERSALIS FOEDERATIO PRAESEPISTICA
(Un.Foe.Prae.). Erano presenti gruppi di Amici di Barcellona e di San Sebastian
per la Spagna ,
Don Bruno Weehner per l’Austria, GertrudWeinhold per la Germania e ancora Angelo
Stefanucci per l’Italia.
Scopi
della Federazione sono: mantenere e promuovere le diversità di tradizione del
presepio, favorire e promuovere la comunicazione tra i presepisti nel mondo,
incoraggiare la formazione di nuove Associazioni Nazionali fornendo a tale
scopo aiuto ed informazione, riconoscere la libera attività delle Associazioni
Nazionali e favorire lo scambio di esempi e di esperienze a livello
internazionale.
Nella
prima bozza di Statuto venne anche stabilito che si sarebbe dovuto tenere un
Congresso Internazionale ogni triennio (successivamente la cadenza divenne
quadriennale, per la difficoltà di organizzare un evento che ogni volta
riunisce centinaia di appassionati da tutto il mondo), in una città e nazione
diversa di volta in volta.
Sebbene
all’inizio non mancarono difficoltà, incomprensioni, diffidenze, la Federazione andò
avanti e si accrebbe con nuove adesioni. Si creò in Roma un Centro di
Informazioni presepistiche universali e si intensificarono contatti e amicizie
in tutto il mondo: si sono fatti conoscere artisti ed artigiani, si è favorita
la costituzione di nuove Associazioni nazionali, si sono allestite mostre e
scambi di conoscenze presepistiche.
Nel
1982, anche la nostra Associazione aderisce all’iniziativa di Padre Juan Perez
Cuadrado, uno dei fondatori dell’Un.Foe.Prae., e presenta istanza perché S.
Francesco venga riconosciuto Patrono universale degli Amici del Presepio. La
richiesta viene accolta nel 1985, e il 10 settembre la Congregazione Pro
Culto Divino proclama S. Francesco Patrono di tutte le Associazioni degli Amici
del Presepio del mondo.
In
occasione dei Congressi Internazionali sono stati insigniti di una decorazione
al merito Un.Foe.Prae. personalità di spicco nel mondo del presepio a livello
internazionale: l’assegnazione delle onorificenze viene decisa dal Consiglio
Internazionale della Federazione.
Lo
Statuto attuale della Federazione prevede la figura di un Segretario Generale
(attualmente l’italiano Ettore Formosa: prima di lui hanno rivestito la carica
Angelo Stefanucci e Giorgio Passeggieri) e di un Presidente (che è sempre il
Presidente dell’Associazione nazionale organizzatrice del successivo
Congresso). Organi della Federazione sono il Consiglio Internazionale (che si
riunisce una volta l’anno, di norma a Roma, dove ha sede la Segreteria , presso
l’Associazione italiana) e l’Assemblea Generale dei Soci, che si riunisce in
occasione dei Congressi Internazionali.
Sono
membri di diritto della Federazione, in quanto fondatori, le Associazioni di
Barcellona, San Sebastian, Baviera, Renania-Westfalia, Austria e Italia.
La
storia dell'AIAP
Vi
proponiamo, ovviamente per sommi capi, una breve storia dell’Associazione, anno
per anno, dalla sua fondazione ad oggi.
Dai
resoconti sono stati esclusi i Convegni nazionali, ricordati a parte; vengono
citate solo le Assemblee Generali istitutive dell’Associazione o che portarono
alla nascita dello Statuto, e in seguito quelle in cui venne rinnovato il
Consiglio Direttivo.
Le
Sezioni vengono ricordate nei primi anni dell’Associazione, quando iniziarono a
formarsi: il crescere del loro numero, rende in seguito impossibile, in questa
sede, la loro citazione.
Delle
migliaia di Presepi artistici e Mostre realizzati in cinquant’anni
dall’Associazione, si riportano quasi esclusivamente gli allestimenti curati
dalla Sede Nazionale, e anche di questi solo i principali, non essendo
possibile dare spazio a tutte le innumerevoli iniziative delle nostre Sezioni o
di singoli Soci.
A
tutti gli Amici che, in qualunque veste, hanno onorato l’Associazione con le
loro opere, vada il nostro più sentito ringraziamento. Si è ritenuto giusto e
doveroso inserire in queste cronache anche il ricordo di alcuni Amici
scomparsi, tutte figure di primo piano nella storia dell’Associazione. L’elenco
è sicuramente incompleto, per carenza di spazio, per difetto di informazione o
per semplice, involontaria dimenticanza, della quale sin d’ora ci scusiamo.
1953-1962
<> 1963-1972 <> 1973-1982 1983-1992 <> 1993-2002 <>
2003-2012
"Consideriamo
un grande dono poter chiamare a raccolta i vecchi e i nuovi Amici per celebrare
il nostro Giubileo. E se, in tanti anni, attorno al nostro Sodalizio si è
raccolta la simpatia di illustri e autorevoli persone, pensiamo che lo scopo e
il significato della celebrazione abbiano già avuto la più alta consacrazione.
E
da questa consacrazione abbiamo ragione di trarre gli auspici più preziosi e
più sicuri per la nostra attività futura.
Perché
il nostro pur festoso ricordo non avrebbe significato né scopo, se dovesse
segnare soltanto un ricordo e non anche un proposito; se dovesse esser soltanto
l’atto di chiusura di un periodo, pure ricco di attività, e non anche un
festoso atto inaugurale di un nuovo periodo di più ampia e feconda
attività."
Le
Sezioni associative
Un
gran numero di Sezioni si è avvicendato nell'arco di oltre mezzo secolo di vita
associativa.
Alcune
sono state solo un tentativo, esauritosi quasi sul nascere, ormai lontano nel
tempo e nel ricordo, altre, sorte quasi contemporaneamente all'Associazione
stessa, costituiscono ancora oggi una presenza viva e operante: tutte però sono
state l'espressione di un'esigenza di aggregazione e di autoaffermazione
locali, anche se, in taluni casi, un'eccessiva spinta individualistica ha
portato ad un loro proliferare sproporzionato sul territorio, decretandone nel
contempo il fallimento.
A
volte una Sezione si è identificata con il suo dirigente, non supportato da
sufficienti e validi collaboratori, e quando questo è venuto meno, per un
qualsivoglia motivo, si è spenta, fisiologicamente o traumaticamente, in un
tempo più o meno breve.
Nella
grande maggioranza dei casi, però, le nostre Sezioni hanno costituito, e
costituiscono, un fiore all'occhiello dell'Associazione, diffondendone
capillarmente lo spirito e gli scopi, e rappresentando, tra questa e il singolo
socio, un tramite insostituibile.
La
prima Sezione a costituirsi fu quella di Napoli, immediatamente seguita da
Campobasso e Roma; la loro attività era già fiorente nel lontano 1954.
Ancora
negli anni Cinquanta, a quanto ricordava lo stesso Stefanucci nel volume
speciale edito per il Venticinquennale dell'Associazione, sorsero le Sezioni di
Biella, Genova, Lecco, Palazzolo sull'Oglio, per citare solo quelle il cui
operato è stato più significativo e duraturo nel tempo.
Impossibile,
in questa sede, citare quanto fatto, negli anni, da ogni singola Sezione: si
rischierebbe, oltre tutto, di dimenticare qualcosa e, ancor peggio, di fare
delle graduatorie di merito, cosa che non è certo nelle nostre intenzioni, e,
del resto, della loro attività è dato ampio resoconto su ogni numero della
rivista associativa.
Ci
limiteremo perciò a dire che mostre, corsi di tecnica, Presepi in chiese e
luoghi pubblici, conferenze, pubblicazioni, concorsi, si sono moltiplicati nel
tempo, e oggi, grazie alle Sezioni, hanno assunto una diffusione capillare. In
alcuni casi, le Sezioni sono state promotrici della nascita di musei del
Presepio e di esposizioni o Presepi poliscenici permanenti, e spesso le loro
iniziative hanno trovato ampio spazio su stampa e televisioni, locali e
nazionali.
Questo
l’elenco degli Amici che risposero all’appello di Angelo Stefanucci e si
ritrovarono per la prima riunione costitutiva, il 28 novembre 1953, in Via Mazzarino, n.
16, in
Roma, in una stanza messa a disposizione dai Padri Stimmatini: a loro il merito
di aver creduto in un’idea bella e nobile, per loro il nostro pensiero
affettuoso e riconoscente.
I
“Padri Fondatori”
dell’Associazione
Italiana Amici del Presepio
Angelo
Stefanucci, Enrico La Noce ,
Fra Paolino Lirussi, prof. Carlo D’Aloysio da Vasto (direttore del Museo di
Roma), Padre Gabriele Da Colli, gen Francesco Consoli, dr. Mario Magi (in
rappresentanza delle ACLI), avv. Romolo Trinchieri, Padre Mariano Farinelli
(questi primi nove vennero chiamati a costituire un Comitato per la stesura
dello Statuto e di un programma di lavoro), dr. Piero Chiminelli (giornalista),
ing. prof. Alessandro Koltonski (studioso polacco), Luigi Ghergo e Cittadino
Moscucci (poeti romaneschi), Fra Matteo Chita, Padre Innocenzo Dam, Padre
Giuseppe Widmann, rag. Riccardo Pesarini, Renato Longari, Francesco Pristerà,
Edea Maviglia, Giulia e Giuseppina Conversi, Giovanna Martini, Paolo Di Bella,
Pina Cecora, Enzo e Mario Targia, Mario e Renato Mattia, Pietro Pagnanelli,
Domenico Moccaldi, Giuseppe Messina, Antonio Anselmo, Federico Infascelli
(questi primi tutti di Roma) e ancora Francesco Valente da Manfredonia, Don
Cesare Ferretti da Bologna, cav. Antonio Angelotti e prof. Antonio Lebro da
Napoli.
I
Presidenti dell’Associazione Italiana Amici del Presepio
Sono
stati cinque i presidenti che si sono succeduti in questi anni.
Angelo
Stefanucci
Presidente
dal 1953 al 1990
La
famiglia Stefanucci ebbe origine ad Anagni verso il XVI secolo; infatti
dall'archivio parrocchiale di Sant'Andrea si rileva nel 1585 la prima
registrazione della nascita di uno Stefanucci.
Il
ramo di Angelo nel 1850 si trasferì a Roma, dove il nonno paterno fu
"giardiniere capo" nel Quirinale, sotto il pontificato di Pio IX.
Angelo
nacque a Roma il 7 settembre 1905, fin da ragazzo aderì all'Associazionismo
cattolico, a 21 anni, nel 1926, venne eletto presidente del Circolo
"Splendor - San Luigi" della Parrocchia di Santa Maria in Via. In
quegli stessi anni partecipò al movimento degli Esploratori cattolici, ove ebbe
occasione di conoscere il generale Robert Baden Powell, fondatore del movimento
internazionale dello Scautismo. Nel 1920 nella stessa Chiesa, insieme al Padre
Servita Giovanni Maria Pioppi, costruì il primo presepio esposto al pubblico
nella vecchia sala Camaiti. Fece molteplici esperienze teatrali e svolse con
successo i ruoli di attore e fondatore di filodrammatiche. Quale storico del
presepio, nel 1944, pubblicò il libro "La storia del Presepio", il
primo volume del quale volle donare, durante un'udienza privata, al Sommo
Pontefice Pio XII. Nel 1952 con don Perez Cuadrado, Frau Gertrud Weinhold,
Wechner don Bruno e Josè Maria Garrut fondò la "Universalis Foederatio
Praesepistica", mentre un anno dopo, e precisamente il 29 novembre 1953
dette vita all'"Associazione Italiana Amici del Presepio" di cui
divenne, fino alla morte, il Presidente per antonomasia. Fondò, e nei primi
tempi finanziò, la rivista trimestrale dell'Associazione "Il
Presepio" assumendone anche la direzione. Collaborò con il tedesco Rudolf
Berliner alla stesura dell'opera sul "Presepio di Natale" pubblicata
nel 1955. Nel 1967 fu chiamato negli Usa dal Presidente Johnson per l'allestimento
nella Casa Bianca di un "Presepio settecentesco napoletano". Svolse
una molteplice attività pubblicistica su giornali, riviste ed emittenti
televisive sia italiane che estere. Per i meriti acquisiti fu insignito da Sua
Santità Giovanni Paolo II della commenda dell'Ordine di San Silvestro. Il 7
dicembre 1990 lasciava la sua diletta e amata Roma, per dare una mano alla
costruzione del Presepio più bello dell'Universo, nella Betlemme Celeste.
Giorgio
Passeggieri
Presidente
dal 1990 al 1999
Giorgio
Passeggieri nacque a Roma il 13 novembre 1928.
Attirato
dal Presepio sin dall’infanzia, grazie anche all’esempio paterno, era un
appassionato del Presepio popolare, e in particolare di quello in stile romano
ottocentesco. Come era nel suo carattere, anche la realizzazione del Presepio
trascendeva per lui il mero fatto tecnico: un attento studio della realtà,
accurate ricerche di libri e immagini d’epoca saranno sempre alla base di ogni
suo lavoro. Non disdegnando nemmeno il Presepio storico palestinese, si era
dedicato a raccogliere materiale anche sulla Palestina ai tempi di Gesù, e
dalle sue ricerche erano scaturite una serie di interessantissime e preziose
schede su usi, costumi, tradizioni della Terra Santa, preparate per i Corsi di
Tecnica e pubblicate anche sulla rivista associativa.
Entrò
a far parte dell’Associazione nel 1965. Pur molto impegnato dalla sua attività
professionale presso l’Associazione Scoutistica Agesci, Passeggieri trovò il
tempo non solo per costruire, ogni anno, un grande Presepio nella sua
abitazione, ma anche per dedicarsi, anima e corpo, agli impegni associativi.
Cresciuto sotto l’ala protettrice di Angelo Stefanucci, che in lui ebbe un
ineguagliabile collaboratore, lo troviamo impegnato come maestro e
successivamente anche organizzatore dei Corsi di Tecnica, che con lui ricevono
nuovo impulso. Ben presto sarà lui a curare anche le “spedizioni” dei soci
italiani all’estero, in occasione dei Congressi Internazionali (“studiate sulle
carte topografiche e sugli orari ferroviari”, come ebbe a scrivere Stefanucci),
a seguire la preparazione e l’allestimento di mostre e Presepi associativi, ad
accompagnare il Presidente Stefanucci in molti incontri nazionali ed
internazionali.
Entrò
a far parte del Consiglio Direttivo nel 1981 e quattro anni dopo ne divenne
Vicepresidente: circolari, appunti, verbali di Consiglio, tutto passa per le
sue mani. Le sue capacità organizzative e diplomatiche, la conversazione
accattivante, il sorriso sornione e bonario, lo fanno apprezzare da tutti, non solo
a Roma ma in tutta Italia.
Nel
1988, in
occasione del Congresso Internazionale di Rapallo, riceve il Premio
Un.Foe.Prae., massima onorificenza presepistica internazionale.
Dal
dicembre 1987, su invito di Mons. Carmelo Nicolosi, inizia a costruire un Presepio,
sempre diverso, presso la sede dell’Associazione dei Ss. Pietro e Paolo, nella
Città del Vaticano, nel Cortile di S. Damaso. Aiutato dal genero Giorgio
Berardi, si dedicherà con estremo impegno a queste realizzazioni, che ogni anno
riceveranno la visita del Santo Padre. Passeggieri terrà fede a quest’impegno
fino al suo ultimo Natale.
Nel
1990, alla scomparsa di Stefanucci, subentra come Presidente: è un momento
assai difficile per l’Associazione, che si era sempre identificata con il suo
fondatore. Ma Passeggieri riesce a gestire con grande abilità la situazione, in
molti casi reinventandosi in ruoli fino allora a lui sconosciuti, come quello
di redattore della rivista, da sempre seguita esclusivamente da Stefanucci. Con
lui tuttavia l’Associazione registra un deciso incremento di iscrizioni.
Con
la presidenza associativa, Passeggieri eredita anche la carica di Segretario
Generale dell’Universalis Foederatio Praesepistica, l’organismo internazionale
che riunisce le tante associazioni nazionali: anche in questa veste, di grande
responsabilità, riesce a gestirsi al meglio e ben presto diviene un
imprescindibile punto di riferimento a livello internazionale. Del resto, per
anni aveva affiancato Stefanucci anche nei vari incontri internazionali,
facendosi conoscere ed apprezzare dagli Amici del Presepio esteri per la sua
tranquillità, per la precisione, per la prudenza mai però disgiunta da un forte
impulso a migliorarsi, per dare anche all’Organismo internazionale una veste
più articolata e moderna (tra le altre cose, otterrà il riconoscimento vaticano
e doterà l’Un.Foe.Prae. di uno Statuto nonché di un opuscolo informativo
annuale). La sua capacità di mediazione troverà forse la sua migliore
applicazione proprio in questo campo, e Giorgio saprà destreggiarsi con abilità
tra tante realtà molto diverse tra loro, con in più l’ostacolo non secondario
della babele linguistica che caratterizza gli incontri della Federazione.
Nel
1992 riceve dal Santo Padre la
Commenda dell’Ordine di S. Silvestro Papa.
Nel
1999 decide irrevocabilmente di lasciare la presidenza associativa. Rimane
tuttavia nel Consiglio Direttivo e la sua esperienza ed i suoi consigli
risultano preziosi per la nuova dirigenza.
L’insorgere
della malattia lo allontana, suo malgrado, dalla partecipazione attiva alla
vita associativa. Continua a seguire con attenzione ogni attività, legge
scrupolosamente tutte le riviste, mantiene stretti contatti con la dirigenza,
Dopo la scomparsa di Stefanucci, Passeggieri rappresentò la memoria storica
dell’Associazione, e sentirlo ricordare aneddoti di tutti i tipi, con il suo
dire accattivante, era un’autentica gioia.
Malgrado
la malattia mantenne la carica di Segretario Generale dell’Un.Foe.Prae.,
coadiuvato da Ettore Formosa che divenne il suo braccio operativo: la sua
disponibilità alle dimissioni non trova concordi i vari rappresentanti
internazionali che vedono in lui, sempre e comunque, una garanzia di continuità
ed un faro a cui rivolgersi.
“Nato
sotto la costellazione zodiacale dello Scorpione, in piena Via Lattea con la
stella Antares, la più luminosa – scriveva di lui Stefanucci nel 1983 - .
Quindi un astro fulgente, come quello dei Magi, lo ha illuminato fin dall’alba
della vita e sospinto verso Betlemme”.
Morì
il 6 settembre 2007, a
Roma.
Mario
Mattia
Presidente
dal 1999 al 2005
Socio
fondatore e Presidente Emerito della Associazione Italiana Amici del Presepio.
Già Dirigente della Sezione di Roma.
Nato
a Roma, dove risiede, da una patriarcale famiglia romana di mosaicisti
dipendenti, fin dal 1700, della Santa Sede, è stato Segretario di Redazione
presso la sede romana del “Giorno”.
Dal
1947, insieme al fratello Renato, inizia la realizzazione del Presepio nella
Parrocchia romana di Santa Maria in Via: dal 1950, riprendendo un’antica
tradizione romana settecentesca, daranno vita al “presepio romano”, ispirandosi
agli acquerelli del pittore Ettore Roesler Franz.
Ha
realizza innumerevoli Presepi in diverse Chiese di Roma, e tiene corsi di
tecnica, in particolare sulla colorazione dei presepi.
Coature
del volume “Il Presepio romano: verità e leggenda di un’antica tradizione
romana” – Edizioni ESSEGI.
Nel
2000 riceve dal Santo Padre la
Commenda dell’Ordine di S. Silvestro Papa.
Nel
2001/2002 diviene Ministro Straordinario dell’Eucaristia.
Nel
2003 diviene membro del Consiglio Pastorale Diocesano del Centro Storico di
Roma.
E’
Segretario della Venerabile Arciconfraternita di S. Anna dei Palafrenieri e
degli Addetti ai Sacri Palazzi Apostolici.
Collabora
da vari anni nella segreteria della Associazione Biblica Italiana.
Nel
2004, a
Hradek Kralove (Repubblica Ceca), è stato insignito del Premio Un.Foe.Prae.,
massima onorificenza presepistica mondiale.
Dopo
una breve e crudele malattia, si spegne a Roma il 12 luglio 2011.
Gaetano
Calabrese
Presidente
dal 2005 al 2008
Nato
a Bari ma residente a Roma, è entrato nell’Associazione nel 1990. E’ stato
Dirigente della Sezione di Roma. Dopo aver prestato la sua collaborazione per
diversi anni e sotto varie forme, è entrato a far parte del Consiglio Direttivo
nel 2002 rivestendo la carica di Tesoriere. Fu successivamente Vice Presidente
Incaricato per i Rapporti con l’Interno. Ha collaborato all’organizzazione e
all’allestimento di molti presepi ed esposizioni associative, in Italia e in
Tunisia, Russia e U.S.A. E’ diventato Presidente nel 2005 e ha retto la carica
fino al gennaio 2008, quando ha rassegnato le dimissioni.
Alberto
Finizio
Presidente
dal 2008 - in carica
E’
nato a Ortona (CH) e risiede a Torvaianica (Roma).
Studioso
del presepio e realizzatore sia di statue che di scenografie da presepio.
Ha
allestito mostre e presepi sia in Italia – tra le altre a Roma, Milano,
Belluno, Oropa (Biella), Perugia, Napoli, San Marino, Nettuno (Roma) – che
all’estero – Aquisgrana (Germania), Londra (Inghilterra), Dornbirn (Austria),
Varsavia (Polonia), Tunisi (Tunisia), New York e New Haven (U.S.A.), Mosca e S.
Pietroburgo (Russia).
Nel
1992 ha
partecipato all’Esposizione Universale di Siviglia (Spagna), scolpendo la
figura di un Angelo per conto della Regione Lazio.
Suoi
Presepi sono stati donati al Santo Padre Giovanni Paolo II e all’allora
Presidente sovietico M. Gorbaciov.
Da
diversi anni progetta e partecipa alla realizzazione del Presepio ufficiale del
Comune di Roma, allestito a Piazza Navona durante la fiera natalizia.
Recentemente
è stato: curatore artistico delle mostre “Presepi dal mondo” (2004) e “Il
Presepio italiano” (2006) presso la Cattedrale di Tunisi; coordinatore scientifico
della mostra “Christmas in miniature – Crèches from around the world”, presso
il Museo dei Columbus Knights di New Haven (U.S.A.), mostra per la quale ha
anche redatto i testi del catalogo (2005); membro del Comitato Scientifico
della mostra “Il Presepe: una tradizione natalizia italiana”, presso la Cattedrale di Cristo
Salvatore, sede del Patriarcato ortodosso, a Mosca (2005), e presso il Museo
Etnografico di S. Pietroburgo (2006) per i cui cataloghi ha redatto un saggio;
autore di diversi saggi per il catalogo della mostra “A Vatican Christmas –
Crèches of Pope John Paul II” , presso il Museo dei Columbus Knights di New
Haven (U.S.A.) nel 2006; curatore della mostra “A Christmas Journey –
Nativities from across Italy”, presso il Museo dei Columbus Knights di New
Haven (U.S.A.), mostra per la quale ha anche redatto i testi del catalogo
(2007); autore del volume “Compendio di Storia del Presepio – Immagini della
Raccolta del Museo del Presepio di Roma” (2007), insieme alla moglie Antonella
Salvatori, Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio
e Segretaria di redazione della rivista “Il Presepio”, che lo affianca in tutte
le sue attività presepistiche.
E’
entrato nell’Associazione nel 1975, prendendo parte attiva a tutte le attività
associative. Già membro del Consiglio Direttivo per un breve periodo nel
1983/84, vi rientra definitivamente nel 1999, con la carica di Vice Presidente,
che terrà fino al gennaio 2008, quando, con le dimissioni del Presidente
Calabrese, diviene Presidente Vicario e quindi Presidente dall’aprile 2008.
Dalla
scomparsa del Presidente Stefanucci, nel 1990, cura, con la moglie Antonella
Salvatori, la redazione della rivista associativa “Il Presepio”, dapprima in
collaborazione con Giorgio Passeggieri, successivamente in maniera autonoma,
rivestendo la carica di Direttore Editoriale.
Nel
2000, a
Pamplona (Spagna), è stato insignito del Premio Un.Foe.Prae., massima
onorificenza presepistica mondiale.
Gli
Assistenti Ecclesiastici dell’Associazione
Sono
stati quattro i sacerdoti che si sono succeduti, dal 1967, in questo importante
e delicato ufficio, tutti nominati dal Cardinal Vicario di Roma. Li ricordiamo
brevemente, con affetto e simpatia.
Mons.
Daniele Longhi
E’
stato il primo Assistente Ecclesiastico dell’Associazione. Consacrato sacerdote
nell’Archidiocesi di Trento nel 1940, ha svolto per molti anni opera pastorale
nel mondo operario, prima a Trento e Bolzano, quindi a Roma, dove fu cappellano
capo dell’ O.N.A.R.M.O. e primo cerimoniere nella Basilica di S. Maria
Maggiore. Fu nominato Consulente Ecclesiastico nel 1967, da S.E. il Card. Luigi
Traglia, Vicario di Roma, all’atto della erezione canonica dell’Associazione.
Assolse l’incarico fino al 1978, quando prese possesso del nuovo titolo di
Delegato Vescovile presso la Parrocchia Arcipretale Maria SS.ma Assunta di
Pedemonte (VI).
“Angelo
Stefanucci mi portò il Rescritto di nomina a Consulente Ecclesiastico
dell’Associazione mentre mi accingevo a celebrare la S. Messa di Natale, alla
quale il Presidente assistette. Tornando in sacrestia, Angelo si avvide che
avevo posto quel documento sopra il Calice, perché Cristo, che rinasceva
misteriosamente nell’Eucarestia, benedicesse la Famiglia presepistica,
che era venuta incorporandosi nelle strutture della Chiesa; Angelo restò senza
parole e quella, in vita sua, fu la prima volta!”.
Mons.
Romualdo Pasquarelli
Nato
a Paderno Ponchielli (CR), trascorse a Roma quasi tutta la sua vita. Ordinato
sacerdote nel 1962, si occupò, in qualità di vice Parroco, dei gruppi
giovanili, per poi passare ad importanti incarichi presso il Vicariato di Roma.
Con la nomina da parte di S.E. Card. Ugo Poletti, Vicario di Roma e Presidente
Onorario dell’Associazione, avvenuta il 28 dicembre 1978, divenne nostro
Assistente Ecclesiastico, assolvendo tale missione fino alla sua scomparsa,
avvenuta prematuramente nel 2001, quando, da poco in pensione, prestava
servizio pastorale presso un istituto per l’handicap mentale in Liguria.
“Dite
a un ragazzino: Tieni, guarda che bello Gesù Bambino! E magari, tra
novant’anni, quell’ex ragazzino, anche se avesse fatto la vita di Giuda, si
ricorderà di quel tizio buffo che gli fece conoscere il Bambinello Gesù, quel
Bambinello Gesù che sarà là, alla fine della vita di quell’uomo, con le
braccine aperte e con quelle braccine aperte lo prenderà. E perché lo prenderà?
Per “colpa” dell’Amico del Presepio!”.
Padre
Antonio Votta, T.O.R.
E’
diventato Assistente Ecclesiastico dell’Associazione il 21 maggio 2001, con
nomina di S.E. Card. Camillo Ruini, Vicario di Roma. Nato a Villa Literno (CE),
ed entrato ragazzo nel Seminario francescano del Terzo Ordine Regolare di Massa
Martana (PG), è stato ordinato sacerdote nel 1975, nella Diocesi di Aversa. Dal
1976 ad oggi ha ricoperto vari uffici nella Provincia Religiosa di S.
Francesco. Fino al giugno 2003 è stato Rettore della Chiesa dei Ss. Quirico e
Giulitta, a Roma, presso cui ha sede la nostra Associazione. Nominato Parroco
della Chiesa di S. Achille, sempre a Roma, dovette rassegnare le dimissioni da
Assistente Ecclesiastico, nel 2006, per assolvere al meglio l nuovo compito pastorale.
Attualmente è nuovamente Rettore della Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta e
continua la sua collaborazione con l’Associazione, a cui non ha mai fatto
venire meno la sua amicizia.
Lo
spirito del fondatore, il Prof. Angelo Stefanucci, dal 1953 non ha cessato di
sostenere e animare l’Associazione, che conta tanti Amici.
Punto
focale e centro gravitazionale della stessa è uno dei Misteri fondamentali del
Cristianesimo: la Natività
di Gesù, nelle varie espressioni sceniche presepiali, che suscitano nel cuore
del popolo il desiderio di Dio, nella tenerezza e nel calore familiare della
Capanna di Betlemme.
L’Associazione
è una grande comunità, perché ha una missione da compiere: portare tutti alla
Pace e guidare gli uomini alla stessa Luce divina che guidò i Magi a scoprire e
adorare il Messia.
Padre
Giuseppe Cellucci, O.M.I.
È
nato in Atessa (provincia e diocesi di Chieti). E’ entrato nella Congregazione
dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (O.M.I.), dopo gli studi di Scuola
Media e Ginnasiale, svolti sempre presso lo stesso Istituto, emettendo i primi
voti il 15 settembre del 1966, al termine del previsto anno di Noviziato.
Ha
condotto i suoi studi di Filosofia e Teologia di Baccalaureato presso la Federazione degli
Istituti Studi Teologici (F.I.S.T.) nella città di Torino.
E’
stato ordinato sacerdote l’8 aprile del 1972, dall’allora vescovo di Chieti
S.E.Vincenzo Fagiolo, di venerata memoria.
I
primi anni del suo ministero sacerdotale missionario li ha svolti con i giovani
del Centro Giovanile di Marino Laziale (1972-1977).
Dal
1977 si è inserito nell’attività della missione ad gentes: prima svolgendo
svariati ruoli nel Segretariato Missionario O.M.I., e poi collaborando con
l’Ufficio Missionario della diocesi di Roma (1977-1981).
Nel
frattempo, come assistente spirituale, ha svolto ruoli di formazione spirituale
per i giovani del volontariato civile, appartenenti al gruppo del COMI.
Nel
1981 ha
seguito corsi di Formazione alla Comunicazione Audiovisiva e la Fede presso il Centro
Internazionale ed Ecumenico CREC-AVEX, diretto da P. Pierre Babin, nella città
di Lione (Francia), conseguendo un Diploma.
Dal
settembre 1982 al giugno 1983
ha frequentato lo SPICS, scuola internazionale di
formazione per la
Comunicazione Sociale organizzata dai Padri Paolini in Roma,
conseguendo il Diploma finale.
L’attività
principale di ministero missionario oblato, Padre Cellucci l’ha svolta nelle
missioni popolari, trovando per questa, quasi ogni anno, tempo per un impegno
diretto.
Dal
gennaio 1985 al dicembre 2002
ha svolto attività di ruolo specifico presso la Direzione Nazionale
delle Pontificie Opere Missionarie (PP.OO.MM.) nel Servizio Audiovisivi. In
questa attività ha seguito, e curato personalmente, la pubblicazione e
l’edizione di numerosi e svariati sussidi audiovisivi, come posters, quaderni
con diapositive e schede di riflessione, audiocassette, videocassette. Tutta
produzione messa poi in circolazione e a disposizione degli uffici Missionari
Diocesani della Chiesa Italiana, e di cui ha curato direttamente la diffusione.
Nel
1985 ha
iniziato una fattiva collaborazione con la Radio Vaticana , e
in particolare con il programma italiano Orizzonti Cristiani, rendendosi
disponibile a comporre programmi di formazione missionaria per l’ottobre
missionario, presentati poi come audiolibri; programmi di meditazione mariana e
missionaria. Dal 1990 è nel gruppo dei sacerdoti chiamati a celebrare la Santa Messa , che viene
trasmessa in diretta ogni domenica mattina.
Dal
gennaio 2004 è impegnato direttamente in una pubblicazione della Congregazione
O.M.I., la rivista Missioni OMI, dove svolge compiti di capo-redattore,
pubblicista, responsabile reparto foto, composizione fotografica, rapporti con
la tipografia, archivista.
Dal
settembre 2004 è stato nominato dal Vicario di Roma come Cappellano per la Pastorale Universitaria
di Roma nelle Facoltà di Sociologia, Scienza della Comunicazione, Scienze
dell’Informazione e Studi Orientali presso l’Università La Sapienza , e si appoggia
per questo ministero presso la parrocchia S. Teresa d’Avila in Corso d’Italia.
Il
20 marzo 2006 è stato nominato dal Vicario di Roma, S.E. Card. Camillo Ruini,
Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del
Presepio (AIAP), incarico che ricopre a tutt’oggi, con compiti di formazione e
guida spirituale dei Soci.
I
Convegni Nazionali
Il
Convegno annuale, gestito ogni anno da una Sezione locale diversa, con il suo
carattere nazionale permette a tutti gli associati di incontrarsi, confrontarsi
e crescere a livello di idee, tecnica e cultura presepistica.
Questo
permette l'incremento e la diffusione del presepe e la possibilità di favorire
tra i suoi cultori vincoli di fraterna amicizia.
Il
Convegno viene gestito da una Sezione A.I.A.P. diversa ogni anno, sulla base di
un programma approvato preventivamente dal Consiglio Direttivo.
Questo
permette a chi vi partecipa sia di scoprire posti sempre nuovi, sia di vivere
giornate con persone accomunate tutti dalla stessa passione.
Esposizioni
ed allestimenti artistici
Quanto
di seguito esposto illustra solo i principali allestimenti curati direttamente
dalla Sede Nazionale di Roma negli oltre 50 anni di attività dell'Associazione,
a cui vanno aggiunti i Presepi realizzati, nel corso degli anni, per alcune
delle principali Chiese di Roma, per l’Associazione Ss. Pietro e Paolo presso
il Vaticano, le opere donate ad importanti personalità (tra gli altri S.S.
Paolo VI, S.S. Giovanni Paolo II, Michail Gorbaciov, il Presidente della
Repubblica Giovanni Leone).
Altre
Mostre e allestimenti presepiali, sia in Italia che all’estero, sono stati
organizzati, nel corso degli anni, da ognuna delle Sezioni dell’Associazione.
Titolo Data
Gli auguri di Natale del
presidente AIAP Alberto Finizio 25/12/2011
Roma: Il presepio AIAP di
Piazza Navona 23/12/2011
Roma: Domani inaugurazione
presepe AIAP a Piazza Navona 21/12/2011
Saracinesco: Domenica 18
inaugurazione "Natale in Unità" 15/12/2011
Roma: La mostra della
sezione romana AIAP 14/12/2011
Roma: Con l'Avvento torna
Padre Giuseppe 26/11/2011
Roma: Da oggi Presepio.it è
anche su Google +! 22/11/2011
Roma: Corso AIAP di presepismo
a novembre 28/10/2011
Canosa: “CANOSAPRESEPI“ XIII
Edizione 08/10/2011
Roma: Corso di presepismo -
Precisazione 06/10/2011
Roma: In ricordo di Mario
Mattia domenica 11 settembre 30/08/2011
Atessa: Ancora qualche posto
libero per il Convegno AIAP 30/08/2011
Atessa: XLII Convegno
Nazionale Variazione programma 23/08/2011
Reggio Calabria: La
scomparsa di Maria Sorgonà 22/08/2011
Importante aggiornamento per
le Sezioni 30/07/2011
Roma: E' morto Mario Mattia 12/07/2011
Città di Castello: XI Mostra
arte presepiale - Precisazione 29/05/2011
Messina: 10° Anniversario
sezione A.I.A.P di Messina 15/05/2011
Roma: 14 e 28 maggio corsi
di tecnica presepistica 16/04/2011
Roma: Eletto il nuovo C.D.
AIAP 12/04/2011
IV Corso di arte presepiale
a Messina 23/03/2011
Aprilia: Aperte iscrizioni
per il prossimo corso di presepismo 21/01/2011
Roma: Presepio alla Regione
Lazio e Mostra in Santa Maria in Via 26/12/2010
Roma: Il presepio AIAP di
Piazza Navona 26/12/2010
Il presepe della sezione
AIAP di Roma
Le
meditazioni di Padre Giuseppe Cellucci O.M.I., assistente ecclesiastico
A.I.A.P.
Raccogliamo
in questa pagina i pensieri e le meditazioni del nostro assistente
ecclesiastico Padre Giuseppe dedicate alle maggiori feste cristiane, per
riflettere sul significato più profondo del "fare il presepe".
Per
chi volesse contattare direttamente Padre Giuseppe questa la sua mail:
giuseppecellucci.omi@fastwebnet.it
Pasqua
2012
08-04-2012
Battesimo
del Signore
08-01-2012
Epifania
del Signore
06-01-2012
Festa
della Madre di Dio
01-01-2012
Natale
2011
25-12-2011
IV
Domenica d'Avvento 2011
18-12-2011
III
Domenica d'Avvento 2011
11-12-2011
Immacolata
Concezione 2011
08-12-2011
II
Domenica d'Avvento 2011
04-12-2011
I
Domenica d'Avvento 2011
27-11-2011
Battesimo
di Nostro Signore Gesù Cristo
09-01-2011
Epifania
di Nostro Signore
06-01-2011
II
Domenica dopo Natale
02-01-2011
Festa
della Madre di Dio
01-01-2011
26-12-2010
Natale
2010
25-12-2010
IV
Domenica d'Avvento 2010
19-12-2010
III
Domenica d'Avvento 2010
12-12-2010
Immacolata
Concezione 2010
08-12-2010
II
Domenica d'Avvento 2010
05-12-2010
I
Domenica Avvento 2010
28-11-2010
Risorse
per Presepi
In
queste pagine riportiamo, suddivisi per categorie, spiegazioni link e materiale
scaricabile gratuitamente che possono tornare utili per costruire i presepi,
creare una atmosfera più natalizia, per passare ore e ore di gioco con i
bambini o ... anche per semplice curiosità.
Tecniche
e suggerimenti per costruire presepi
In
queste pagine troverete suggerimenti, articoli, foto e progetti per realizzare
presepi piccoli o grandi, semplici o complessi ma comunque sempre da fare con
il cuore!
Musica
natalizia
Dalla
classica al rock, dalle zampogne all'elettronica, i classici di questo periodo
provenienti da tutto il mondo da utilizzare come sottofondo musicale ai vostri
presepi.
Suoni
per il presepe
Il
suono di una campana, il raglio di un asino, il chicchirichì del gallo .. qui
potete trovare questi e tanti altri suoni per rendere più realistici vostri
presepi.
Tecniche
e suggerimenti per costruire presepi
Iniziare
a costruire un presepio - Prima parte
Iniziare
a costruire un presepio - Seconda parte
Iniziare
a costruire un presepio - Terza parte
Costruire
il presepio con la tecnica del Das - Prima parte
Costruire
il presepio con la tecnica del Das - Seconda parte
Dal
riciclo al ... presepio - Prima parte
Dal
riciclo al ... presepio - Seconda parte
Presepi
di legno e corteccia
Ricomincio
da tre - Prima parte - Vai alla parte 2 - Vai alla parte 3
di
Alberto Finizio
In
parecchi, durante i corsi di tecnica, ci confessano di trovarsi in difficoltà
proprio nell’ideare, nel concepire il Presepio: pur espertissimi di camini
fumanti, comete sfreccianti, cascate zampillanti e fantasie architettoniche,
vengono assaliti dal panico, da una sorta di agorafobia presepistica, nel
trovarsi di fronte lo spazio vuoto, il «nulla», che dovrà ospitare il Presepio.
«Da dove comincio?» ci sentiamo spesso chiedere. Per questo vogliamo affrontare
proprio questo argomento, scusandomi con chi, più esperto, troverà scontato o
banale quanto stiamo per esporre.
CONSIGLIO
AI PAPÀ
In
un articolo apparso su “Il Presepio”, diversi anni fa, il grande maestro
presepista spagnolo José Maria Rebé rivolgeva ai lettori, padri di figli ancora
piccoli, un invito che condivido pienamente e che voglio, perciò, riproporvi.
Dal
momento che fare il Presepio non è solo un esercizio tecnico, ma un importante
momento di aggregazione, è importante fare in modo di attirare l’attenzione e
l’interesse dei bambini. Per questo Rebé suggeriva di fare (o almeno,
aggiungerei, fare anche, in più e appositamente) un Presepio molto semplice,
ricco di tutti quegli elementi capaci di incuriosire e coinvolgere un bambino,
dalla stella cometa ai laghetti, dalle tante casette alle figurine vivacemente
colorate.
E
appena possibile, è altresì importante coinvolgere il bambino direttamente
nella costruzione del Presepio, anche se farà qualche danno o sporcherà un pò
per casa. Come è stato per molti di noi, questi diventeranno ricordi tra i più
belli e vivi, per l’adulto di domani, ed il suo amore per il Presepio non
morirà mai, perpetuando questa secolare tradizione.
PERCHÉ
“RICOMINCIO DA TRE”
Il
titolo scherzoso vuole alludere ai tre punti fermi da cui dovremo
necessariamente muovere per costruire il nostro Presepio, le tre sole certezze
di cui disponiamo in partenza, le tre “esse”: lo spazio a disposizione, le
statue in nostro possesso, lo stile del Presepio.
Lo
spazio
Per
prima cosa, dunque, dovremo conoscerne esattamente le misure: larghezza,
profondità ed altezza. Per i Presepi «casalinghi», sceglieremo un posto che sia
centrale e vitale nella casa, senza relegare la costruzione in un angolo
seminascosto e poco frequentato!
Dalla
localizzazione e dall’ambiente circostante, può dipendere la scelta, a volte
obbligata, tra Presepio a cielo aperto o diorama (su questa distinzione
torneremo in seguito).
Limiteremo
dunque lo spazio disponibile, e realizzeremo il piano su cui dovrà posare la
costruzione, che sarà posto ad un’altezza tale per cui le figure in primo piano
verranno ad avere la testa in corrispondenza dei nostri occhi (calcolando
l’altezza umana media, circa 150
cm .). Pertanto, se avremo statue alte 20 cm ., il piano sarà a 130 cm . da terra; con statue
di 10 cm .,
il piano sarà a 140 cm .
da terra, e così via (fig. 1). Può essere utile realizzare una stretta pedana,
posta a terra davanti all’imboccatura del Presepio, per consentire una visione
più agevole ai bambini ed ai… meno alti.
Le
statue
Possono
prospettarsi tre possibilità: 1. possiamo procurarci tutte le statue che ci
servono, nei costumi e negli atteggiamenti che vogliamo – 2. dobbiamo accontentarci
di quello che troviamo in commercio, accessibile alle nostre tasche – 3.
abbiamo già le statue.
Nel
primo caso avremo ampia libertà d’azione nel progettare il Presepio, negli
altri saremo fortemente condizionati; ma quel che conta, in tutte e tre le
eventualità, è che le statue siano davanti a noi prima ancora di iniziare a
lavorare. Da esse infatti dipenderanno le proporzioni del Presepio,
l’architettura, lo stile.
Tutte
le costruzioni dovranno essere proporzionate alla misura delle statue ed al
loro numero. Se disponiamo di statue di un’unica misura, progetteremo un
interno, o comunque le collocheremo solo nel primo piano, evitando di mostrare,
in lontananza, figure «mitologiche» che potrebbero comodamente sedersi sui
tetti delle case vicine.
Non
occorrono tantissimi pezzi: l’eccessivo affollamento non giova alla
rappresentazione (eccettuato, naturalmente, il caso, del tutto particolare, del
Presepio napoletano) e non è necessario inserire ad ogni costo tutte le statue
che possediamo nella scenografia.
L’ideale
sarebbe ovviamente possedere statue di varie misure (fig. 2), così da poterle
collocare nei vari piani, badando comunque a non posizionarle mai sul fondo del
paesaggio, dove sarebbero comunque irreali (l’occhio umano non potrebbe mai scorgere
un uomo sulla vetta di un monte all’orizzonte!).
Badiamo
che tutti i pezzi utilizzati siano coerenti per i costumi (evitando improbabili
commistioni tra zampognari molisani e pastori palestinesi) e, in base ad essi,
decideremo…
…
Lo stile
del
Presepio. Tutti i Presepi possono, in linea di massima, essere ricondotti a due
grandi categorie: «storici» e «popolari». Nel primo caso, intendiamo il
Presepio di ambiente palestinese (comunemente ed impropriamente detto
«orientale»), che cerca di riprodurre, per quanto possibile, la realtà in cui
nacque Gesù. Il Presepio «popolare», invece, si caratterizza per la massima
libertà di localizzazione, storica e geografica, dell’Evento. Avremo così, nei
vari Paesi, ambientazioni napoletane, romane, catalane, provenzali, e così via,
ma anche medioevali, settecentesche o… siderali.
Vale
anche per l’ambientazione lo stesso discorso fatto per le statue, cioè
un’uniformità di caratteristiche architettoniche nell’ambito dello stesso
Presepio, nel quale collocheremo evidentemente le statue con i costumi adatti
(unica deroga ammessa è la costanza dell’abbigliamento tradizionale palestinese
per la Sacra Famiglia
ed i Magi, anche nei Presepi popolari).
Ricomincio
da tre - Seconda parte - Vai alla parte 1 - Vai alla parte 3
di
Alberto Finizio
A
CIELO APERTO O DIORAMA
Altra
scelta da operare a priori, optando per l’una o l’altra soluzione, dettata da
esigenze sceniche o ambientali.
Per
«diorama» si intende una riproduzione tridimensionale, in prospettiva, di una
scena reale corrispondente a quanto lo sguardo può abbracciare da un dato
punto. È, in piccolo, quanto si realizza in teatro, cioè un apparato scenico
chiuso sul fondo e sui lati, e visibile quindi soltanto da un lato. Si
presuppone quindi un cassone, che contiene la scenografia visibile solo da una
«finestra» posta sul davanti.
È
certamente la soluzione che garantisce i migliori effetti di prospettiva,
profondità ed illuminazione, ma a volte può essere necessario realizzare il
proprio Presepio «a cielo aperto» (fig. 3), cioè chiuso solo sulla parete di
fondo, o addirittura visibile sui quattro lati; in una stanza non molto grande,
ad esempio, inserire una cassa, magari molto ingombrante, può creare qualche
problema e comunque appesantire l’ambiente con un effetto finale non dei più
gradevoli. Anche con questa seconda soluzione, tuttavia, e cioè del Presepio a
cielo aperto, si possono ottenere risultati pregevoli, avendo magari
l’accortezza di non cercare effetti di profondità e prospettiva, ma concependo
il Presepio su un unico piano prospettico, con una illuminazione fissa,
essenzialmente interna alle costruzioni.
Presepio
a diorama
Parliamo
di questo tipo di costruzione perché più complessa e difficile da realizzare.
Abbiamo detto che in questo caso il Presepio (fig. 4) sarà completamente chiuso
in una cassa (o, per lavori di grandi dimensioni, nascosto da opportuni
tendaggi), e rimarrà visibile solo da un’apertura, detta boccascena, che, a
lavoro finito, guarniremo con una cornice, o della stoffa, o dei rami.
Le
dimensioni di questa apertura potranno variare ma saranno comunque molto
inferiori a quelle della parete in cui essa è inserita (fig. 5); di norma, la
boccascena ha una misura di circa un terzo della larghezza del Presepio. Questo
al fine di limitare il campo visivo dell’osservatore e favorire così la
realizzazione di effetti prospettici, che presuppongono un unico punto di
visuale.
Sempre
a questo fine, l’apertura, all’interno del Presepio, sarà ulteriormente ridotta
posizionando ai suoi lati pareti in muratura o rocce, come nel disegno.
Per
comodità di lavoro, costruiremo la scenografia fuori dalla cassa, inserendola
nella sua sede definitiva solo a lavoro ultimato.
È
però importante che sin dall’inizio siano indicate le dimensioni e la posizione
della boccascena. Ci serviremo per questo di un foglio di cartone ritagliato o
di semplici cordicelle che tenderemo a delimitare i bordi dell’apertura (fig.
6). Così potremo iniziare la costruzione avendo ben chiaro e presente quel che
vedremo a lavoro ultimato.
IL
DISEGNO
Nel
momento in cui si accinge a costruire un Presepio, ognuno di noi avrà
naturalmente in mente un’idea, più o meno elaborata e dettagliata, che potrà
essere originale o ispirata, in misura maggiore o minore, ad un Presepio già
esistente o ad un paesaggio reale, visti dal vivo o in fotografia.
Qualunque
sia e comunque nata l’idea di partenza, è sempre opportuno, prima di iniziare a
lavorare, fissarla sulla carta, trasformarla cioè in un disegno, sia pure di
massima, che ci consentirà di evidenziare eventuali problemi e di apportare le
opportune modifiche.
Nell’ideare
un Presepio, sarà bene mettere in pratica alcuni suggerimenti di base che
garantiscano un risultato migliore.
Mi
riferisco, ad esempio, ai piani sfalsati (fig. 7), cioè una disposizione dei
vari elementi che compongono il Presepio ad altezze diverse, e non su un unico
piano, in modo così da conferire movimento e veridicità all’insieme, che
altrimenti risulterebbe troppo piatto e amorfo.
Altro
accorgimento è quello di «incorniciare» l’apertura (boccascena) del Presepio
con degli elementi (alberi, quinte) che hanno il duplice scopo di limitare e
restringere il campo visivo, facendo convergere lo sguardo dell’osservatore
verso il centro della rappresentazione, nonché di dare un’impressione di
maggiore profondità (fig. 8).
Sarà
bene inoltre prevedere sin dal primo momento l’ubicazione dell’eventuale
vegetazione, specie se si tratta di alberi da collocarsi nel primo piano, che
entrano a far parte, a tutti gli effetti, della scenografia come elementi
primari e non di complemento. Una volta abbozzato il disegno, è opportuno
ricavarne una più o meno sommaria planimetria. Tracceremo quindi la pianta del
ripiano a disposizione, riportandovi la curvatura del cielo e l’apertura della
boccascena, e su di essa andremo a segnare la posizione e il prevedibile
ingombro dei vari elementi scenografici.
Già
in questa fase, bisogna prevedere, specie per Presepi di grandi dimensioni, un
piano di base opportunamente interrotto, cioè con uno o più «camminamenti» che
consentano di «entrare» nel Presepio, sia in fase di costruzione che in
seguito, per eventuali interventi di manutenzione e ritocco (fig. 9).
IL
BOZZETTO
A
questo punto passeremo dal disegno al bozzetto, cioè alla realizzazione pratica
in carta o cartoncino dei vari elementi che comporranno il Presepio, così da
avere subito l’immagine tridimensionale di quello che sarà il risultato finale
del nostro lavoro.
La
trasposizione sarà a grandezza reale per i Presepi di piccole dimensioni,
ovvero in scala (cioè in dimensioni ridotte, ma naturalmente in proporzione,
rispetto al Presepio che sarà) per lavori di grandi dimensioni.
Sarà
sufficiente realizzare solo le sagome dei vari elementi, senza curarsi dei
dettagli, ma badando esclusivamente alle masse ed ai contorni (fig. 10).
Si
dovrebbe, a questo proposito, spostare il discorso sulla prospettiva, ma,
ricordata l’importanza in questo senso del piano inclinato, cioè del piano di
base del Presepio che va a salire verso il fondo (come ben si evidenzia dal
disegno in sezione – fig. 11), mi limito a rimandare, per la trattazione di
questo tema di fondamentale importanza, ad altro articolo.
Con
il bozzetto avremo la possibilità di notare errori, difetti o carenze nel
progetto, e potremo apportare, con estrema facilità e con poco lavoro, le
necessarie correzioni.
SCOMPOSIZIONE
IN PIANI
Per
realizzare il bozzetto, dovremo scomporre il disegno di partenza nei vari piani
che lo compongono. Ogni paesaggio infatti è costituito da piani successivi, che
vanno gradualmente allontanandosi dall’occhio dell’osservatore (fig. 11).
In
linea di massima, per ogni Presepio, potremo «isolare» due o tre piani: il
primo piano, più ampio e più dettagliato, con le costruzioni di maggiori
dimensioni, il secondo, ed eventuali piani successivi, sempre meno ampi e meno
dettagliati, anche se all’osservatore dovranno dare l’impressione di essere più
vasti del primo piano.
Nella
costruzione del Presepio, inizieremo a lavorare il primo piano, per passare,
una volta completatolo, al secondo e così via; questo per non correre il
rischio di lavorare parti poi nascoste dai piani precedenti, e per avere
l’immediata percezione della giustezza delle proporzioni e, in definitiva,
dell’effetto finale.
Le
parti più lontane del paesaggio (il profilo dei monti ad esempio) possono
essere anche realizzate con semplici sagome dipinte e, in carenza di spazio o
di tempo, si può ricorrere, con le dovute accortezze, alle sagome dipinte pure
per piani più vicini.
Ricordiamo
infine che il bordo anteriore di ogni piano sarà posto più in basso rispetto
alla parte posteriore del piano precedente, per evitare «sforature», cioè che
l’occhio dello spettatore possa scorgere parti non lavorate.
Adesso
siamo finalmente in grado di porre mano alla costruzione, sicuri di affrontarla
con le idee chiare e senza correre il rischio di trovarci davanti a spiacevoli
sorprese.
Naturalmente
nel corso del lavoro potremo decidere, seguendo l’ispirazione del momento, di
apportare qualche variazione rispetto al bozzetto, ma staremo bene attenti a
non lasciarci prendere troppo la mano, per non vanificare tutto il lavoro
precedente, stravolgendo e magari peggiorando il progetto di partenza.
COME
COSTRUIRE IL VOSTRO PRESEPIO CON LA TECNICA DEL DAS - Vai alla parte 2
di
Giorgio Lombardi
Questa
tecnica è consigliata per Presepi di piccole dimensioni (circa cm. 130 x 130).
Il DAS sostituisce la scagliola (tecnica del gesso) nella costruzione di case,
interni di abitazioni, porte, finestre, stalle, muretti, strade, pavimenti,
colonne, etc. Non è consigliato per la realizzazione di valli, monti, pianure e
panorami in genere a causa della grande quantità di DAS da impiegare.
Vantaggi:
va bene per Presepi da costruire sul tavolo di casa. Non sporca, non causa
polvere come la scagliola, e a lavoro ultimato il vostro Presepio risulterà
molto solido. Il DAS si trova in tutte le mesticherie e cartolerie ben fornite
in pani da 1/2 Kg. e da 1 Kg .
Svantaggi:
il costo è più elevato di quello della scagliola.
Attrezzi
e materiale necessari:
legno
compensato, cutter, seghetto da traforo, colla vinilica, acqua, pennello per
spalmare la soluzione di acqua e colla, pistola per colla a caldo e coltellino
di quelli che si usavano un tempo per temperare le matite.
Lavorazione
Se
ad esempio volete realizzare una casa, procedete in questo modo. Disegnate su
legno compensato le pareti della casa, le aperture delle porte e delle
finestre, che poi taglierete con il cutter o con il traforo. Assemblate le
varie parti della casa con la pistola a caldo; fatto questo potete iniziare a
rivestirla con il DAS. Prendete un pezzo non troppo grosso di pasta,
manipolatela inumidendo spesso le mani, e poi stendetela facendo pressione su
di essa con i polpastrelli delle mani fino a ridurla come una pasta sfoglia,
tenendo presente che lo spessore dovrà essere tale da consentire l’incisione
abbastanza profonda fra pietra e pietra.
L’ideale
per tale operazione è lavorare il DAS su di un pezzo di tessuto plasticato, del
tipo di quello lavabile che si usa sul tavolo. Quando sarete pronti ad
applicare la pasta, prendete la vostra stuttura in compensato, bagnate con una
soluzione di acqua e colla vinilica la parte che dovete rivestire, poi ponetevi
sopra il DAS facendo pressione con i polpastrelli delle mani, questo per fare
aderire bene la pasta al legno.
Subito
dopo, finchè il DAS è fresco, bisogna procedere a incidere pietre, sassi e
tutto ciò che volete realizzare per dare alla casa l’aspetto voluto: a questo
scopo usate il coltellino descritto in precedenza (questa è l’arma segreta per
lavorare il DAS). La stessa procedura vale per realizzare porte, finestre,
muretti, colonne, pavimenti, travi etc.
Si
raccomanda di procedere sempre a piccoli settori, non permettendo mai che la
pasta indurisca perchè se ciò avvenisse non sarebbe più possibile lavorarla.
Alcune
raccomandazioni: ricordare di tenere sempre pulita la lama del coltellino,
evitando che residui di pasta rimangano su di esso. Allo scopo tenete a
disposizione un piccolo barattolo di acqua che servirà per lavare il vostro attrezzo
e renderlo scorrevole.
Se
dovete realizzare una superficie liscia, dopo avere applicato il DAS, intingete
i polpastrelli delle dita nell’acqua e poi passateli sopra. Se invece vorrete
creare un muro ruvido, usate un pennello con le setole abbastanza dure
picchiettando sulla superficie applicata.
Per
quanto riguarda la fase pittorica, la procedura sarà uguale a quella che viene
usata con la tecnica del gesso. Potete usare, a vostro piacere, le tempere, le
terre o gli acrilici.
Per
potere essere ancora più chiari vi proponiamo ora una serie di immagini che
hanno lo scopo di togliere eventuali dubbi. Sperando di essere stati abbastanza
esaurienti non ci rimane che augurarvi un buon lavoro e vedrete che con un po’
di pazienza avrete molte soddisfazioni.
Foto
Sotto
a tutto si può notare il tovagliato in plastica sul quale si stenderà il DAS.
Ricordarsi
di tenere sempre a portata di mano uno straccio e di lavarsi spesso le mani per
rimuovere lo strato di pasta rimasta attaccata alle dita e al palmo delle mani.
Dopo
avere tolto il pezzo di DAS necessario al vostro lavoro, abbiate cura di chiudere
con la massima attenzione l’involucro contenente il rimanente affinchè non
entri aria: ciò infatti provocherebbe l’indurimento del prodotto rendendolo
inutilizzabile. Se il DAS sarà ben chiuso dentro un sacchetto di nylon, durerà
anche dei mesi.
Il
compensato con i due sostegni è la struttura utile per fare delle stradine fra
le pareti delle case. Sul piano stradale verrà poi applicato il DAS.
Foto
1
Foto
2
A
lato della porta, abbiamo steso un pezzo di pasta dopo averla lavorata sul
piano di plastica; dopodichè abbiamo inciso le grosse pietre con il coltellino,
smussando gli angoli con la parte piatta. Sempre con la punta del coltellino
abbiamo poi creato delle imperfezioni per dare l’idea delle pietre rovinate. La
stessa cosa vale per la parte destra della casa dove si nota un muro fatto di
piccole pietre, mentre nella parte alta abbiamo simulato una sbrecciatura.
Per
la porta abbiamo preparato una sfoglia di DAS che poi abbiamo collocato nello
spazio di legno. Con il coltellino abbiamo poi inciso le assi e le abbiamo
invecchiate tracciando su di esse dei segni longitudinali (alcuni più sottili,
altri più pesanti). Dopodiché abbiamo preparato, come si vede, due striscioline
che sono servite per le assi orizzontali, applicandole dopo avere bagnato la
parte utile.
Il
catenaccio è stato fatto con una piccola pallottolina di DAS manipolata con le
dita e poi assottigliata facendola scorrere sul piano di plastica. Ottenuta la
misura voluta, sollevandola delicatamente con il coltellino l’abbiamo posata
nel punto voluto, come si può notare nell’immagine. Anche la trave sulla porta
è stata fatta dando la forma voluta al DAS poi collocato sopra la porta, dopo
avere bagnato il punto giusto; anche in questo caso abbiamo fatto delle
incisioni per dare il senso del vecchio.
Ancora
alcuni suggerimenti:
-
bagnare sempre il legno prima di applicare il DAS; se necessario, staccare la
pasta dal piano di lavoro usando il coltellino;
-
tenere sempre la lama del coltellino pulita e quando occorre bagnarla
nell’acqua per renderla più scorrevole;
-
oltre al filo del coltellino usare anche il piatto della lama o la punta quando
occorre;
-
bagnare in modo più ampio il legno che dovete rivestire: così facendo, quando
applicherete il DAS sarà possibile stenderlo ulteriormente essendo la parte
bagnata molto scorrevole.
Se
commettete qualche errore durante l’applicazione, niente paura, perchè finchè
il DAS è fresco si può sempre rimuovere o correggere passando sulla parte
sbagliata il polpastrello delle dita bagnato nell’acqua, cancellando così
l’incisione o ciò che volete modificare.
Foto
3
4.
Una scena in corso di lavorazione
Si
possono notare pietre e motivi già ultimati: le parti policrome sono state
eseguite dopo avere applicato il DAS e averlo lisciato con il dito bagnato
nell’acqua; cosi facendo si ottiene una superficie quasi perfetta.
In
primo piano si notano il fronte e il retro di due colonne sulle quali è stato
applicato il DAS che poi è stato lavorato ed è ormai pronto per essere dipinto.
Per
realizzare le colonne, abbiamo recuperato presso rivenditori di stoffe i tubi
su cui sono avvolti i tessuti e che una volta utilizzati vengono poi scartati
(ne esistono di diverse dimensioni). Vanno benissimo anche i tubi della carta
stagnola o della pellicola che serve ad avvolgere gli alimenti.
Nel
nostro caso, dopo avere segato i tubi nella giusta misura, abbiamo praticato sul
retro un’incisione più larga in basso e più stretta sopra per dare alla colonna
un aspetto troncoconico. Nella parte bassa abbiamo poi inserito un pezzetto di
legno per mantenerla aperta ed infine abbiamo incollato con colla a caldo.
Altri tipi di colonne saranno visibili nelle immagini successive.
Foto
4 - Una scena in corso di lavorazione
5.
Esempio di costruzione in legno e DAS
Vediamo
come è stata preparata la struttura che poi verrà rivestita con il DAS e che
sarà poi il risultato di foto n. 6.
Abbiamo
usato pezzetti di compensato recuperati dagli scarti di falegnami da noi
visitati allo scopo (costo zero).
Si
tagliano con il cutter o traforo i pezzi nelle misure volute, poi si uniscono
fra di loro con colla a caldo, e se necessario vanno rinforzati nei punti in
cui vanno a collimare con altri pezzetti di legno. Fatto questo, sarete pronti
per rivestire le varie parti con il DAS: allo scopo dovete tenere presente
quanto suggerito nelle spiegazioni generali.
6,
7 e 8. Presepe palestinese o biblico
In
queste immagini si vedono chiaramente come sono state realizzate le
costruzioni, i massi squadrati che rivestono la casa più alta oppure i massi
irregolari che sostengono il piano su cui appoggiano le case.
Da
notare la scala e il muretto.
In
profondità si osservano le casette di foggia palestinese (piccoli rettangoli o
quadrati di legno poi rivestiti di DAS sui quali sono state scolpite porte e
finestre); anche i piccoli cipressi sono fatti interamente di DAS. La
realizzazione è molto semplice: un pezzetto di DAS viene affusolato e al suo
interno viene inserito uno stuzzicadenti bagnato nella colla; poi con il
coltellino si praticano delle piccole incisioni e il gioco è fatto.
Tutto
il panorama è stato realizzato in gesso scagliola.
COME
COSTRUIRE IL VOSTRO PRESEPIO CON LA TECNICA DEL DAS - Vai alla parte 1
di
Giorgio Lombardi
9 e
10. Presepe popolare
Tutte
le case sono state rivestite in DAS (come si può notare sono tutte diverse nel
loro aspetto). Anche le porte visibili sono state eseguite in modo diverso.
Si
osservi anche il muretto e la colonna così come le sbrecciature che mettono in
evidenza le pietre sottostanti.
In
DAS sono anche i pietroni che arrivano fino alla casetta con l’albero.
Il
panorama e le montagne di fondo sono state realizzate in gesso scagliola.
11
e 12. Arrivo dei Magi
In
questa scena è da notare la costruzione ricoperta di paglia.
Tutti
i sassi che rivestono la casa sono stati realizzati uno per volta, applicando
al compensato sottostante piccolissimi pezzetti di DAS manipolati con i
polpastrelli delle dita e poi modellati con il coltellino. Così facendo si
ottengono sassi sempre diversi fra di loro.
Sono
presenti anche alcuni muretti (pezzetti di legno rivestito di DAS) e casette di
secondo piano. Il panorama e i monti sono stati realizzati in gesso scagliola.
13
e 14. Presepe popolare innevato
In
questo Presepio sono visibili diversi tipi di porte realizzate in modi vari.
Da
notare la colonna costruita con un tubo di quelli che fanno da anima per le
stoffe.
In
diversi punti sono presenti le sbrecciature con in evidenza le pietre
sottostanti.
Le
travi sono costituite da righelli poi rivestiti.
Interessanti
sono i due archi in primo piano e naturalmente le case che formano l’intero
Presepio.
La
base è stata realizzata con segatura molto fine mescolata a terra d’ombra e
bianco, per simulare la terra battuta e per ricoprire lo zoccolo delle statue
realizzate da Giuseppe Criscione.
15.
Diorama della Messa di mezzanotte
In
questa scena, oltre alla realizzazione delle pietre sulle case, è interessante
prendere in esame la parte centrale e cioè i muri costruiti in sasso che si
elevano dalla base.
Tutti
questi sassi sono stati fatti uno per uno con piccoli pezzetti di DAS lavorati
a mano e poi applicati al sottostante legno compensato e modellati poi con il
coltellino.
La
struttura che serve ad elevarsi rispetto alla base è fatta, ovviamente, di
legno compensato.
La
parte visibile innevata è formata da legno compensato unito, con colla a caldo,
alla struttura del muretto e sostenuta con pezzetti di legno incollati alla base,
in modo da formare un corpo unico; il tutto verrà ulteriormente rinforzato
quando vi applicherete il DAS.
Questa
procedura verrà usata anche per fare piccole stradine in salita o discesa fra
le case (ricordate di sostenere sempre il piano stradale rinforzandolo con
pezzetti di legno incollati alla base).
16
e 17. La Vigilia
di Natale
Tutto
ciò che si vede in questa scena è stato realizzato preparando prima la
struttura in legno compensato, che poi è stato rivestito interamente di DAS.
Non
sono da considerare gli arredi preparati con altri materiali.
Il
pavimento è stato realizzato applicando alla base piccoli pezzi di DAS
manipolati uno alla volta e poi modellati con il coltellino e accostati l’uno
all’altro.
Il
soffitto è costituito da righelli rivestiti che formano i travetti mentre la
trave principale è formata da un righello più grosso rivestito e poi lavorato
per dare l’aspetto dell’antico (allo scopo si tracciano con il coltellino dei
segni in senso longitudinale più o meno profondi per simulare le spaccature del
legno dovute al tempo).
Anche
il catenaccio della porta chiusa è stato realizzato con un piccolo pezzo di DAS
fatto scorrere su di un piano per dare la rotondità voluta, poi posato nel
punto scelto e aggiustato con l’ausilio del coltellino (questa operazione
richiede molta calma per non rompere questo particolare che darà alla vostra
porta molta realtà; si consiglia di sollevare dal piano il vostro catenaccio
andando sotto di esso con il coltellino ed usando molta delicatezza).
Infine
sono ben visibili le sbrecciature dei muri che sono stati resi ruvidi
picchiettando su di essi un pennello a setole dure (operazione da farsi quando
il DAS è ancora fresco).
Le
figure sono di Raffaele de Angelis.
Riciclare
è utile e divertente - Vai alla seconda parte
di
Gian Franco Salza
Come
riciclare alcune cose, reperite a costo zero (e che sarebbero state destinate a
spazzatura), oppure a costi irrisori?
Nei
mercatini di oggetti usati, sparsi un po’ ovunque nelle nostre città, di tanto
in tanto si riesce a reperire oggettini che, convenientemente modificati e
lavorati, possono arricchire la nostra attrezzatura presepistica.
Fra
questi oggetti io ad esempio ho trovato pupazzetti da cui trarre stampi per
testine di pastori, pinzette speciali ospedaliere, motorini elettrici a lenti
giri, alimentatori e trasformatori, cassette di legno ex contenitori di
bottiglie di vini, ed altro.
Recentemente
ho trovato due arricciacapelli: uno degli anni passati che si scaldava sul gas
e l’altro, più recente, elettrico; più avanti vi dirò come lo uso abitualmente.
Comunque
tutto dipende dall’avere sviluppato l’occhio del presepista, ovvero intuire
come, e se, può essere utilizzato quell’oggetto che ora è sotto i nostri occhi.
Consiglio una visita a quei mercatini: sarà una utile e piacevole sorpresa.
L’arricciacapelli
Intanto
che si scalda il ferro sul gas, ritaglio striscioline di creta o DAS dello
spessore di 2 mm .
circa (secondo il rapporto in scala del tetto da realizzare) e le applico al
ferro, ben caldo ma non rovente. Stringo i manici dell’attrezzo e lo rimetto sul
gas per alcuni minuti. Dopo questa prima cottura “casereccia”, taglio le
striscioline, che hanno preso la caratteristica forma concava, alla misura
voluta. Ed ecco che avrò ottenuto delle tegole che andranno benissimo per i
nostri tetti, pur non essendo state “cotte” alla perfezione.
La
cottura non è necessaria se abbiamo usato il DAS.
Stampelline
di filo di ferro
Io
ho usato quelle delle lavanderie, le ho tagliate ad una lunghezza di 8, 10, e 15 cm ; ne ho appuntita una
estremità con la moletta; ho girato ad anello l’altra estremità con una
pinzetta ed ho ottenuto degli spiedini con i quali sostituisco gli
stuzzicadenti nell’ancoraggio di parti di polistirolo o poliuretano, in attesa
che il collante abbia fatto presa.
Cartone
ondulato
Con
quello non rivestito oppure rivestito da una sola parte, costruisco delle belle
colonnine lavorandolo così: arrotolo il cartone con la parte ondulata verso
l’esterno; fisso i bordi verticali con colla vinilica e lo tengo bloccato con
degli elastici che andrò a rimuovere dopo che la colla sarà asciugata.
Passo
un paio di mani di gesso molto liquido con un pennello, in senso verticale alla
colonna, ed attendo l’asciugatura. Completo il lavoro con un capitello ed una
base e, dopo una sapiente colorazione, ecco fra le mani una bella colonna di
notevole affetto scenico.
La
tela di juta
Da
qualunque tappezziere si possono avere in regalo quei ritagli di juta a maglia
larga e quella garza biancastra usata per il rivestimento sottostante di
poltrone e divani.
Tagliando
la juta in senso sbieco, se ne traggano delle striscioline larghe 4/5 cm.
Queste ci serviranno per completare il tronco degli alberi, in particolar modo
delle palme.
La
garza, una volta tagliata alla misura voluta, affogata nel gesso di colata
sullo stampo, dà alla lastra che se ne ottiene una certa robustezza e, in caso
di accidente, la lastra non si sbriciola in tanti pezzetti ma si frattura
rimanendo unita.
Abbiamo
così la possibilità di fare facili riparazioni, senza buttare via il tutto.
Con
questa garza si possono anche ottenere tendaggi per porte e finestre.
Riciclare
è utile e divertente - Vai alla prima parte
di
Gian Franco Salza
Pomelli
e fregi
Mi
riferisco ai pomelli di metallo intarsiato, applicati ai cassetti e a quei
fregi di lamierino d’ottone che ornavano i mobili degli anni del dopoguerra
(ricordo benissimo quelli con lo sportello tutto a specchio ed il cassettone
sottostante; il comò pure a specchio con il classico marmo rosso e quattro
cassettoni. Quanta semplice bellezza!).
Con
i pomelli, pigiati sulla lastra di creta precedentemente preparata, si
ottengono favolosi stampini in negativo, da cui trarre rosoni ed ornamenti per
fontane ed altro.
Lavorando
i fregi nella stessa maniera, si traggono ornamenti e festoni per trabeazioni e
frontalini.
Motorini
elettrici
A
volte i motorini elettrici sono indispensabili per dare movimento ad alcuni
personaggi del nostro Presepio, oppure per creare una fontana o una cascatella,
una volta applicati ad una pompetta girante.
È
importantissimo che detti motorini siano quelli funzionanti a 6 o 12 volts, per
ragioni di sicurezza. Occorre buona volontà e tempo per reperire tali motorini
a lenti giri, alimentati a 6 o 12 volts.
Conservazione
del gesso
Nei
mercati rionali, ci sono banchi in cui si vendono, prevalentemente, olive e
granaglie varie. Le olive sono contenute in fusti di plastica rossa, rotondi ed
alti circa mezzo metro; hanno una bocca larga nella quale entra facilmente una
mano. Fatevene regalare uno (tanto dovrebbe essere gettato), lavatelo bene e
fatelo asciugare altrettanto bene. Una volta riposto lì dentro, il gesso si
manterrà “fresco” per lungo tempo, avendo l’accortezza di richiudere il
contenitore dopo ogni prelievo.
A
questo punto potreste fare delle osservazioni quali, ad esempio, “ma non è più
comodo comperare una fontanella già fatta anziché perdere tempo a costruirsene
una?”. Giusta osservazione, come giuste potrebbero essere tante altre.
Ma
allora, se dovessimo comperare tutti i particolari già fatti (rocce, mulini,
cascatelle, fontane, fuochi di bivacco ecc.) noi avremmo soltanto “assemblato”
un Presepio già da altri costruito e non ci potremmo chiamare presepisti. Non
proveremmo piacere alcuno. Credetemi! È tanto gratificante vedere una fontana
fatta interamente da noi, pezzo per pezzo, che funziona bene, come quella
comperata.
Costruiamo
il nostro Presepio da noi stessi, se siamo in grado di farlo; a lavoro ultimato
saremo più contenti per aver realizzato con le nostre mani, il nostro intuito e
la nostra fede, la rappresentazione scenica del Sacro Evento.
Musiche
di Natale
Le
musiche e le canzoni più famose con testo, video, file mp3 e midi da scaricare
gratuitamente.
> Adeste Fideles; > Astro
del ciel; > Bianco Natale; > Jingle Bells; > Oh Happy Day; > Silent
Night; > Tu scendi dalle stelle; > We wish you a merry Christmas.
Formulario
per il Santo Natale
Brani
di musica sacra e classica in Mp3 eseguiti dai docenti e dagli studenti del
Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Formato
mp3, gratuito.
Link:
http://www.vatican.va/roman_curia/...
Musiche
di Natale personalizzate
Una
serie di link che vi permette in maniera molto particolare di personalizzare le
più famose musiche dedicate al Natale.
Il
coro delle renne
Babbo
Natale canta con il contributo delle renne: cliccate su ognuna per avere le
varie parti.
http://www.icq.com/greetings/cards/66/
Jingle
Bells nella fattoria
La
canzone di Natale cantata dagli animali: cliccando su ognuno di loro avrete il
coro completo.
http://www.icq.com/greetings/cards/10021/
We Wish you a Merry Christmas
Babbo
Natale canta con il contributo delle renne: cliccate su ognuna per avere le
varie parti.
http://www.icq.com/greetings/cards/67/
Santa
Search
Centinaia
di brani dedicati al Natale, con testi e autori ... e molto di più.
Formato
mp3, wave, midi, ra. Gratuito.
Link:
http://www.santasearch.org/portal/default2.asp?tree=4
The 8bitpeoples - The 8bits of
Christmas
Per
gli appassionati di elettronica, 8 classici di natale riarrangiati per le
vecchie console e pc.
Formato
mp3, gratuito.
Link:
http://www.archive.org/details/8bp038
Christmas
Carol Collection
Collezione
di 30 brani classici natalizi cantati, in vario stile, dalla comunità LibriVox.
Formato
mp3, gratuito.
In
queste pagine riportiamo, suddivisi per categorie, link e materiale scaricabile
gratuitamente che possono tornare utili per costruire i presepi, creare una
atmosfera più natalizia, per passare ore e ore di gioco con i bambini o ...
anche per semplice curiosità.
Musica
natalizia
Dalla
classica al rock, dalle zampogne all'elettronica, i classici di questo periodo
provenienti da tutto il mondo. Con testi e video.
Presepi
di carta da ritagliare e colorare
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colorare, ritagliare e incollare sul cartoncino per creare un presepio
veramente unico e personale!
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serie di immagini da scaricare gratuitamente legate al periodo di Natale.
Volume
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Disegnare
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Giocare
a Natale
Insieme
ai giochi tradizionali, ormai inseparabile compagno delle festività natalizie è
il pc. Qui vi proponiamo una serie di giochi ispirati al Natale.
Presepe
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando l'ammasso
aperto, vedi Presepe (astronomia).
Il
presepe di Greccio, Storie di San Francesco nella Basilica superiore di Assisi,
attribuite a Giotto, 230x270 cm, 1290-1295 circa
(LA)
« Maria peperit filium suum primogenitum, et
pannis eum involvit, et reclinavit eum in praesepio: quia non erat eis locus in
diversorio. »
(IT)
« Maria diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non
c'era posto per loro nell'albergo. »
(Vangelo
di Luca, II, 7)
Il
presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, derivata da
tradizioni medievali.
Il
termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae
= innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.
Il
presepio di Piazza di Spagna a Roma
Il
presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù
Cristo durante il periodo natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e
i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal
bue e l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia
vivente che iconografica.
Indice [nascondi]
1
Origine ed evoluzione
2
Simbologia e origine delle ambientazioni
3
Il presepe nel mondo
3.1
Il presepe catalano
3.2
Il presepe provenzale
3.3
Il presepio nei paesi di lingua tedesca
3.4
Il presepio nei paesi dell'est europeo
3.5
Il presepe nel resto del mondo
4
Il presepe in Italia
4.1
Il presepe vivente
5
Concorsi
6
Aspetti commerciali e turistici
7
La tradizione dei larii
8
Note
9
Bibliografia
10
Voci correlate
11
Altri progetti
12
Collegamenti esterni
Origine
ed evoluzione [modifica]
Ritratto
di San Francesco custodito nel convento di Greccio.
La
tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco
d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente
della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e
rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che
"sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo
medievale.
Il
primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato
da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel
Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'iconografia
del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri
della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli
Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca
e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della
Natività: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta
robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di
Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Ben presto questo tipo
di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno
delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le
statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito
irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese
grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI
secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della
Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale.
Dal
XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto
forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura
anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento poiché ammirava
la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire
popolare.
Ma
il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento, quando si
formarono le grandi tradizioni presepistiche: quella del presepe napoletano,
quella del presepe genovese e quella del presepe bolognese. In questo secolo,
da un lato, si diffusero i presepi nelle case. Nel XVIII secolo, addirittura, a
Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva
il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione
intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di
tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a
Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica,
venne istituita la Fiera
di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani
locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli.
Ma,
soprattutto, il Settecento è il secolo in cui si diffusero i presepi nelle
chiese. Alcuni di essi sono sopravvissuti, nonostante i molti furti subiti, e
vengono tuttora esposti nel periodo natalizio. Fra i più famosi scultori di
presepi di quest'epoca si segnala il genovese Anton Maria Maragliano.
Solo
fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe arriverà anche
negli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno
appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.
Presepe
allestito in un vecchio apparecchio radiofonico
Attualmente,
si vanno diffondendo anche i presepi meccanici, con movimento sincronizzato dei
personaggi.
Simbologia
e origine delle ambientazioni [modifica]
Il
presepe è una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono
direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la
mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo.
Altri
elementi appartengono ad una iconografia propria dell'arte sacra: Maria ha un
manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai
toni dimessi a rappresentare l'umiltà.
Molti
particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe
traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni.Tanto
per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe,
derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo, oppure da un'antica profezia
di Isaia che scrive "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino
la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita
del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo
degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Anche
la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il
Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la
mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta
o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella
che è indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche
quest'informazione si trova nei Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della
grotta è un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto
del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinità
persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato da una pietra.
I
Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell'infanzia.
In particolare, quest'ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di
questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti
persiani (Melkon, Gaspar e Balthasar), anche se non manca chi vede in essi un
persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un
etiope (recante la mirra).
Così
i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia
come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa,
Asia e Africa. Anche il numero dei Magi fu piuttosto controverso. Fu
definitivamente stabilito in tre, come i doni da loro offerti, da un decreto
papale di Leone I Magno[senza fonte], mentre prima di allora oscillava fra due
e dodici.
Tuttavia,
alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano,
per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie,
commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente
anacronistici. Questa è comunque una caratteristica di tutta l'arte sacra, che,
almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di
Cristo con costumi ed ambientazioni contemporanee all'epoca di realizzazione
dell'opera. Anche questi personaggi sono spesso funzionali alla simbologia. Ad
esempio il male è rappresentato nell'osteria e nei suoi avventori, mentre il
personaggio di Ciccibacco, che porta il vino in un carretto con le botti,
impersona il Diavolo.
Nel
presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia , il
Dormiglione e, di recente, la
Curiosa.
Il
presepio Trentino infine è imparentato con le sculture lignee del Tirolo e
trova una tipica ambientazione in alcune produzioni caratteristiche e
originali, soprattutto nelle valli laterali dell'Adige come testimoniano tra
gli altri i presepi di Tesero, in valle di Fiemme.
Presepe
genovese. Questa scena - ricavata a nicchia da un più vasto presepe di
ambientazione genovese fra Seicento e Settecento - ha in sé una singolare
autocitazione: raffigura, infatti, un gruppo di popolane intente a vendere
materiali per realizzare presepi.
Il
presepe nel mondo [modifica]
Presepe
barocco in Germania (1704).
Essendo
un prodotto culturale, il presepe si diffonde nelle diverse culture con
significative varianti. Anche se l'idea di base, quella cioè di ricreare la
fatidica scena della nascita del Cristo, resta invariata; lo stesso non si può
dire per i materiali usati e gli stili di costruzione dei diversi presepi. Per
quanto concerne la diffusione del presepe nel mondo, possiamo suddividere tutte
le varianti presepiali in due grandi macroaree: quella europea e quella
comprendente il resto del mondo. Più in specifico appartengono all'area europea,
con diverse varianti: il presepe spagnolo, quello provenzale, il presepe nei
paesi di lingua tedesca e i presepi nei paesi dell'est europeo. Fanno parte,
invece, della macroarea del resto del mondo maggiormente i presepi dei paesi
dell'America Latina e quelli di origine orientale ed etnica.
Il
presepe catalano [modifica]
Le
origini del presepe in Spagna sono da rintracciare all'epoca della dominazione
borbonica a Napoli. Infatti, gli scambi e i traffici che si attuarono tra
Napoli e la Spagna ,
influenzarono quest'ultima sulla tradizione della costruzione del presepe
durante il periodo natalizio. In Spagna, il presepe si diffuse maggiormente
nella regione della Catalogna, grazie anche alla passione di Ramon Amadeu
(1745-1821) il più famoso scultore dell'epoca che si dilettava nella
costruzione dei pastori in creta. È da ricordare che la prima associazione di
appassionati del presepe nacque proprio in Spagna intorno al 1860, anche se
quest'ultima ebbe vita assai breve. Si diffuse allora la più importante
"Asociaçion de Pesebristas", che dal 1921 influenzò anche le
successive scuole. Tra i vari appassionati del presepe, si distaccarono alcuni
abili artigiani che diedero vita alla "scuola del gesso catalana",
che stravolsero l'idea del presepe allora in voga. Essi diedero vita al
cosiddetto presepe "storico", ossia quello che più riproduce
fedelmente paesaggi, costumi e costruzioni della Palestina ai tempi della
nascita di Gesù.
Il
presepe provenzale [modifica]
La
tradizione provenzale vuole che la nascita del presepe sia da attribuirsi alla
Madre Pica che già nel 1200 costruiva rappresentazioni di scene di vita
religiosa in Provenza e in Linguadoca. Alcuni studiosi infatti, ritengono che
la tradizione del presepe nacque proprio in Francia e che S. Francesco d'Assisi
(a cui, per molti, si fa risalire le origini della tradizione del presepe) non
fece altro che replicare questa tradizione con alcune significative varianti.
Il presepe provenzale è comunque influenzato dai tratti del barocco italiano e
non si sviluppò prima del settecento. Per ricreare i pastori si utilizzavano
manichini lignei con mani, teste e piedi in terracotta o cera: segno evidente
di una influenza dell'artigianato italiano. A livello storico la Rivoluzione Francese
spezzò la tradizione del presepe. Tradizione che riaffiorò prepotentemente ai
tempi del concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte. Il presepe entrò nelle
case più umili anche grazie all'azione del figurinaio Jean Louis Lagnel, che
produceva pastori di argilla, prodotti in stampi, a basso costo. Oggi queste
statuine d'argilla, dette santons si trovano numerose in vendita, in tutti i
mesi dell'anno nei negozi di souvenir per turisti.
Il
presepio nei paesi di lingua tedesca [modifica]
La
tradizione del presepe nei paesi di lingua tedesca è molto sentita, anche
perché leggenda vuole che nel Duomo di Colonia, in Germania, si trovino le
spoglie dei Re Magi, qui trasportate da Costantinopoli all'epoca della IV
crociata (1204). In molte città come Monaco, Augusta, Norimberga si allestiscono
nelle piazze dei veri e propri mercati di Gesù Bambino (letteralmente
Christkindlemarket). In questo rustico e caratteristico mercatino si vendono
molti pastori e presepi veri e propri, oltre a dolciumi e decorazioni
tipicamente natalizie.
Il
presepio nei paesi dell'est europeo [modifica]
Ai
paesi dell'est europeo sono riconducibili quattro tradizioni diverse,
rappresentate da quattro nazioni diverse: Ungheria, Russia, Polonia e
Slovacchia. La tradizione ungherese vuole che il presepe, o Betlemme, si costruisca
in un cassa a forma di chiesa o stalla e che sia trasportabile a mano. I
personaggi che animano il presepe invece sono fatti di legno o carta o tutt'al
più di ovatta e davanti a questa rappresentazione arde costantemente una
candela votiva. Il presepe russo è costruito su due piani. Sul lato superiore
vengono riprodotti i classici episodi della nascita del Cristo in una grotta;
sul lato inferiore, invece, vengono riprodotte scene umoristiche di vita
quotidiana e popolare. In Polonia, invece, tradizione vuole che il presepe
abbia forma di una cattedrale ricoperta di carta stagnola colorata. Si compone
di tre parti: una superiore dove angeli annunciano il tanto atteso evento della
nascita del bambino Gesù, in quella centrale viene raffigurata la grotta con il
bue e l'asinello, e infine la parte inferiore è costituita da rappresentazioni
di contadini polacchi insieme ai Re Magi. Per quanto riguarda la Slovenia , infine, in ogni
casa contadina si costruisce un presepio che adornerà un lato della casa definito
per questo "sacro".
Il
presepe nel resto del mondo [modifica]
Il
presepio nei paesi dell'America Latina può essere definito un presepe
folkloristico a cui si da risalto il sole splendente e l'azzurro dei cieli, in
quanto in questi Paesi il Natale ricade in piena estate. In questi luoghi il
presepe si diffuse a causa dell'evangelizzazione degli "indigeni" da
parte di gesuiti e sacerdoti portoghesi, spagnoli e francesi. In Africa invece,
i primi presepi che si costruirono erano fatti di gesso e furono portati dai
missionari. Fu difficile riuscire a convincere le popolazioni locali che Dio,
avesse sembianze di un neonato bianco. Col passare del tempo il presepe
africano si è arricchito di scenografie e materiali maggiormente di origine
africana. Nei lontani paesi d'oriente il presepe si affermò soprattutto nelle
varie oasi cristiane. Si narra che l'imperatore delle Indie Akbar (1556-1605),
nonostante non si convertì al Cristianesimo, provò sempre grande simpatia per
questa arte che lasciò diffondere nel suo vasto impero.
Il
presepe in Italia [modifica]
Presepe
a Maiori (NA)
Presepe
vivente di Faggiano (TA)
Anche
in Italia il presepe si differenzia, nelle varie regioni, per ovvi motivi
culturali. Per lo più, quando si parla dei presepi italiani non si effettua una
vera e propria distinzione dal punto di vista culturale: in Italia i diversi
presepi si differenziano piuttosto per i diversi prodotti e materiali
utilizzati per ricreare la scena della nascita del bambino Gesù. Possiamo
ricordare a tal proposito il presepe genovese che si realizza con pastori in
legno, il presepe pugliese che utilizza la carta pesta per realizzare il
prodotto finito, il presepe siciliano realizzato con l'aggiunta di prodotti
tipici siciliani come rami d'arancio e di mandarino e sul quale si utilizzano
diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro, tutti prodotti tipici
della Sicilia.
Il
presepe napoletano, o partenopeo, si caratterizza per la costruzione di pastori
in terracotta. L'uso della terracotta quasi scomparve a seguito del travolgente
successo del pastore in plastica che garantiva produzioni in larga scala e
prezzi più bassi. Intorno al 1969 quando sembrava esser scomparso, il pastore
in terracotta fu riproposto con enorme successo da un "pastoraro",
Nicola De Francesco, che seppe recuperare le tecniche d'esecuzione e
riconsegnare al popolo napoletano una tradizione che rischiava altrimenti di
sparire.
Per
le figure in legno è inoltre da ricordare il presepe di Villar Focchiardo in
Valle di Susa, costituito da 270 figure in legno a grandezza naturale, esposte
nei cortili e nelle vie del paese dall'8 dicembre al 5 gennaio.
Il
presepe vivente [modifica]
Per approfondire, vedi la
voce Presepe vivente.
La
tradizione del presepe vivente, sulla scia della prima rievocazione
francescana, è diffusa in tutta la penisola. Nel presepe vivente viene proposta
una breve rappresentazione teatrale che rappresenta, in una scenografia
dedicata, la nascita di Gesù.
Un
esempio è costituito dal Presepe Vivente Missionario realizzato presso la sede
romana della Comunità missionaria di Villaregia[1], o dal presepe vivente di
Faggiano (Taranto).
Concorsi
[modifica]
Ogni
anno, dal 2004, si svolge a Colle di Val d'Elsa, città che ha dato i natali ad
Arnolfo di Cambio, autore della prima rappresentazione del presepe, il Concorso
Nazionale denominato Primo Presepe di Arnolfo di Cambio,[2] a cui possono
partecipare singoli, associazioni, scuole, enti, artigiani, aziende, fondazioni
e parrocchie con rappresentazioni e materiali a scelta dei partecipanti. Anche
a Taranto da cinque anni Pierpaolo Manigrasso, presidente della Commissione
Cultura della Circoscrizione "Tamburi - Lido Azzurro" ha istituito un
concorso gratuito denominato: “Il Presepe più bello” al quale possono
partecipare le famiglie o i singoli cittadini residenti nel contesto
territoriale che in occasione delle festività natalizie approntano un presepe
nelle proprie abitazioni.L’iniziativa puntualmente ogni anno coinvolge un
numero esponenziale di cittadini. La modalità di espressione è libera, basta
compilare un modulo di adesione disponibile presso gli uffici di segreteria
della circoscrizione siti in piazza Tebano si ha cura di concordare con i
partecipanti un appuntamento per stimare le opere che saranno fotografate e in
alcun caso trasferite. La valutazione si basa sostanzialmente sull’originalità
del progetto e sulla qualità artistica. Sono premiati i lavori classificati ai
primi cinque posti e si assegnano ulteriori premi in base a particolari
aspetti: il Premio Stile, il Premio Maestria, il Premio Prestigio e il Premio
Spirito Natalizio. Inoltre dal 2011 un pensiero và a quei cittadini scomparsi
che nel corso della loro esistenza hanno dimostrato l’attaccamento alle
tradizioni natalizie locali per questo sano stati istituiti cinque trofei per
ricordare il Prof. Michele Sgobio, la Prof.ssa Lucia Fischetti, il Sig. Vito Conserva,
il Sig. Alfredo D’Andria e il Sig. Pino Salinaro. La cerimonia di premiazione
del concorso si svolge solitamente presso il Centro Polivalente di via Lisippo
e l’occasione risulta essere un momento di aggregazione per gustare insieme una
fetta di panettone e brindare ad un prospero Natale.
Aspetti
commerciali e turistici [modifica]
Alcuni
personaggi tipici del presepe
Da
anni, ormai, vengono costruite ogni sorta di statuette per la rappresentazione
della nascita di Gesù: angeli, pastori, Re Magi ed altri personaggi, creando
così un vero e proprio business, un mercato a livello mondiale. Di statuette se
ne possono trovare di diversi tipi, per dimensione, artista, materiale e
prezzo.
Particolarmente
celebre dal punto di vista turistico per le botteghe artigiane di presepi è via
San Gregorio Armeno, un'antica strada nel centro storico di Napoli.
Nella
Provincia di Crotone vengono messi in mostra presepi provenienti da tutta
Italia nello scenario dei castelli medievali [3].
Di
presepi viventi, invece, se ne possono trovare rappresentazioni in tutta
Italia. Tra i più noti e visitati, quello di Massa Lubrense (NA), quello di
Assisi, quello di Custonaci in (TP) quello di Crispiano (TA) e quello di Pezze
di Greco (BR).
A
Jesolo (Provincia di Venezia) dal 2002 ogni anno si svolge la manifestazione
"Jesolo Sand Nativity", in cui artisti famosi scolpiscono presepi di
sabbia.
In
Val Gardena ad Ortisei ogni anno in casette di legno sono esposte diversi
presepi di laboratori locali.
La
tradizione dei larii [modifica]
Per
comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, può essere utile
ricordare la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella
cultura etrusca e latina.
I
larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano
sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una
statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno,
effigie, immagine).
Le
statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni,
onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstizio
d'inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale
i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante
l'anno.
In
attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa
patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia,
in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in
miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la
famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con
cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano
giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e
bisnonni[senza fonte].
Dopo
l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), i cristiani tramutarono alcune
feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone parte dei riti e delle
date, ma mutando i nomi e i significati religiosi. Essendo una tradizione molto
antica e particolarmente sentita (perché rivolta al ricordo dei familiari
defunti), la rappresentazione dei larii sopravvisse nella cultura rurale con
parte del significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni
italiane, anche oltre.
Note
[modifica]
^
Presepe Vivente Della Comunita' Missionaria Di Villaregia, Roma, Lazio
^
http://www.comune.colle-di-val-d-elsa.si.it/presepe/presepe.htm
^
«A Natale i presepi di tutta Italia nei castelli del crotonese». CN24.
Bibliografia [modifica]
Gerhard Bogner: Das neue
Krippenlexikon. Wissen - Symbolik - Glaube. Ein Handbuch für den Krippenfreund.
Fink, Lindenberg 2003 ISBN 3-89870-053-4
Erich Egg, Herlinde Menardi:
Das Tiroler Krippenbuch. Die Krippe von den Anfängen bis zur Gegenwart. 2.
Aufl. Tyrolia, Innsbruck 2004 ISBN 3-7022-2604-4
Ursula Pfistermeister:
Barockkrippen in Bayern. Theiss, Stuttgart 1984 ISBN 3-8062-0398-9
Alfons Rudolph, Josef Anselm
Adelmann von Adelmannsfelden: Schwäbische Barockkrippen. Theiss, Stuttgart 1989 ISBN 3-8062-0815-8
Voci
correlate [modifica]
Personaggi
tipici del presepe
Presepe
bolognese
Presepe
di sabbia
Presepe
genovese
Presepe
napoletano
Presepe
vivente
Universalis
Foederatio Praesepistica
Museo
tipologico internazionale del presepio Angelo Stefanucci
Altri
progetti [modifica]
Commons contiene file multimediali su Presepe
Wikizionario contiene il lemma di dizionario
«Presepe»
Collegamenti
esterni [modifica]
Presepe
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La
tradizione tipicamente italiana del presepe si realizza in forme stilistiche e
con l'uso di materiali diversi che risentono della provenienza geografica e dei
diversi periodi storici nei quali operano gli artigiani. In questa sezione, oltre
una schematica storia del presepe, sono riassunte queste diversità almeno per
quelle regioni dove la tradizione presepiale ha messo più profonde radici
presentando caratteristiche di originalità e di personalizzazione. Tali: il
presepe napoletano, il cui secolo d'oro sarà il '700, legato alla figura di
Carlo
Il
presepe attraverso i secoli
Sono
gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro
brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo
prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si
narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in una
mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7);
dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella
per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo
avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei
paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo,
dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità
dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del
III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e
di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai
quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e
Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi
dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti
da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del
popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone
Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre
età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si
divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto
biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da
redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in
atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell'infante.
Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di
Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo
essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei
temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore
artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in
avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i
mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia
e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In
queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è
la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con
gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in
atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti
secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata
all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi,
pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le
chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa,
valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il
Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e
tanti altri. Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine,
secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno
scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori,
contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a
Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da
Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di
presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio
scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue
nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e
fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che
sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da
sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all'interno delle chiese
nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il
presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel
resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla
sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio
campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà,
della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o
nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e
serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di
legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento,
abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o
di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche
nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata
da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre:
mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali
fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle
stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati
che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli
opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti
liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano
sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con
alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le
terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel '700 si diffonde
il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello
costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La
diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni
famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni
tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e
altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza
l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo
della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro
di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza
gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati
nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai
concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla
sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De'
Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre
Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico
con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città
di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni
'60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è
tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con
associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di
Dalmine di Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del
Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle
della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi
viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la
produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo,
eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle
piazze d'Italia la Natività
e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.
Storia
e tradizioni del presepe
La
tradizione tipicamente italiana del presepe si realizza in forme stilistiche e
con l'uso di materiali diversi che risentono della provenienza geografica e dei
diversi periodi storici nei quali operano gli artigiani. In questa sezione,
oltre una schematica storia del presepe, sono riassunte queste diversità almeno
per quelle regioni dove la tradizione presepiale ha messo più profonde radici
presentando caratteristiche di originalità e di personalizzazione. Tali: il
presepe napoletano, il cui secolo d'oro sarà il '700, legato alla figura di
Carlo III di Borbone, sovrano mecenate che farà conoscere a Napoli una
meravigliosa fioritura culturale ed artistica, della quale l'arte presepiale
costituirà una delle espressioni più splendide; il presepe siciliano, con
l'innovativa tecnica della ceroplastica o l'utilizzo di materiali particolari
come il corallo, l'avorio, l'osso, la madreperla, l'alabastro, le conchiglie ed
altri materiali marini propri dell'arte presepiale di Trapani; il presepe
romano, modellato su quello partenopeo del quale ne rifiuta lo sfarzo e lo
spirito laico, riconducendo al centro della composizione la Sacra Famiglia
attorniata da figure modeste con scenografie sobrie ed essenziali costituite in
genere da una grotta in sughero che inquadra un fondale riproducente il tipico
paesaggio della campagna romana con i pini, gli olivi e i resti degli antichi
acquedotti; il presepe pugliese, caratterizzato a Lecce dall'uso della
cartapesta e dalla tecnica della focheggiatura; il presepe ligure, specialmente
quello povero del '800, realizzato nelle fornaci di Savona e Albisola con l'argilla
compressa negli stampi riproducenti le figure presepiali più tipiche,
successivamente colorate a mano. Una parte della sezione è anche dedicata alla
diffusione del presepe nel mondo (di prossima realizzazione).
Il
Presepe Napoletano
A
Napoli si ha notizia del presepe già nel 1025, in un documento che
menziona la Chiesa
di S. Maria del presepe, e nel 1324 quando viene citata ad Amalfi una
"cappella del presepe di casa d'Alagni". Nel secolo XV compaiono i
primi "figurarum sculptores" che realizzano sacre rappresentazioni in
chiese e cappelle napoletane - le più importanti sono quelle dei presepi di San
Giovanni a Carbonara dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno, San Domenico
Maggiore, Sant'Eligio e Santa Chiara. Sono statue lignee policrome a grandezza naturale
colte in atteggiamenti ieratici di intensa religiosità, poste davanti ad un
fondale dipinto. Verso la metà del 1500, con l'abbandono del simbolismo
medioevale, nasce il presepe moderno per merito, secondo la tradizione, di San
Gaetano da Thiene che nel 1530 realizza nell'oratorio di Santa Maria della
Stelletta, presso l'Ospedale degli Incurabili, un presepe con figure in legno
abbigliate secondo la foggia del tempo. Nel corso del secolo iniziano anche a
comparire i primi accenni al paesaggio in rilievo che sostituisce quello del
fondale dipinto; al bue e all'asinello - unici animali presenti nella
rappresentazione - si aggiungono via via cani, pecore, capre. Durante il '500
si intensifica anche la costruzione dei presepi con figure di dimensioni sempre
più ridotte fino a giungere alla realizzazione del primo presepe mobile a
figure articolabili, allestito dai padri Scolopi nel 1627. Il secolo d'oro del
presepio a Napoli è il '700 e coincide con il Regno di Carlo III di Borbone,
sovrano mecenate che riporta la città partenopea al livello delle più ferventi
capitali europee, alimentando una meravigliosa fioritura culturale e artistica,
testimoniata anche dalla magnifica produzione presepiale. Cambiano le tecniche
di realizzazione del "pastore" - termine con il quale s'individua
qualsiasi personaggio presepiale - sostituendo la statua scolpita, la cui
realizzazione richiedeva troppo tempo, con manichini con un'anima di fil di
ferro, arti in legno e teste di terracotta ricavate da piccoli stampi, che avevano
anche il pregio di poter essere articolati come richiedeva il personaggio,
rappresentato nell'atto in cui veniva colto, dando l'impressione del movimento.
Il "figurinaio" diviene una vera e propria professione, che coinvolge
anche le donne di casa adibite al taglio e cucito delle vesti, con
specializzazioni diverse, nella realizzazione di pastori, di animali di
strumenti di lavoro e musicali, di prodotto dell'orto e minuterie varie tutti
riprodotti in scala. Tra questi eccelle Giuseppe Sammartino e per gli animali
Saverio Vassallo. Nasce lo "scoglio", una sorta di sperone roccioso
che, a seconda delle dimensioni può ospitare la scena del "Mistero"
(Maria, Giuseppe, Gesù, Angeli, bue e asinello) o costituire la base per tutto
il paesaggio presepiale. La grotta, con una miriade di Angeli che scendono
dall'alto viene sempre più spesso sostituita con le rovine di un tempio pagano;
la scena della Natività è sempre più defilata e quasi soffocata nello scenario
circostante sovrabbondante di personaggi e paesaggi, nei quali spicca il corteo
dei magi reso più esotico dal seguito dei "mori" abbigliati con vesti
orientali dai colori sgargianti. Aumenta il numero dei personaggi che diventano
folla di contadini, pastori, pescatori, artigiani, mendicanti, popolo minuto e
notabili, tutti colti nelle loro attività quotidiane o in momenti di svago, nei
mercati, nelle botteghe, taverne, vie e piazze in scorci di vita cittadina o
paesana. Il presepe diventa una vera e propria moda. Lo stesso re, abile nei
lavori manuali e nella realizzazione di congegni, si circonda di scenografi,
artisti e architetti. Tra questi G. B. Nauclerio che, attraverso tecniche di
illuminazione, simulava il passaggio dal giorno alla notte e viceversa e ancora
Cappello e De Fazio nonché il dilettante Mosca impiegato e geniale presepista.
La regina e le dame di corte confezionano minuscoli abiti per i manichini con
le stoffe tessute negli opifici reali di San Leucio. Il presepio immenso, viene
allestito in alcuni saloni del Palazzo Reale di Napoli, con centinaia di
personaggi e una gran cura per i dettagli. I nobili naturalmente imitano il
sovrano rivaleggiando tra loro per sontuosità e ricchezza dei materiali
utilizzati: gemme preziose, magnifiche stoffe catturano l'attenzione del
"popolino" - ammesso nelle case patrizie per ammirare il presepio -
forse più della scena stessa. Famosi i presepi allestiti per il principe di
Ischitella, con i Magi abbigliati con vesti dove brillavano innumerevoli
gioielli. Il presepio si diffonde anche presso il popolo partenopeo, anche se
in forma naturalmente meno sontuosa; ogni casa ha comunque il suo presepio
seppure con pochi "pastori" raggruppati su un minuscolo
"scoglio", dentro la "scarabattola", una teca da appendere
al muro o tenere sul comò. E' tale la frenesia del presepe di Napoli da
suscitare le pur bonarie critiche dell'architetto Luigi Vanvitelli che nel 1752
scrivendo al fratello Urbano a Roma, definisce il presepe una
"ragazzata" pur rilevando "l'abilità" e la "efficace
applicazione" dei napoletani così "goffi nel resto". E' chiaro
che il presepe settecentesco, non a caso definito cortese, di sacro conserva
ben poco. Si rivela più una esperienza mondana dei nobili e ricchi borghesi:
l'avvenimento e il passatempo principale delle festività natalizie, quando il re
e la corte visitavano i presepi più rinomati della capitale del regno che
talvolta riuscivano a stupire anche la regina come accadde a Carolina nel 1768,
alla visita del presepe allestito nella chiesa di Gesù Nuovo. Tuttavia
l'universalità e la spettacolarità che si accompagnano all'evento presepio del
'700 e le critiche che ne conseguirono, nulla tolgono alla valutazione del
fenomeno come concreta espressione d'arte barocca naturalistica, né ai suoi
caratteri di tangibile documento storico, descrittivo dei costumi, delle usanze
e delle tradizioni del popolo napoletano in un'epoca che vide Napoli splendida
capitale di cultura e d'arte e meta irrinunciabile di colti viaggiatori
italiani e stranieri. Dopo il regno di Ferdinando IV il presepe cominciò a decadere.
La maggior parte dei presepi furono definitivamente smontati, i pastori venduti
o dispersi. Di questi fantastici presepi non è giunto fino a noi quasi nulla.
Tra i pochi salvati, va ricordato il magnifico allestimento Cuciniello, donato
dallo scrittore Michele Cuciniello alla città di Napoli e conservato nel Museo
della Certosa di San Martino.
Il
presepe siciliano
In
Sicilia l'arte presepiale pur risentendo degli influssi della scuola
napoletana, specialmente per quanto riguarda l'ambientazione - riproduzione di
scene di vita quotidiana in paesi e con personaggi isolani - e talvolta la
tecnica - manichini in legno e fil di ferro con vesti di stoffa - presenta
tuttavia diversi caratteri originali variabili a seconda delle provenienze
geografiche. Quattro sono le aree dove in particolare si sviluppa un
artigianato presepiale fortemente caratterizzato: i territori di Palermo,
Siracusa, Trapani e Caltagirone. A Palermo e nel siracusano, dove l'apicultura
è molto diffusa, fin dal '600 si usa la cera per plasmare statuine di Gesù
Bambino e poi interi presepi. In quest'arte si distinguono i cosiddetti
"Bambinai" che operavano a Palermo nella zona della chiesa di San
Domenico tra il '600 e il '700; tra loro un caposcuola fu Giulio Gaetano Zumbo
del quale si può ammirare un presepe al Victoria and Albert Museum di Londra e
Giovanni Rosselli ricordato da una sua opera al Museo Regionale di Messina
nonché Anna Fortino, Giacomo Serpotta e Anna La Farina. I Bambinelli
sono di fattura raffinata, impreziositi da accessori d'oro e d'argento,
ieratici nell'espressione e rappresentati con una croce in mano. Nel '800 sono
rinomati i "cerari" siracusani che producono presepi interi o
Bambinelli dall'espressione gioiosa o dormienti, recanti nelle mani un
agnellino, un fiore o un frutto e immersi in un tripudio di fiori di carta e
lustrini colorati dentro teche di vetro (scarabattole). Tra loro eccellono Fra'
Ignazio Macca, del quale si conservano alcuni presepi nell'eremo di San Corrado
a Noto e nel Museo Bellomo di Siracusa e Mariano Cormaci ricordato dal presepe
in cera a grandezza naturale sito nella grotta di Acireale. Notevole anche il
presepe conservato nel palazzo Vescovile di Noto, che rappresenta uno spaccato
di vita contadina, composto da 38 figure inserite nel paesaggio dei monti
iblei. A Trapani per la fattura dei presepi si utilizzano materiali nobili e
soprattutto il corallo, da solo, come in epoca rinascimentale, o insieme
all'avorio, alla madreperla, all'osso, all'alabastro e alle conchiglie, nel
periodo barocco e rococò, quando alla composizione centrale della Natività
fanno corona architetture in stile d'epoca dove si rappresentano scene
fantasiose e simboliche. Splendidi esemplari quelli esposti ai musei Pepoli di
Trapani e Cordici di Erice. A Caltagirone, città produttrice di ceramiche fin
dal '500, i presepi sono realizzati in terracotta e rappresentano come cornice
alla Natività, scene di vita contadina e pastorale animate da personaggi tipici
di quella civiltà come il pastore che dorme, lo zampognaro, il venditore di
ricotta o il cacciatore. La migliore produzione qualitativa di presepi in
terracotta policroma si ebbe tra la fine del '700 e la prima metà dell'800 con
la bottega dei fratelli Bongiovanni, Giuseppe e Giacomo e con il nipote
Giuseppe Vaccaro eccellente artista. Tuttavia già agli inizi del '700 operavano
artigiani rinomati come i "santari" Branciforti e Margioglio che
contribuirono ad imporre Caltagirone anche come "Città del presepe".
Più in genere nell'intero territorio isolano ebbe grande diffusione a partire
dal '600, il presepe costruito con la tecnica usata nella produzione di statue
d'altare: statuine in legno rivestite di stoffe immerse in un bagno di colla
per renderle rigide e dai colori brillanti. Tra i più noti presepisti del
genere il caposcuola Salvatore Matera, il Nolfo, il Ciotta, i Pisciotta e i
Tipa.
Approfondimenti:
Presepi di Caltagirone
Il
presepe romano
La
prima testimonianza in assoluto dell'arte presepiale a Roma, si ha con le
statue di legno scolpite nel 1289 da Arnolfo Di Cambio e conservate nella
cripta della Cappella Sistina della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Successivamente sono le cronache del frate francescano Juan Francisco Nuno ad
informare, nel 1581, sull'uso ormai da tempo diffuso a Roma, di allestire
presepi in monasteri e luoghi di culto ed in particolare nella Chiesa
dell'Aracoeli dove era specialmente venerata la statua del Bambinello che si
dice opera di un frate francescano che l'aveva intagliata in un tronco di ulivo
del Getsemani, trafugata il 1° febbraio del 1994 e non più ritrovata. Nel '600
la nobiltà romana inizia ad esporre presepi nei propri palazzi, opere sontuose
in linea con lo stile barocco dell'epoca, commissionate ad artisti famosi come
il Bernini del quale si ricorda un presepe realizzato per il Principe
Barberini. Anche il '700 mantiene viva la tradizione dei presepi nelle case
patrizie ma chiese e monasteri non sono da meno come attestano le grandi statue
della natività in San Lorenzo, i presepi di Santa Maria in Trastevere e Santa
Cecilia. Ma è nel '800 che la realizzazione di presepi si diffonde a livello
popolare grazie alla produzione a basso costo, con gli stampi di innumerevoli
serie di statuine in terracotta modellate da artigiani figurinai tra i quali
anche il ragazzo Bartolomeo Pinelli famoso in seguito come pittore della Roma
del suo tempo. Sono tuttavia le famiglie più importanti per censo e ceto
sociale a realizzare in gara tra loro i presepi più imponenti, ricostruzioni di
paesaggi biblici o di scorci della campagna romana caratterizzata da alberature
di pini e olivi, costruzioni rustiche e rovine dell'antichità, da mostrare non
solo a parenti e amici ma anche a concittadini e turisti, richiamati da fronde
di rami appesi ai portoni a somiglianza d'insegne. Sono rimasti famosi quello
della famiglia Forti, posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della
famiglia Buttarelli in Via De' Genovesi, riproducente il paese di Greccio e la
scena del presepe vivente voluto da San Francesco o quello di padre Bonelli nel
portico della chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la
ricostruzione del Lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di
Gerusalemme e Betlemme. Nel presepe romano più usuale, il paesaggio agreste fa
da sfondo alla grotta in sughero, sovrastata da un tripudio di angeli in volo
sulle nuvole, disposti in nove cerchi concentrici che pongono la Natività al centro della
scena, una scena povera sia nella rappresentazione dei personaggi, pastori con
le greggi e contadini al lavoro con i loro animali, sia nelle architetture,
case modeste e locande di campagna tra resti di archi e acquedotti antichi,
tipici dei luoghi rappresentati. A partire dalla seconda metà del novecento,
l'ambientazione cambia e vengono proposte zone caratteristiche della Roma sparita,
demolite per far posto all'urbanizzazione di Roma capitale, ma conservate al
ricordo dagli acquerelli dell'artista tedesco E. Roessler Franz, che
fotografano la Roma
papalina e le sue irripetibili atmosfere.
Il
presepe pugliese
La
straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha
consentito, sin dal XIV secolo, di differenziare anche in Puglia la
rappresentazione della Natività da quella del Presepe. Questo passaggio può
essere colto proprio in una chiesa francescana, quella di Santa Caterina a
Galatina. In una arcata ribassata nella controfacciata della navata sinistra,
un grande affresco, con la rappresentazione della Natività, fa da sfondo ad un
più plastico presepe in pietra attribuito allo scultore Nuzzo Barba, sullo
scorcio del XV secolo. E' unanimemente ritenuto il più antico presepio di
Puglia di cui sopravvivono però solo gli elementi centrali: la Vergine , il Bambino, San
Giuseppe e il Bue e l'Asino. E' nel corso del XVI secolo tuttavia che la
rappresentazione presepiale con scultura in pietra, trova la sua massima
affermazione, cominciando poi un lento declino nel XVII secolo per ricomparire
in seguito, sul finire del Settecento, in forme differenti, influenzate dalla
voga napoletana dei presepi vestiti che in Puglia si trasforma in presepe in
cartapesta o terracotta. E' Stefano Putignano nel corso del XVI secolo lo
scultore più fortemente plastico che impagina vasti ed antichi presepi a
Grottaglie, Polignano a Mare, Martina Franca. Ma altri artisti come Paolo da
Cassano, a Cassano Murge e Bitritto; Altobello Persio ad Altamura, Tursi e
Gallipoli, arricchiscono il panorama del secolo, nel corso del quale è forse
Gabriele Riccardi ad inscenare, per la Cattedrale di Lecce, il più raffinato presepe che
occupa tutto un altare, dove, nel fastigio, sono collocati la Cavalcata dei Magi e i
Pastori adoranti e, sulla mensa, il gruppo della Natività. Attribuito un tempo
al Riccardi, ma oggi ritenuto di uno scultore ancora anonimo, è un bel presepio
a rilievo a Torre S. Susanna, come anonime sono le tre figure in pietra,
dipinte, della Natività di Manduria. Nel corso del Seicento e del Settecento,
altari dedicati al presepe, come nella Chiesa del Rosario a Lecce, ruotano
spesso attorno al dipinto centrale. La religiosità popolare riprende vigore
nell'Ottocento, quando, con alterna qualità i cartapestai del Salento e
diLecce iniziano una tradizione viva
ancora oggi. Primo protagonista ne fu Mesciu Pietru de li Cristi, soprannome
del primo cartapestaio documentato con una statua di San Lorenzo in Lizzanello
del 1782. Il suo nome era Pietro Surgente (1742-1827) e fu il maestro (mesciu)
di una schiera di grandissimi scultori della cartapesta nell'Ottocento, quasi
tutti ricordati col loro soprannome: segno questo di una dimensione tutta paesana,
quasi familiare e umile della loro attività. Nel secolo scorso si passa dalle
grandi statue per altari, alle piccole statue per i presepi. Cominciò un certo
Mesciu Chiccu Pierdifumu a modellare pupi da presepe in creta, che poi, aiutato
da sua moglie Assunta Rizzo, "vestiva" con pezzi di stoffa alla
napoletana per le misure più piccole e con fogli di drappeggiati di carta
imbevuta di colla per le misure più grandi (fino a 30 cm .) in cui il corpo
veniva ridotto a uno scheletro di fil di ferro e stoppa. Così,
impercettibilmente, si passò dal classico pupo napoletano al classico pupo
leccese. Accanto all'attività degli artisti professionisti si assiste ad una
vera e propria germinazione spontanea di artisti popolari, tra i quali spicca
la classe dei barbieri di Lecce, che intorno al 1840 cominciarono ad imitare i
cartapestai e, nelle lunghe ore libere del loro lavoro con pettine e forbici,
si dettero a modellare sia la carta pestata che la creta con le mani, i bulini
e gli stampi. Tra gli esempi più belli vanno annoverati certamente quello
dell'Istituto Marcelline di Lecce del 1890, realizzato da Manzo e De Pascalis
ed Agesilao Flora; quello frammentato del Guacci, oggi al Comune di Lecce e
quello di Michele Massari, poliedrico artista novecentista, anche presso il
Comune di Lecce.
Il
presepe Ligure
L'arte presepiale in Liguria nasce e si
sviluppa in età barocca specialmente a Genova dove più numerosa è la
committenza delle famiglie dominanti per blasone e censo nella repubblica da
poco costituita. Le prime produzioni consistono in statuine intagliate nel
legno, dorate e dipinte che prendono a modello sculture in marmo, paliotti
d'altare, trittici, quadri riproducenti Natività e Adorazioni dei Magi, che si
trovano nelle chiese della città e del circondario, opere di artisti come il
Gagini, l'Orsolino, il Foppa, il Brea, il Bergamasco, il Semino, i fratelli
Calvi. Il fenomeno procede di pari passo con il costume devozionale delle
processioni durante le quali era usanza trasportare a spalla grandi statue di
legno dipinte (che già agli inizi del XVII sec. erano rivestite con abiti
d'epoca), commissionate dalle varie Confraternite come quelle del
"Presepio" e dei "Re Magi". Da qui la creazione di figure
lignee di più modeste proporzioni a formare presepi simili a quello riportato
dalle cronache, costruito da padre Alberto Oneto nella chiesa di Santa Maria di
Monte Oliveto a Multedo di Pegli. La miniaturizzazione dei personaggi
presepiali, eseguite anche con materiali preziosi o di pregio come l'oro,
l'argento, l'avorio, l'alabastro, avviene negli stessi laboratori e scuole di
scultura e pittura ad opera degli stessi artisti che si affermeranno
successivamente come orafi, pittori, scultori tra i più richiesti. Tra questi i
"Pippi" figli di Filippo Santacroce, della cui scuola era allievo
l'altrettanto famoso Gerolamo del Canto e ancora Giovanni Battista Castello che
tra i materiali usati privilegiò la tartaruga e il laboratorio di Domenico
Bissoni e del figlio Giovanni Battista Gaggini da Bissone, il Piola, Francesco
Costa e numerosi altri. Nel corso del '600 e soprattutto nel '700 si
moltiplicano i personaggi che compongono la scena presepiale ligure, ai pastori
si aggiungono contadini, artigiani, nobili e popolani, paggi, mendicanti e
animali da pascolo e da cortile. La dilatazione della produzione determina nuove
scelte tecniche e impone una rivoluzione del gusto: non più statuette lignee
dipinte ma manichini di legno abbigliati con vesti ora povere ora sontuose a
seconda del personaggio rappresentato. L'abilità dell'artista si concentra
sulle teste, sui volti dagli occhi di vetro, sulle mani, in quelle parti cioè
che sole rimangono scoperte; di questo nuovo stile è caposcuola Anton Maria
Maragliano con un linguaggio figurativo di maniera ma raffinato che si fece più
realistico negli atteggiamenti e nelle espressioni delle immagini, solo molto
più tardi ad opera di artigiani liberi ormai dalla sua influenza. A questo
punto sono le vicissitudini storiche a determinare la seconda e più duratura
svolta dell'arte presepiale ligure causata dal nuovo ordinamento democratico e
libertario frutto della Rivoluzione Francese, importato in Liguria
dall'esercito napoleonico. Sotto i colpi francesi tramonta il vecchio ceto
dominante e con esso si estingue praticamente la committenza nobiliare e
borghese e tuttavia le tendenze gianseniste tese a eliminare le pratiche
religiose folcloriche non attecchiscono tra la popolazione urbana e nel contado
dove la gente rimane fedele alle proprie tradizioni devozionali. Così
all'inizio del '800 proseguono nelle chiese liguri le sacre rappresentazioni su
testi in vernacolo e in lingua, famoso "il Gelindo", interpretate dai
fedeli come testimonia in una sua relazione il diplomatico conte Nigra che vi
partecipò da bambino. In ugual modo si mantiene viva la tradizione del presepe
che ora, dovendo soddisfare le esigenze di ceti meno abbienti, perde le sue
preziosità scenografiche e la sontuosità delle vesti e degli accessori per
ridimensionarsi in una produzione di serie, riferita a pochi modelli
raffiguranti popolani e popolane con i loro modesti indumenti e le loro povere
offerte, ordinati in piccole composizioni da esporre in famiglia nelle case
durante il periodo natalizio. Ma il costo del legno e del lavoro artigiano, per
questione di tempi inadatto a produzioni massive, rendono il prezzo del presepe
fuori della portata della maggior parte della gente. Sono maturi i tempi per
l'avvicendamento della terracotta al legno e della formatura a stampo. Il
passaggio dal lavoro artigianale a quello industriale avviene quasi
naturalmente, favorito dalle fornaci esistenti a Savona e nella contigua
Albisola, che da epoca immemorabile, forse già nei secoli del tardo Impero
Romano, producono oggetti in ceramica. L'idea è data dai calchi di figure
plastiche usate già nella seconda metà del '700 dall'officina di Giacomo
Boselli e alla cessazione delle attività di questa, ereditate dalle officine
del Savonese che insieme a molte altre utilizzazioni, se ne servono per
ricavarne anche figure presepiali di terracotta. L'argilla compressa negli
stampi creati appositamente su modelli tradizionali dai "figurinai",
sottoposta a monocottura, viene stampata in statuette che successivamente
venivano dipinte a freddo con vivaci colori. Questo procedimento comportava
prodotti di rozza fattura, pur se ingentilita dal retaggio settecentesco, come
lamentano studiosi della materia di inizio secolo, ma permetteva prezzi alla
portata di tutte le borse. Si moltiplicano così i "figurinai" dei
quali il più celebre, lo scultore di Savona Antonio Brilla, ancora bambino,
preparava le statuine caratterizzandole ognuna come portatrici di un dono
diverso per il Bambinello: canestri di frutta, verdura e pane, zucche, cavoli,
pollame, capretti, piccioni, pesci che daranno l'impronta rivelatrice della
tipologia presepiale ligure del '800. Alla produzione industriale si affiancò
ben presto ad Albisola quella casalinga quando le officine che producevano
stoviglie in terracotta verniciata, cominciarono a sfornare anche statuine
modellate e dipinte dalle madri, mogli e figlie delle maestranze di quelle
fabbriche, esempio di lavoro in nero ante litteram. Le statuine, riproduzioni
di personaggi popolari, denominate spregiativamente "macacchi" ossia
balorde perché malamente abbozzate e dipinte in maniera naif, venivano
smerciate nell'annuale mercato di Santa Lucia che si svolgeva il 13 dicembre a
Savona. Le figurinaie domestiche avevano tutte un soprannome che le individuava
quasi a costituire il marchio di fabbrica: "Campanàa",
"Circia", "Fata Geìnìn", "Nanìn a Cioa",
"Tere a Russa", "Mominìn" fino all'ultima depositaria di
questa ingenua ma poetica forma di artigianato, Beatrice Schiappapietra che ha
operato ad Albisola fino al 1970. Ultimi epigoni dell'arte presepiale ligure,
gli scultori Arturo Martini e Tullio Mazzotti che negli anni '20 progettarono
presepi fissi in ceramica, nello stile improntato ai canoni estetici proposti
dal movimento futurista.
Il
presepe vivente di Greccio
Nel
Natale 1223 San Francesco realizza in Greccio con l’aiuto della popolazione
locale e di Giovanni Velìta, signore dei luoghi, un presepe vivente con
l’intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere
con i propri occhi dove nacque Gesù.
Tutto
fu approntato e, con l’autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si
realizzò il primo presepio vivente nel mondo.
I
personaggi che nella notte del 1223 animarono il “Presepio di San Francesco”
sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche, gli scritti di
Tommaso da Celano e San Bonaventura:
- San Francesco: che nel suo peregrinare
giunge sul monte di Greccio nel 1208, dove incontra Messer Giovanni Velìta e la
popolazione locale per farli partecipi della sua idea e chiedere la
collaborazione necessaria alla realizzazione del progetto;
- Giovanni Velìta: Signore di Greccio, discendente
dai conti di Celano e della famiglia Berardi, che divenne grande amico del
Santo e con lui collabora al progetto. Nonostante la sua avanzata età, non
esitò a raggiungere San Francesco sui monti di Greccio per convincerlo a
trasferirsi nel borgo e la, nei pressi di Fonte Colombo, il Santo di Assisi gli
espresse il desiderio di rivivere a Greccio il mistero del Natale di Betlemme;
- Alticama: figlia di Guido Castelli,
Signore di Stroncone, sposa di Giovanni Velìta, che partecipa attivamente all’evento
costruendo con le sue mani il simulacro del Bambino Gesù;
- gli Araldi: guardie e servi fedeli del
nobile Velìta che lo assistono in ogni sua attività e si recano in tutta la
valle a convocare le genti per il Natale di Greccio;
- i Nobili: cortigiani testimoni degli
avvenimenti di quella mistica notte, vissuta al seguito del loro signore;
- i Frati: compagni di Francesco, che lo
seguivano fedelmente dovunque come Frà Leone, Rugino, Angelo, tre seguaci che
in futuro, da Greccio, diedero testimonianza scritta della vita di San
Francesco nella “Leggenda dei tre Compagni”;
- il Popolo infine che accorre in massa al
richiamo degli araldi portando ceri e fiaccole per rischiarare quella notte
speciale, risalendo la selva con canti e preghiere animato da una fede profonda
risvegliata in loro dal poverello di Assisi.
In
questi luoghi nacque e si sviluppò il santuario del Presepe di Greccio, ove dal
1973 ogni anno, come da tradizione, viene rievocato fedelmente l’Evento.
L’idea
di rappresentare il primo presepe vivente è stata di P. Valerio Casponi e oggi
alla sua realizzazione partecipano circa cento persone tra figuranti e
struttura tecnica, impegnati nella rappresentazione che si svolge a Greccio il
24 e 26 dicembre e il 6 gennaio.
L’azione
scenica si compie in quattro quadri:
- nel primo “San Francesco alla
Cappelletta” si narra dell’arrivo del Santo sui monti di Greccio dove si
costruirà un rifugio, quello appunto chiamato “Cappelletta”;
- nel secondo, detto del “Lancio del
Tizzo”, si può vedere il Santo che giunto nell’abitato di Greccio, sollecitato
dalla popolazione locale, decide di stabilire la sua dimora nel luogo dove
andrà a cadere un tizzo ardente lanciato da un fanciullo dalla piazza di
Greccio. Per un prodigio, secondo la tradizione, il tizzo andò a cadere nel
luogo dove sorge l’attuale Santuario Francescano;
- nel terzo “Giovanni Velìta a Fonte
Colombo”, si assiste all’incontro del Signore di Greccio e di San Francesco,
che si trovava a Fonte Colombo per la stesura della Regola dei Frati Minori,
durante il quale il Santo esprime il desiderio di rivivere a Greccio la scena
della Natività e ne sollecita l’aiuto;
- nel quarto e conclusivo, si rivive
l’atmosfera di quella notte santa del 1223 con la nascita del Bambinello mostrato
al popolo da San Francesco. La leggenda vuole che il simulacro del S. Bambino
si animasse tra le mani del Santo, benedicendo la folla riunita.
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